IL SENSO DI HALLOWEEN

Poche parole sull’immaginazione e l’immaginario anche oggi, partendo da questa notte, la notte di Halloween. Avviene da molti anni che in questa occasione si prenda parola per condannare i festeggiamenti, le zucche, i costumi e tutto quello che costituisce il rito moderno (consumistico? Sì, anche e non solo però). Da ultimo si sono levate due voci: quelle di alcuni parroci romagnoli, che ritengono grave il “rito satanico” mentre infuria la guerra, e quella di Stefano Massini su Repubblica, che chiede di spiegare quale sia il senso di questa ricorrenza: “se tutto intorno la morte è un cabaret”, scrive, e sostiene che se intorno a noi si uccide e si muore, il gioco di Halloween non dovrebbe esserci.
Ecco, è che Halloween, l’antica Samhain (non è un prodotto d’importazione: basterebbe leggere i libri di Eraldo Baldini sull’argomento, o persino googlare, per saperlo), è esattamenteil momento in cui da sempre, con guerre e carestie in corso, prendiamo atto di quel che siamo: donne e uomini che danzano in un cono di luce, circondati dalle tenebre.
Come scrive Baldini, “Ma, volendo immaginare che gli scriventi siano in buonafede, si può anche pensare che si tratti solo di pregiudizio e di ignoranza (intesa nel senso etimologico del termine). Che non sappiano affatto cos’è Halloween, arcaica celebrazione originariamente densa di religiosità che, pur ovviamente con altro nome, fu propria di tutte le popolazioni europee (italici compresi) – che con l’emigrazione la portarono poi in America – quale importante culto dei morti (la Chiesa stessa nell’alto medioevo a cercò di cristianizzare quelle usanze trasformandole nelle festività di Ognissanti e Commemorazione dei defunti). Che non sappiano che il significato e la celebrazione di Halloween altro non sono che uno straordinario “esorcismo comunitario” contro il male”.

In altre parole, questa notte è l’occasione per rientrare in contatto con i mondi magici, anche inconsapevolmente, anche superficialmente, ed è esattamente a questo che servono i rituali, letterari o festaioli, che riguardano il giorno dei morti. Aprire i confini, farci guardare negli occhi la nostra mortalità. Possiamo farlo oggi con gli spritz e ieri con i biscotti a forma di osso, non è questo. E’ l’essere insieme che conta. Anche e forse soprattutto quando camminiamo in valli oscure.

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