ROSA NATALE

Sabato è uscita questa piccola ricognizione nell’Almanacco, numero speciale dedicato ai libri per ragazzi. Ricognizione senza commenti, come vedete. Ma la morale è prevedibile.

Prima tendenza, oggi certezza: alle lettrici giovanissime il romanzo rosa viene proposto in dosi ancora più abbondanti di quelle riservate alle donne adulte. Fra le ultime uscite, il nuovo acronimo targato Fanucci, CBCR (sta per Cresci bene che ripasso),  firmato da Sabina Colloredo (pagg.192, euro 13): la storia è quella di Sara, quindicenne con famiglia complicata e amore contrastato. Dopo la delusione, si cresce.
Qualcosa di simile accade nel già popolarissimo Amore 14 di Federico Moccia (pagg. 204, euro 16,50, Feltrinelli): Carolina si innamora, sbaglia, va avanti. Nella collana Junior Gaia di Mondadori i guai sentimentali sono quelli di Katrin e Frida, protagoniste di Più innamorati di così di Katarina von Bredow (pagg. 416, euro 9) e coinvolte nel classico schema A ama B che ama C, con la complicazione di una recita scolastica (Romeo e Giulietta, naturalmente).
Alle variazioni sul tema del batticuore adolescenziale si affiancano le pubblicazioni sul saper vivere, anche a dodici-tredici anni. Neri Pozza, per esempio, offre, con copertina in sognante rosa antico, Il grande libro delle ragazze, firmato da Rosemary Davidson e Sarah Vine (pagg.300, euro 22). L’idea è quella di recuperare le giovanissime ai saperi antichi e dimenticati del mondo femminile: come organizzare una scatola per il cucito (e, successivamente, come cucire), come depilarsi le sopracciglia, come comportarsi in pubblico (e in particolare con i ragazzi), come rendere sfolgoranti le proprie chiome, come fabbricare con arte un pon-pon. Destinato, si legge, “a chi sogna il principe azzurro e non ha ancora imparato a tenere un broncio perfetto”. Soltanto revival?

31 pensieri su “ROSA NATALE

  1. Gli editori, si sa, vanno dove li porta il mercato. Evidentemente c’è ancora una forte domanda di Cenerentele Rosa tese alla conquista di Principi Azzurri… Passeranno secoli, in my humble opinion, prima che i protagonisti dei romanzi per ragazzi diventino Principi Incolori volti alla conquista di Cenerentole Inodori e Insapori:- )

  2. Allora confesso che sul fatto dei drammoni sentimentali per i bimbi non mi scompongo troppo, e in questo siamo distanti e se sa. In compenso il grande libro per le ragazze mi ha indotto ha un desiderio di piromania immediata, LO TROVO AGGHIACCIANTE! E anche un sinistro segno dei tempi.

  3. che dire? sconfortante è troppo poco. ricordo quando la mia primogenita
    era una piccola donna una serie di libri illustrati “dalla parte delle bambine” e che io le avevo comprato, nel mio piccolo ho cercato di crescerla e dopo di lei la sorella senza cedere agli stereotipi femminili ma è stata dura tanto è vero che dovetti regalarle la barbie!
    mi sono illusa che in questi anni qualche passo avanti lo avessimo fatto e invece…….
    sono indignata per come noi donne ancora ci lasciamo manipolare e tutte queste schiere di giovanissime…… che triste spettacolo!

  4. per zauberei
    non ho letto il grande libro delle ragazze e quindi non ho un’opinione in merito ma dalla recensione che ne ha fatto Loredana non mi sembra così meritevole di rogo. Vorrei aggiungere per far meglio comprendere il mio pensiero che quando ero una ragazzina (ahimè tanti e tanti anni fa) non volevo allinearmi col gusto corrente che era giochi adatti alle bimbe e giochi per maschietti e sono sempre andata controcorrente. Ma con la situazione attuale in cui le ragazze sono sempre più uniformate in tutto e per tutto ai maschi ( sia come vestiario che come modi che come turpiloquio) forse un pò di sano buon senso ci vorrebbe per recuperare quella femminilità che non è da intendersi subordinazione al maschio ma valorizzazione di tutte quelle belle qualità che una donna ha.

  5. Signor Domanda e Offerta anzichè buttare codeste affermazioni qui e lui, perchè non ci chiarisce meglio la sua posizione?
    Perchè che il problema non sia solo maschile ma culturale, indi anche femminile, guardi che sfonda un portone spalancato e nessuno qui è così deficente, da pensare il contrario. Però mi dica, per lei non è un problema? cioè come sarebbe quella questione dei principi incolori e delle principesse inodori?
    Perchè a intenderla per come sembra, denoterebbe una certa scarsezza di fantasia ecco.
    Ma magari me sbajo io.

