A dodici anni la mia merenda di metà mattina erano quattro tramezzini gonfi di carciofini e di tonno e salmone e salame e uova e pomodoro e mozzarella, e ancora adesso mentre lo scrivo ne riprovo il desiderio, anche se non potrei fare mai più una merenda del genere, perché so quanta è faticosa la fame per perdere i chili, e quanto occorra esercitare un potere violento su se stessi per farsi obbedire dal corpo prima che ti scappi di mano.
Ieri a Fahrenheit il libro del giorno era “Balena” di Giulia Muscatelli. E’ un memoir bello e potente, che non ha paura di esplorare anche il lato fallibile della body positivity. Raccomandandovelo, posto qui un articolo che ho scritto a giugno per La Stampa. Sul fatto che la grassezza è faccenda che non si perdona, e che è vero, come dice Muscatelli, che una donna magra può parlare di tutto e una donna grassa può parlare solo del proprio corpo.