Si prosegue, dunque, ed è tanto più necessario parlare di immaginazione e di narrazione nel momento in cui le narrazioni vengono espulse, come è avvenuto in queste ore alla Buchmesse di Francoforte che ha cancellato l’assegnazione del Literaturpreis alla scrittrice palestinese Adania Shibli, autrice del romanzo Un dettaglio minore, dove si narra un fatto vero del 1949, ovvero lo stupro e l’omicidio di una ragazza beduina da parte di soldati israeliani. 
Qui sotto, sempre dagli Stati generali dell’immaginazione, l’intervento di Giulia Passarini sull promozione editoriale.
“Fare di se stessi il tramite di un’esperienza personale: questo è un po’ a mio parere il punto che intercetta una delle tendenze dei nostri tempi, e cioè il bisogno di immedesimazione, di rispecchiamento, di una convalida di temi e sentimenti che sono in primis nostri, ma che raccontati da qualcuno a cui riconosciamo autorevolezza diventano non solo più reali, diventano reali nel mondo reale.
La sensazione – e il rischio –  è che in questo modo la lettura di un libro diventi soltanto un terreno di convalida di ciò che conosciamo, e non più un modo per entrare in contatto con ciò che ci è lontano e precluso nella realtà, che per me è sempre stato negli anni il senso e la vera attrazione della letteratura.”