  6. “valorizzazione di tutte quelle belle qualità che una donna ha.”
    Cioè, essere abili a depilare le sopracciglia e ad autocostruire un pon-pon???! Perchè è di questo, se ho ben capito, che il libro parla ;-))

  7. Io penso però che ci siano anche altri libri in cui le storie siano diverse e le protagoniste femminili meno stereotipate. Forse uno dei problemi principali è nella pubblicità: vengono pubblicizzati e sottolineati per lo più i libri del genere “rosa” indicato da Loredana piuttosto che altri che magari sarebbero molto più “da leggere”.
    Per le qualità concordo alla grande: sono individuali e non di genere, sarebbe l’ora di finirla con questo ritornello…

  8. (Loredana perdonami se bisso, ma Rosamaria si rivolge a me)
    Rosamaria, io sono in una posizione intermedia, diciamo problematizzata tra te e la Lipperina. Perchè ritengo l’identità sessuale veicolante dei significati, e ritengo che spesso si traducano in modi di essere diversi. Sicuramente però in maniera MOLTO più articolata e sottile e difficile da discriminare di quanto la vulgata culturale e reazionaria ci proprini. Per cui alla fine, mi trovo cento volte meglio con il libro della Lipperini che ti consiglio davvero di leggere, che con i libri che cercano di annaffiare una differenza di genere in maniera becera acritica e sessista. Bisogna soffermarsi bene e ragionare prima di decidere con tanta leggerezza quali sono le beate virtù delle fanciulle, contro quelle dei maschi. Certamente non tenere il broncio e acchiappare kit per il cucito. Questo è molto pericoloso.

  9. Tranquilli tutti. Vladimir Lussuria sta preparando un libro di fiabe transgender… Scherzi a parte: ovvio che i ruoli sono culturali. Per quanto mi riguarda, però, sono alla ricerca di una donna manager che mi lasci a casa a stirare le camicie.

  10. Mi viene in mente – inevitabilmente – il telefilm del tenente Colombo rivisto per l’ennesima volta ieri sera in TV: Colombo nel corso dell’indagine cita uno dei suoi tanti (e fantomatici?) parenti: un nipote che ha vinto il secondo premio in un concorso di piccolo punto e il primo in una gara di sollevamento pesi.
    Citando ancora: “meditate gente, meditate”.

  11. non credevo assolutamente di sollevare un polverone, ma vediamo di fare il punto. Come ho già detto non ho letto il libro incriminato e quindi non mi permetto di farne una critica ho detto solo che mi sembrava eccessivo metterlo al rogo solo perchè insegnava un pò di cucito che secondo alcuni studi psicologici aiuterebbero anche in malattie depressive. Per ciò che concerne invece il recupero della femminilità, che io non vedo assolutamente nelle ragazze di oggi, ovviamente è un’opinione personale, non è limitandosi al cucito ma a riprendere quelle buone maniere che sono andate nel dimenticatoio, quel sano rispetto per gli altri, quel non mettersi sempre in competizione col maschio, ecc.ecc. ecc.

  12. Io sono un’appasionata dei cosiddetti lavori femminili, tipo uncinetto, ricami e simili e poiché ho due figli maschi ho cercato di insegnarli anche a loro, seppure con modesti risultati. Quello che voglio dire a rosamaria è che queste attività fanno bene a maschi e femmine perché sono creative (anche se segui un modello alla fine hai una cosa in mano) e insegnano la precisione e l’attenzione. Il superamento dello stereotipo secondo me passa per entrambi i sessi, ma soprattutto per i maschi che da noi in particolare non sono affatto educati all’autonomia.

  13. Rosamaria, il punto è che “le buone maniere e quel sano rispetto per gli altri” + l’attitudine alla collaborazione (anzichè alla competizione) sono atteggiamenti a cui dovrebbero essere educati sia i bimbi che le bimbe, cioè entrambi i generi:come mai il tuo discorso è tutto sbilanciato ovvero sempre a sfavore del genere femminile?
    Riguardo al cucito (che dici potenziale antidoto alla depressione) solo una domanda: come mai questo genere di libri (simile a quello indicato dalla Lipperini) e l’invito alla pratica del taglia&cuci si rivolge sempre alle bimbe? Non ti viene spontaneo porti questa domanda?

  14. Mbeh abnche la teoria del ricamo contro la depressione ce sarebbe da di eh… ancora con questo uso della psicologia per sentito dire.
    Per non parlare della proterva competizione delle donne con “il maschio”.

