Tre mesi dalla morte di Michela Murgia, otto anni esatti dall’uscita di Chirù, che è stato in effetti il suo penultimo romanzo vero e proprio, prima di Tre ciotole. Otto anni fa, ricordo, uscivo dalla primissima delle mie lezioni alla Scuola Holden e mi dirigevo verso il Circolo dei lettori, dove presentava Chirù in quella che era una performance più che una presentazione.
E dal momento che ricordare Michela significa leggere Michela, riposto qui quello che scrissi allora.
(Manca. Manca tantissimo).
“Chi si fa maestra offre non solo quel che sa, ma anche quel che é, e nessun dono lascia immune il donatore, o la donatrice. Nessun amore fra chi insegna e chi apprende è immune dalla manipolazione e dal risentimento. Come nessuna relazione fra chi cammina sulla terra”.
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Tornavo dunque da Torino, ieri mattina, dopo una lezione alla Scuola Holden (partita sulla questione dei mediatori culturali su carta-radio-web, si è trasformata in una conversazione sulla letteratura fantastica, con reciproca – credo – soddisfazione) e dopo aver assistito alla…