Primo.Torna
Giulio Rovedo, il fanta-bancario de L’elenco
telefonico di Atlantide. Accade nel nuovo romanzo di Tullio Avoledo, Breve storia di lunghi tradimenti. Sono
in lettura.
Secondo.
Torna Stephen King con una nuova edizione, lussuosa e ampliata, de Le notti di Salem, una delle prime
storie moderne di vampiri avvicinate, ai tempi, dalla vostra eccetera.
Terzo.
Torna pure Giancarlo Liviano (che ha un secondo cognome, D’Arcangelo), già
segnalato per Voi siete qui, già
letto su Nazione Indiana. Il suo
primo romanzo, Andai, dentro la notte
illuminata, esce fra poco presso Pequod
(tratterà di reality suicida, il Golden Death).
Quarto.Sapevo
che prima o poi qualcuno lo avrebbe
fatto, e avrebbe utilizzato la lettera che viene dopo la X. La Y.
(per
inciso: di ogni generazione si sono dette cose tremende. A questa,
evidentemente, tocca in sorte l’accusa di non pensare che ai soldi, alla fama e
alla tecnologia. Che a me continuano a sembrare ossessioni adulte).
(secondo
inciso: cosa succede quando si arriva alla zeta? Si ricomincia?)
Loredana, togli quell’orribile h da somethimes:- )
Grazie Lucio, stamattina sono rincoglionita al grado massimo.
🙂
In realtà, sembra che anche l’espressione “generation z” sia già in uso (nello specifico, per i nati nel 2001-2021, o giù di lì), spesso come alternativa a “generation 9/11” o, soprattutto, “new silent generation“. Sono inoltre già state opzionate altre lettere dell’alfabeto, tipo “i” (per internet o ipod), “m” (per multitasking) e “p” (per Paris Hilton), a quel che si legge sull’Urban Dictionary.