  15. @zaub: “Mbeh abnche la teoria del ricamo contro la depressione ce sarebbe da di eh… ancora con questo uso della psicologia per sentito dire.”
    Mi hai letto nel pensiero, ma non volevo infierire troppo ;-))

  16. Lo vedi Loredana, che certi testi definiti “femministi” dovrebbero essere rimessi in circolazione e magari compresi nei libri di testo di queste meravigliose scuole moderne? Accanto ai manuali che recuperano i vecchi saperi, perchè no, anzi. Ho una cugina intelligente e colta di 20 anni che dopo aver letto il tuo Ancoradpdelleb, ha scoperto l’esistenza dello storico Dallapartedelleb. Questo è significativo, passata da un liceo scientifico (storico e un tempo in prima linea) indenne? Ma sa tutto di come si depilano le sopracciglia.
    buona settimana
    Elisabetta

  17. Io non mi preoccuperei troppo dei libri sulla depilazione delle sopracciglia delle giovani fanciulle in fiore.
    Ci sono migliaia di testi umilianti da ambo i sessi. Che qualcuno li pubblichi e’ certo fonte di stupore, ma sono assolutamente convinto della loro eterna presenza nelle bancarelle.
    Si arriva a questo anche leggendo varii forum “al femminile” su Internet dove teen di tutte le razze e colori si fanno domande assurde. Nelle generazioni passate queste domande allorche’ poste restavano nella mente delle persone. Oggi grazie all’anonimato del web spuntano fuori. Ma anche qui ci vedo un problema fino ad un certo punto (ossia quando degenera in assillo).
    Mi fa molta piu’ specie che vengano ancora pubblicate nel terzo millennio storie “per ragazze”. Che esistano generi piu’ amati dalle femmine (in percentuale) posso anche crederlo. Raro abbia trovato amiche appassionate a “Ombre rosse”. Raro abbia trovato amici appassionati di “Via col vento”. Ma si tratta pur sempre di grandi capolavori. E qui piomba sempre la faccenda, secondo me. Ossia la qualita’. I famosi manga shojo, teoricamente destinati ad un pubblico femminile, in realta’ sono letti ed apprezzati da ogni parte perche’ sono fatti bene e sono piccole opere d’arte (non tutti, ma alcuni si’).
    E quando un qualsiasi prodotto nasce a scopo commerciale puro e crudo, non si avra’ altro che libro o film senza sangue. Oserei dire, a prescindere dai contenuti…

  18. Vorrei rispondere ad AnnaLuisa che dice che il mio discorso è tutto sbilanciato a sfavore delle donne. La risposta è molto semplice, volenti o nolenti, siamo noi donne che educhiamo che formiamo i nuovi adulti di domani perciò dipende tutto da noi se il prodotto finito, vogliamo chiamarlo così, abbia certi meriti e valori. “meditate gente”.
    A Zaub invece vorrei dire che non è per sentito dire il discorso che il cucito o altra attività manuale sia terapeutica consiglierei di leggere in proposito le ricerche che sono state portate avanti. Inoltre non sarebbe male andarsi a rispolverare tutta quella letteratura di genere che tratta delle tante battaglie fatte dalle nostre nonne e non parlo di migliaia di anni avanti o dopo CRisto ma solamente di cent’anni fa che ci fa comprendere come la ragazza di oggi e la donna che sarà domani è davvero anni luce lontana da quella figura di DONNA.
    Come giustamente diceva Simone de Beauvoir “non si nasce donna lo si diventa”

  19. A mio parere si sta cercando di creare il bisogno di leggere questi libri nelle giovanissime.
    La scorsa settimana ero alla Fiera Più libri più liberi. Mezz’ora prima della chiusura mi ha chiamata mia sorella (tredici anni) chiedendomi di portarle un libro per Natale (vivo a Roma ma sono nata in Sicilia). Quando le ho chiesto cosa volesse leggere mi ha risposto di DOVER leggere un libro adatto a lei, a una ragazzina di tredici anni, un libro d’amore per tredicenni, insomma uno di quei libri che si elencavano sul post. Le ho detto che non l’avrei fatto e ho cercato di farle capire che non era costretta a leggere libri del genere, che c’erano libri ben più interessanti e adatti per la sua età (continuava a ripetere questa storia dell’età e dell’obbligo di leggere solo quel certo tipo di libri, il che mi spaventava parecchio), ma lei non voleva sentir ragioni e alla fine non le ho preso niente. A dire la verità, per fortuna non ho visto su nessuno di quei banchi libri per donnine già in preda a problemi sentimentali.
    Tutto questo per dire che solo dieci anni fa, ovvero quando io avevo tredici anni, mi sentivo libera di leggere tutto quello che volevo, sia cose orrende sia classici russi (e leggevo entrambe le cose, più o meno quello che mi capitava a tiro), mentre adesso mia sorella (che ha ricevuto la mia stessa educazione ed è sicuramente più sveglia di me) si sente obbligata a leggere solo romanzucoli adatti alla sua età e al suo sesso. Chi le ha inculcato un’idea così stupida?

  20. @rosamaria:”Inoltre non sarebbe male andarsi a rispolverare tutta quella letteratura di genere che tratta delle tante battaglie fatte dalle nostre nonne e non parlo di migliaia di anni avanti o dopo CRisto ma solamente di cent’anni fa che ci fa comprendere come la ragazza di oggi e la donna che sarà domani è davvero anni luce lontana da quella figura di DONNA.
    Come giustamente diceva Simone de Beauvoir “non si nasce donna lo si diventa”.
    Appunto!! Le battaglie di cui parli erano contro e non a favore di libri per giovanissime in cui si insegna l’arte del pon-pon e della depilazione perfetta!

  21. Rosamaria – sono laureata in filosofia, laureanda in psicologia con una tesi sulla identità di genere, per un’altra università curo una riburica sul discorso dell’identità di genre. Conosco le ricerche a cui alludi e proprio perchè le conosco, ne condivido la relativa validità di costrutto e peggio ancora il modo pernicioso con cui sono divulgate. Il ricamo l’è tanto una cosa carina ma assicuro che se ti vuoi suicidare – benchè femmina – è di scarso giovamento. In ogni caso il labile sollievo che le attività manuali procurano – e certo lo procurano – vale anche per i lego. In termini assolutamente cross gender.
    Il discorso dell’identità di genere e dell’identità femminile è ripeto filosoficamente e psicologicamente molto più complesso e sofisticato di come lo intendi tu. Paradossalmente, quando Simone De Beauvoir diceva che donne si diventa era per dare torto a te, perchè nel Secondo Sesso preconizzava la libertà di NON diventarlo – quanto meno per le faccenduole del ricamo e delle sopracicglia – ancora più paradossalmente ti ricordo, come ti ho già detto in un commento sopra, che io sono per l’identità di gener ab ovo, e no per me donne non si diventa, si nasce eccome. Si nasce insieme ad altre cose e si diventa dei soggetti sociali anche donne, beneducate maleducate ingegneresse o ballerine. perciò vediamo un po’ di cosa parlare quando parlare di bibliografia.
    Quello che qui in tanti cerchiamo di dire, è che se tu hai ragionissimo nel sottolineare il ruolo della madre nella formazione della prole, questa prole ha tante cose a cui applicare un proprio stile, e il sesso è una delle determinanti dello stile, NON del complemento oggetto a cui si applica. Vuol dire che ci può essere un modo maschile di essere educati, e un modo femminile di essere assertivi, per approdare addirittura a contesti in cui lo stile si diluisce: tra matematici ci si scambia formule a prescindere dal genere. Ma è arcaico e sbagliato, pensare che il codice sessuale debba determinare dei complementi oggetti. Cioè definire cosa una donna o un uomo debbano fare, tuttalpiù dirà qualcosa del come, per altro insieme ad altri come: il come della religione, il come della città il come dell’affetto ricevuto, il come delle malattie, il come di come la tua cultura interpreta la tua radice sessuale. Questo è almeno il mio parere.
    Dopo di che per me la questione si conclude.
    Prima che alla Lipperissima ni ci venga un collasso:)

  22. non voglio appesantire oltre il forum con altri post anch’io chiudo la questione qui anche se non condivido quanto espresso nè da zaub, alla quale vorrei aggiungere che non serve sbandierare i titoli per disquisire o dare sostanza di contenuto a quanto uno dice, nè a Lipperini perchè non fraintendo niente premesso che ognuno ha una propria visione delle cose.

  23. I nuovi segretari galanti per le fanciulle del III millennio, tutti a proporre sempre e solo quell’obiettivo: sii bella e troverai un bel fidanzato. Tutto il resto (hobby, scuola, passioni politiche etc. etc. etc) ha da essere strettamente finalizzato alla conquista del “principe azzurro” – che come hai fatto notare in Ancora dalla parte delle bambine, adesso però è rude e bulleggiante – sennò è del tutto inutile…
    E poi ci si lamenta della “superficialità” dei giovani e del dilagare del “lolitismo”… ma accipicchia, sembra quasi che i ragazzini oggi vengano formati apposta per incarnare il macho e la pupa e SOLO il macho e la pupa…
    Che inutile spreco di carta…
    PS: sempre geniale, a modo suo, pubblicizzare i vari “segretari galanti (o erotici) postmoderni” appioppandogli quale improbabile autrice l’ennesima Sara G. o Jessica B. o Genoveffa Z. suggerendo l’immagine dell’adolescente “inquieta” (ma se fosse davvero “inquieta” leggerebbe e scriverebbe qualcosa di meglio!!!) che trasferisce su carta le proprie angosce e blablabla… Mi domando se le 14-16enni lettrici ci credano davvero o se almeno qualcuna di loro sappia che è tutta una trovata pubblicitaria…

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