Piango, come molti e molte, Cormac McCarthy, che ci ha portato nei suoi anni di scrittura ai vertici assoluti della letteratura. Dicendoci che la letteratura non consola, ma scandaglia negli abissi per mostrarci chi siamo e cosa abbiamo fatto.
Soprattutto nell’ultimo, meraviglioso romanzo, Il passeggero, McCarthy mostra come un mondo, il mondo dei padri, si sia sgretolato. Travolgendo chi non vuole essere come loro, e dunque non vuole concepire bombe e morte. Travolgendo soprattutto una donna, Alicia. Ma mostrandoci anche, grazie al personaggio del trans Debussy, come altre possano essere le vie. E’ un romanzo, almeno per me, che mostra tutte le incrinature del maschile. Fra le altre cose, certo: perché se crolla un sistema, è il sistema concepito dagli uomini.
Tredici anni fa, John Jurgensen lo intervistò per il Wall Street Journal e gli chiese proprio di quello che sarebbe divenuto Il passeggero: “Erano cinquant’anni che volevo scrivere su una donna. Non sarò mai competente abbastanza da farlo, ma a un certo punto bisogna provare”.