Proprio in questi giorni? Sì, proprio in questi giorni. In giorni di polarizzazioni, di impossibilità di discutere, di dimissioni e licenziamenti e censure. E di silenzi. Dagli Stati Generali dell’Immaginazione l’intervento di Massimo Carlotto. Da leggere e ricordare.
“Non c’è settore che non mostri segni profondi di crisi dal punto di vista della credibilità e non è un mistero per nessuno il fatto che, oggi, la cultura italiana non sia più in grado di incidere sulle grandi e piccole scelte del Paese. Nel corso degli anni, a partire dall’avvento del berlusconismo, la relazione con la società si è modificata e oggi il ruolo è soprattutto ideologico e legato alla produzione di consenso. Questo modello di democrazia ha bisogno di un’industria culturale che consoli e distragga, che illuda e depotenzi i conflitti. La cultura come indispensabile radicalità della visione del presente esiste solo come concetto e pratica minoritaria, giusto per affermare l’esistenza della libertà di espressione come concetto formale.”