Un frammento di Roma dal bordo, a corollario del post di ieri.
L’aggiornamento del neoproletariato di Tommaso Labranca significa spostare più in là il disprezzo per i poveri, gli ignoranti, i barbari. Quello che un tempo apparteneva ad alcuni intellettuali e ai ricchi, e che appunto è stato raccolto dagli ex barbari divenuti alla moda, per destinarlo a chi non ha nulla, neppure le parole.
Avendo vissuto quel disprezzo dalla parte della barbara, lo riconosco negli altri, e soprattutto nei miei vicini di non quartiere che gli intellettuali ipnomediatici allora, e oggi ipnotizzati essi stessi dai social, non conoscono, perché la loro Roma è diversa dalla mia.
Quello che di Roma afferro io, allora, è il desiderio frustrato e infine abbandonato di chi voleva vivere in quella che riteneva la vera capitale, quella del centro: non più, perché infine si capisce che quella vera capitale non esiste, e dunque non vale la pena insistere.