Certo, è facile. Ed è proprio quella facilità che mi resta addosso da ieri pomeriggio, quando sugli schermi sfilavano le immagini dei funerali di Stato per Silvio Berlusconi e da alcuni profili Facebook arrivavano le notizie di quel peschereccio affondato nelle acque greche, carico di oltre settecento persone. Mi sono detta che non era possibile che quella notizia, che solo oggi ha conquistato una posizione rilevante sui giornali ma che ieri era relegata molto molto in basso, venisse tralasciata. Mi sono detta che così è troppo, che neanche il più ardito fra i romanzieri avrebbe cercato un effetto del genere.
Ma proprio perché è troppo e perché è facile bisogna dirlo.
E dunque, da un lato la cronaca del chi c’era. Non solo. La cronaca di come erano vestite le partecipanti al funerale, e chi di loro avesse rispettato il dress code. E dunque: camicia di voile, velette di pizzo, cerchietti neri in pelle, décolleté Christian Louboutin, collane di perle, Kelly di Hermès nera, mini bag nera Candy Jodie Micro di Bottega Veneta.
Dall’altra. Ho visto cosa c’è e ci sarà, dall’altra parte. L’ho visto a Lampedusa.