CORTOCIRCUITO E ALTRI PENSIERI

Sulla piena, l’alluvione e il disastro romano mi mordo le labbra e taccio: in quattro anni di blog ho scritto fin troppo sulla pericolosa propensione verso la cosmesi che ha afflitto e affligge questa città.
Non taccio, invece, sul libro di una persona che mi è più che cara: Elena Gianini Belotti. Che in Cortocircuito continua a seguire la sua strada: porsi dalla parte dei deboli. Quando Elena ha abbandonato la saggistica per la narrativa, non ha fatto che proseguire, attraverso le storie, quel che aveva intrapreso in Dalla parte delle bambine. Guardare dove altri non posano lo sguardo e restituire quel che ha visto.
Lo ha fatto in tanti libri: ricordo solo, fra gli altri, due di quelli che ho più amato, Adagio un poco mosso e Apri le porte all’alba.
E lo fa ora, in un romanzo  dove affronta uno dei lati oscuri (melmosi, meglio) del nostro paese: la diffidenza verso gli altri, il rifiuto di chi viene “da fuori”. Bene, qui troverete badanti ucraine e operai rumeni: e troverete, come sempre, la voce insieme affettuosa e impietosa (e, sì, ironica) di Elena.  La amerete, spero.
Ps. Per chi volesse approfondire il discorso di ieri sul colore della Scatolina SalvaSignore, qui c’è un post di Giovanna Cosenza di qualche giorno fa.
Ps. E per coloro che intendessero mugugnare sul fatto che ho segnalato due persone che mi sono care e che stimo (che mi sono care perchè le stimo, sarebbe meglio scrivere), invece del loro ultimo, indispensabile, imprescindibile, sfavillante romanzo, propongo un giretto fra le pubblicazioni del Mulino. Specie fra i volumetti della collana Intersezioni dedicati ai vizi capitali. Questo, magari.
State bene.

5 pensieri su “CORTOCIRCUITO E ALTRI PENSIERI

  1. Grazie della segnalazione, non avevo idea ne avesse scritti così tanti! Credo non sia facile trovarli in libreria (lo stesso vale per i tuoi purtroppo) ma confido nella non commercialità delle biblioteche romane 🙂
    Un salutone!
    Liza

  2. Ero talmente concentrata, oggi, ad analizzare il modo in cui comunicano on line i candidati alle primarie del Pd bolognese (pensa il mal di testa!) che ho letto questo post solo ora.
    Be’, accidenti in che meravigliosa compagnia mi hai messa…
    Sono confusa e felice, come dice la cantantessa.
    😉
    Quanto al fatto che ti stimo, è da quando ti leggo (in digitale e su carta) che non perdo occasione per dichiararlo (anche, e soprattutto, in tua assenza).
    Dunque non sembrerà un rituale di cortesia se lo ribadisco anche qui.
    🙂
    Ciao!

  3. Cortocircuito l’ho divorato settimana scorsa appena adocchiato in libreria. Molto molto bello. La Belotti come narratrice la trovo preziosa e non abbastanza segnalata.
    Apri le porte all’alba lo amai tanto.

  4. Per le mie alunne, ragazze di 14 anni appena arrivate alle superiori, Elena Gianini Belotti è diventata quasi un’amica di famiglia: è più di un mese che, affrontando il tema delle differenze di genere, la cito e leggo alcuni passi del suo necessario “Dalla parte delle bambine”.
    Sanno anche che qualcuna ( tu), a distanza di un trentennio e più, ha aggiornato quella sua analisi. Aspettano solo che la scuola compri il tuo libro per leggerne almeno dei brani.
    Una piccola goccia nel mare, sicuramente. Ma ogni anno non riesco a fare a meno, come insegnante, di passare da Elena Gianini Belotti.
    Il bello è che le alunne capiscono subito, arricchiscono gli esempi e le dimostrazioni. Quel che difetta in loro, mi pare, è la fiducia che si possa fare altrimenti. C’è una convinzione d’impotenza in giro…che davvero amareggia.

  5. Cara Loredana Lipperini,
    mi chiamo Monica Masucci, sono nata il 20/11/1968 a Bergamo e mi sono laureata in Lingue e Letterature straniere nel 1995 con la tesi “Jeanette Winterson. Ri-definizioni di gender”. Nella bigliografia compare Elena Gianini Belotti.
    Ho deciso l’argomento della mia tesi subito dopo essere uscita dall’aula magna, l’aula 15 di Piazza Vecchia in città alta, dopo una lezione di letteratura francese tenuta dal rettore dell’università degli studi di Bergamo. Durante la lezione aveva detto: “Le scrittrici donne non hanno avuto la stessa ricchezza di immaginario degli autori maschili…” non ricordo il resto ma il concetto invece sì. Uscii e mi diressi al dipartimento di inglese, lì a distanza di ballatoio e mi rivolsi a una docente per chiederle quali corsi mi consigliava di frequentare a Swansea -dove stavo per recarmi con il progetto Erasmus- con la finalità di laurearmi con una tesi sulla ‘scrittura femminile’. Ricordo la sua perplessità: la definizione ‘scrittura femminile’ era ingenua, mi parlò di diari, autobiografia…
    Poi trovai la mia strada.
    Anche se il colpo di fulmine con uno dei testi di Elena G B lo ebbi veramente con Amore e pregiudizio. Lo divorai: parlava la mia lingua.
    Documentarmi per la tesi, leggere libri come quello, hanno dato delle risposte a domande che non sapevo di dover porre ma che se ne stavano in un cantuccio in attesa di essere sollevate, per capire il mio posto nel mondo, quello disegnato per me, quello che occupo, quello a cui posso aspirare, quello a cui voglio aspirare.
    Da allora le cose sono un po’ cambiate non cerco la lotta aperta, ho abbandonato l’ostilità a tutto campo, lo lasciato andare la rabbia.
    Ho compiuto 40 e la mia percezione del tempo.
    Ma seguo sempre con interesse chi mi tiene informata, lì dove perdo i colpi, sulle trappole che tende il sistema, che ci vuole tutti sottomessi. e noi donne sottomesse ai sottomessi. Il titolo Ancora dalla parte delle bambine mi aveva intrigato alla prima lettura, in piedi davanti allo scaffale della libreria prima ancora di scoprire chi avesse scritto l’introduzione.
    Ma oltre ai miei scontati complimenti (ti ho seguita anche in occasione del tuo commento al documentario di lorella zanardi, che ho avuto il piacere di conoscere a un corso di scrittura) vengo al motivo del mio intervento:
    Oltre a qualche lavoro come videomaker, mi sono dedicata alla fotografia e al disegno. Con alcuni amici costituiti come EleMENTI ho esposto qualche lavoro. Avrei in mente un progetto in cui coinvolgere Elena Gianini Belottti ma non so come contattarla. se solo potessi scriverle… mi puoi aiutare?
    con affetto
    monica
    momasu@libero.it

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