SE FORTINI NON BASTA IN QUESTE ORE, PROVATE CON ASIMOV

Stone: Secondo lei, che prospettive ci sono a breve per l’umanità?
Asimov: Ad essere sincero non credo che ci siano molte probabilità di risolvere a breve i nostri problemi attuali. Credo che le probabilità che la civiltà sopravviva nei prossimi trenta anni, diciamo fino al 2010, siano inferiori al 50 percento.
Stone: Prevede catastrofi?
Asimov: E’ semplice, se la popolazione continua ad aumentare al ritmo attuale e le risorse disponibili diminuiscono, ci sarà meno cibo ed energia per tutti e inizieremo a azzuffarsi per averli. Il cittadino medio si preoccuperà solo di come procurarsi il prossimo pieno per l’auto, le prossime sigarette, il prossimo pasto… In tale situazione di stenti, il pianeta andrà in rovina perché la gente sarà assillata solo dalla sopravvivenza quotidiana, senza curarsi dei danni arrecati all’ambiente. Mettiamola così: se devo scegliere se salvare un albero o salvare me, cosa scelgo? In un mondo segnato da risorse insufficienti il terrorismo prenderà piede e, alla fine qualche governo sarà forzato a pensare che, per garantire una vita decente al proprio popolo, l’unico mezzo sia attaccare un’altra nazione ed impossessarsi delle sue risorse… magari facendo uso di armi nucleari! E così si diffonderà il caos, anche se nessuno dichiarerà di volerlo, e tutti sinceramente professeranno fede nell’amore e nella giustizia sociale. Se il numero di bocche affamate continua a crescere, non c’è niente che possa contrastare la forza di un’umanità sofferente mossa dall’istinto primario di sopravvivenza!
Stone: Che circostanze potrebbero spingere i popoli di questo mondo diviso a fare fronte comune?
Asimov: I sentimenti umani potrebbero fungere da catalizzatore per la nascita di un governo mondiale. Forse quello principale è la paura, la paura che solo l’unione sia l’unica alternativa alla distruzione totale. La stessa paura che durante la seconda guerra mondiale spinse la Gran Bretagna e gli Stati Uniti ad allearsi con l’Unione Sovietica contro la Germania di Hitler. Ora, non mi aspetto che ci sia amore tra le nazioni, quello in cui spero è una forma di cooperazione. E poi, se i paesi collaborano sufficientemente a lungo, alla fine i pregiudizi tra i rispettivi popoli passano in secondo piano no?
Intervista di Pat Stone a Isaac Asimov, 1980. Senza ulteriori commenti da parte della titolare del blog.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto