Noto che dopo l’intervista con cui il ministro Valditara anticipa le Nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo scolastico, ci si è concentrati in buona parte sulle poesie a memoria o sul latino o sulla Bibbia (che secondo Paola Frassinetti, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione, di Fratelli d’Italia, è rilevante ” per aver ispirato numerose opere di letteratura, musica, pittura e influenzando il patrimonio culturale di molte civiltà”), ma non troppo, mi pare, sull’idea di fondo delle indicazioni. Che Valditara ha esplicitato al Giornale: “prendiamo il meglio della nostra tradizione per una scuola capace di costruire il futuro”.
Questa idea di una scuola che si concentra sulla cultura della regola é faccenda di cui si parla da parecchio tempo, ed è questo il problema, non certo il latino, non certo le poesie a memoria (e neanche introdurre la lettura di Stephen King: cosa che peraltro si fa da tempo, in diverse scuole, su), e neanche la Bibbia in sè. E viene dalla commissione di studio sulle Indicazioni nazionali, che è stata coordinata, per volere del ministro Valditara, da Loredana Perla. La quale Perla, oltre a insegnare Didattica e pedagogia speciale all’Università di Bari, è autrice con Ernesto Galli della Loggia di Insegnare l’Italia. Una proposta per la scuola dell’obbligo (Scholè). Parola chiave: identità. Libri per indurre bambine e bambini all’italianità, Cuore di Edmondo De Amicis e Pinocchio di Collodi.
Due libri che vengono incredibilmente fraintesi dalla “nuova scuola”.
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Se qualcuno avesse nutrito dubbi su cosa sia X di Elon Musk, posso garantire che ho passato parte del pomeriggio e della serata di ieri a bloccare fascisti. Per meglio dire: account in gran parte finti con nomi improbabili.
Non scrivo niente di nuovo, ovviamente. Né sto dicendo di lasciare X: sono stata sempre convinta che i territori, sia pur virtuali, vadano presidiati. Anche se costano la piccola fatica di premere il pulsante “blocco”: ovviamente, non si discute con i Bot.
Ah, cosa avevo scritto per far infuriare questi signori e signore? Avevo postato la vignetta di Gianluca Costantini su Christian Raimo, che come forse è noto ha ricevuto tre mesi di sospensione dall’insegnamento per aver paragonato la politica scolastica del ministro dell’Istruzione Valditara alla Morte Nera di Star Wars. Su cui ci sarebbero parecchi ripassi da fare, e parecchia memoria da rievocare, perché, se ricordate, quell’arma di distruzione che era la Stazione Orbitale da Battaglia DS-1, detta in originale Death Star, è simile a una luna oscura ma ha un cannone laser così potente da poter distruggere un pianeta in pochi secondi. Basta vedersela orbitare sopra la testa per essere terrorizzati.
Star Wars a parte, ci sono parecchie cose su cui riflettere in questa vicenda.
Ci sarebbero molte cose da dire, su quanto avviene negli ultimi giorni. Non me ne vorrete se rimango sulla scuola. Anzi, dal commento al post di venerdì traggo l’articolo di Girolamo De Michele su Euronomade, apparso in versione più breve sul Manifesto, tanto per capire cosa ci sta accadendo.
“La pubblicazione del decreto contenente le “Linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica”, lo scorso 7 settembre conferma, e in qualche caso aggrava, le preoccupazioni suscitate dalle anticipazioni dello stesso ministro Valditara, e dal parere del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che il ministro in buona parte ha ritenuto di non accogliere.
Un rifiuto che riguarda anche alcuni rilievi tecnici, ad esempio sulla confusione tra finalità e obiettivi, tra contenuti e competenze: “approfondire il concetto di Patria” e “Riconoscere il valore dell’impresa e dell’iniziativa privata” competenze non sono, come ha rilevato il CSPI, ed è quantomeno problematica questa confusione terminologica e concettuale in un testo ministeriale”.
“Le Linee Guida dovrebbero offrire “una cornice efficace entro la quale poter inquadrare temi e obiettivi di apprendimento”: ma questa cornice diventa una strozzatura nella immediata delimitazione di questi obiettivi al “sentimento di appartenenza” che deriva dal nascere e vivere “in un paese chiamato Italia”. La stessa esperienze del mondo e del sé del bambino viene ristretta a questo contesto geografico, appiattendo la ricchissima esperienza della formazione del sé di cui si occupano una pluralità di discipline e saperi coinvolti in questa materia trasversale.
Ma qui incontriamo una seconda, più seria strozzatura: la reinterpretazione in chiave unicamente personalistica della Costituzione, cui viene correlata una rilettura degli artt. 41-42 che vede solo l’iniziativa privata e, di fatto, l’individualismo possessivo, tagliando via i limiti all’iniziativa privata, primi fra tutti l’utilità e la funzione sociale.”
E così il ddl Valditara è diventato legge. Tra l’altro, introduce già da questo anno scolastico, ” il voto in condotta nelle scuole medie e nelle superiori (si viene bocciati con il 5 in condotta e rimandati con il 6) e prevede, a carico degli studenti responsabili di aggressioni a danno di dirigenti scolastici, docenti e altro personale della scuola, multe da 500 fino a 10.000 euro. Il testo, inoltre, mette in soffitta i giudizi descrittivi e ripristina i giudizi sintetici nella scuola elementare (sufficiente, buono, ottimo). ”
Né i docenti potranno protestare più di tanto. Ho avuto già occasione di parlarne, ma esiste già da due anni e mezzo il codice comportamentale per i docenti adottato con D.M. n. 105 del 26.04.2022, che all’articolo 13 dispone che il dipendente sia astenga “dal pubblicare, tramite l’utilizzo dei social network, contenuti che possano nuocere all’immagine dell’Amministrazione”.
Non occorre stupirsi. La scuola di governo si delineava già prima della campagna elettorale. Ripubblico dunque qui l’articolo che scrissi per l’Espresso in quell’estate 2022 che sembra tragicamente lontana, e invece ne portiamo tutto il peso.
In un famoso libro del 2004, L’epoca delle passioni tristi, Miguel Benasayag e Gérard Schmit dicevano: “L’educazione dei nostri figli non è più un invito a desiderare il mondo: si educa in funzione di una minaccia, si insegna a temere il mondo, a uscire indenni dai pericolo incombenti”. Così è anche peggio: si insegna a desiderare un mondo di efficientamento, e non è un bel mondo.
“Proprio non ti capisco, eppure sei un professore!”. Così si sente apostrofare Immanuel Raat, detto Unrat (ovvero Spazzatura), ne L’angelo azzurro, che Josef von Sternberg trasse nel 1930 dal romanzo di Heinrich Mann. La storia è quella di un insegnante tirannico che cade vittima della malia amorosa per una ballerina, smarrendo senno e lavoro per aver agito contro il decoro, pur avendolo considerato indispensabile durante il suo insegnamento: perché ogni risata o distrazione era per lui “una ribellione al potere pubblico”.
La frase “eppure sei un professore” probabilmente non ci sarà nell’istruttoria interna che riguarda Christian Raimo, insegnante e scrittore. Ma, ci scommettiamo, il decoro sì. L’indagine disciplinare è stata annunciata all’inizio di aprile dopo la sua partecipazione alla trasmissione L’aria che tira, quando aveva affermato: “Che cosa bisogna fare con i neonazisti? Per me bisogna picchiarli”. Non è malizioso pensare, però, che probabilmente l’approfondimento disciplinare riguarderà soprattutto i numerosi articoli e post su Facebook dove Raimo prende le distanze dall’orizzonte pedagogico di Valditara: in questo modo potrebbe essergli contestato un danno d’immagine al ministero. Perché, e questo è il bello, esistono articoli del codice etico che impongono di astenersi su giornali e social “da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza”.