Poche parole sull’immaginazione e l’immaginario anche oggi, partendo da questa notte, la notte di Halloween. Avviene da molti anni che in questa occasione si prenda parola per condannare i festeggiamenti, le zucche, i costumi e tutto quello che costituisce il rito moderno (consumistico? Sì, anche e non solo però). Da ultimo si sono levate due voci: quelle di alcuni parroci romagnoli, che ritengono grave il “rito satanico” mentre infuria la guerra, e quella di Stefano Massini su Repubblica, che chiede di spiegare quale sia il senso di questa ricorrenza: “se tutto intorno la morte è un cabaret”, scrive, e sostiene che se intorno a noi si uccide e si muore, il gioco di Halloween non dovrebbe esserci.
Invece, è importante che ci sia.