Cosa sto scrivendo, dunque?
Sto scrivendo un romanzo. Tratto da Il segno del comando, ovvero dallo sceneggiato di Giuseppe D’Agata (e altri, la questione dell’ideazione e della sceneggiatura è complessa e non la rievocherò qui), che più avanti ne trasse a sua volta un libro.
Ma questa sarà un’altra storia: l’idea è di questa estate, quando con Roberto Genovesi, allora fresco direttore di RaiLibri (finalmente uno scrittore a RaiLibri!) ne discutemmo davanti a una bibita. RaiLibri, infatti, apre una collana che è dedicata proprio alla riscrittura di alcuni tra gli sceneggiati storici più amati.
Ma, appunto, la mia non è una semplice novellizzazione: sto scrivendo un vero e proprio romanzo gotico che più gotico non si può. Rispetterò i personaggi, l’ambientazione e lo schema dello sceneggiato: ma ci sarà molto, molto altro. Ci sarà l’Italia del 1971 e tutte le oscurità e i fermenti che correvano sottopelle. Ci saranno storie che si intreccerano alla vicenda principale. Ci saranno le motivazioni e le vite dei personaggi secondari e ce ne saranno molti assolutamente nuovi. Ci sarà un finale diverso rispetto a quello giustamente sospeso dello sceneggiato. E, in ordine sparso, ribelli e cospiratori, cultori dell’esoterismo vecchi e nuovi e veri e falsi, alchimisti e streghe (metaforiche e reali), e tutto quel che il gotico ama ed è.
Uscirà in autunno, ovviamente per RaiLibri.