Sì, proprio le librerie. Se le rivoluzioni pacifiche sono fatte di parole (e come vedremo anche di musica), le librerie veicolano parole e le mettono al centro dei discorsi. Le librerie chiudono, e chiudono i cinema. Oggi sono Sale Bingo, o centri congresso, o sale multimediali o depositi o sono stati occupati e poi sgombrati e sono abbandonati, come molti degli edifici di Roma.
Eppure bisognerebbe ricordare quel che scrisse Beniamino Placido molti anni fa: “la sera del 30 maggio 1984 fu il trionfo della civiltà dell’Estate romana, della civiltà dell’Effimero. Alla quale molti, che hanno in testa solo il cemento armato (costruite scuole, case, ospedali!) fanno la stessa domanda che sanno fare alla Letteratura o alla Musica: a che serve? Serve – sciocconi – a civilizzare le persone”.