TRE DOMANDE, E UNA LUNGA STORIA, SU CASTELLUCCIO DI NORCIA

Qualcosa sta avvenendo a Castelluccio di Norcia. Non si vuole che se ne parli, si minacciano querele, sui telegiornali vedrete solo servizi idilliaci sulla rinascita della Piana. Ma qualcosa sta avvenendo e di questo qualcosa occorre parlare.
Non perché si vuole agire contro gli abitanti di Castelluccio, come molti dell’Umbria e delle Marche provati dal terremoto, costretti fuori dalle proprie case, abbandonati con le macerie ancora al loro posto e senza alcun segnale di ricostruzione. Abbandonati al dolore e alla disperazione, come si sta ripetendo, in pochi, dall’ottobre 2016.
Ma qualcosa sta pur avvenendo, e questo qualcosa va raccontato.
Tutto comincia venerdì scorso, con una fotografia di Ansa Marche dove si mostra una spianata di cemento con vista sulla Piana di Castelluccio di Norcia. Sono i lavori di sbancamento per quello che sarà il futuro centro commerciale. Per ora lo chiamiamo così, ma come si vedrà usando questa definizione si rischia grosso.
Passo indietro.

La nascita del Deltaplano

Il centro commerciale, detto Deltaplano, dovrà ospitare un totale di 10 ristoranti e 18 attività commerciali e di servizio. Sarà composto da tre fabbricati, ciascuno avente dimensioni di circa 40m x 13m posti su due livelli. Coinvolgerà circa 11.000 mq della collina. Modificherà, anche se ci si sgola a dire che “è nella cava, che comunque era già brutta” il profilo del colle, avrà una posa in cemento su zone precedentemente non edificate e sarà visibile dal Pian Grande.
Il Deltaplano viene annunciato nel luglio scorso: allora si parla di una sponsorizzazione della Nestlè (al momento a quanto pare decaduta) e del progetto dell’archistar Francesco Cellini (di cui non sembrano esserci tracce sui cartelli di inizio lavori).
Ci si chiede, subito: come mai quando le macerie sono ancora al loro posto dall’ottobre 2016, si pensa alla costruzione di una struttura commerciale? Per ospitare, si risponde, ristoranti, bar, caseifici, servizi per i turisti. Costo stimato, due milioni e mezzo di euro, a carico della Protezione civile. Sul cartello di inizio lavori, almeno per questa fase, il costo scende a 1.263mila e spicci, più altri 43.000 e spicci per la sicurezza.
Bene, si dice. Ma come mai in un Parco? Come mai si corre rapidamente per la realizzazione del Deltaplano mentre i paesi sono crollati e, al tempo, le Sae ancora di là da venire?
Le reazioni sono dure. La presidente della Regione Umbria diffida dall’usare i termini centro commerciale. Cosa è mai allora? Un “villaggio alimentare”, vien detto qua e là. Una struttura provvisoria. Ma dei fondi per lo smantellamento non si trova traccia.
Ricorda Mario di Vito, che per il Manifesto seguì la vicenda: “Quando dalle montagne di carte relative al dopo-sisma emerse questa storia – luglio 2017 -, i vertici della Regione Umbria e i privati interessati alla costruzione del centro commerciale hanno prima bollato le voci come «fake news» (strategia ormai un po’ patetica, usata a vari livelli, per scavalcare le obiezioni senza discuterne) e poi hanno cominciato a rassicurare: non ci sarà cemento, sarà una struttura a impatto zero, ci sarà anche una copertura in verde che non disturberà il paesaggio e così via”.
Il benestare dell’ente parco
Andiamo avanti. Febbraio. Un comitato locale si fa promotore dell’uscita del territorio di Castelluccio dal parco Nazionale dei Monti Sibillini. Troppi rallentamenti nella ricostruzione, vien detto. E probabilmente anche del centr…del villagg…chiamiamolo Voldemort, come colui che non si deve nominare in Harry Potter. La protesta nasce dal parere contrario dell’ente parco alla realizzazione di un parcheggio per auto e camper a servizio del Deltaplano. Ma non è questo il punto: il parcheggio veniva chiesto già prima del terremoto da una parte degli abitanti per un modello di sviluppo turistico.
Il punto è che il progetto stesso del Deltaplano è stato autorizzato dall’ente parco a settembre 2017 in una riunione convocata dal commissario straordinario per il terremoto con Protezione civile, Ente Parco, Ministeri dell’ambiente e dei beni culturali, regione Umbria, Comune di Norcia. Come è possibile aver scavalcato il vincolo paesaggistico del parco? Come è possibile che sia stata ottenuta la Vinca (valutazione incidenza ambientale) e il successivo benestare?
La presunta bufala e la minaccia del sindaco
Dunque, torniamo a venerdì. Esce la fotografia, circola. Ci si preoccupa. Chi si preoccupa viene monitorato sulle proprie bacheche da alcuni commentatori (social media manager e altro) che difendono a spada tratta il Deltaplano e sostengono che la foto dell’Ansa è un falso. A testimonianza, si postano altre foto, non esattamente, però, rassicuranti, come si vede in quella qui sotto.
Si accusa, su numerose pagine, uno scrittore locale, Michele Sanvico, di aver modificato ad arte la foto per ottenere visibilità (Michele Sanvico lavora sui rendering pubblici e sui dati ufficiali, però: perché avrebbe dovuto modificare la foto? Tant’è, qua e là si legge questo).
Bufala, si urla. Come si era urlato a luglio.
Di più, il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno, detta all’Ansa questa dichiarazione:
“Basta fake news su Castelluccio, da ora in poi il Comune si tutelerà avviando azioni legali contro chi diffonde notizie false come quella che circola sui social e che racconta della costruzione di un ecomostro sul Pian Grande. A questo punto ci vediamo costretti ad affidare a un legale il mandato di raccogliere notizie e post falsi e agire di conseguenza. Dobbiamo farlo per tutelare soprattutto la nostra gente che attende di ricominciare a lavorare e vivere dopo oltre un anno e mezzo dal terremoto”.
Un intermezzo sui protagonisti
Nicola Alemanno, Forza Italia, ha ricevuto recentemente due avvisi di garanzia, uno per il centro polivalente di Ancarano e uno per quello di Norcia, per violazione della normativa edilizia per la realizzazione del centro “in assenza del necessario permesso a costruire e dell’autorizzazione paesaggistica”.
Alfiero Moretti, coordinatore dell’Ufficio speciale ricostruzione Umbria, responsabile della Protezione civile regionale, indagato nel 2015 per turbativa d’asta. (“con mezzi intimidatori e d’istigazione”, secondo i pm, gli indagati avrebbero tentato di estromettere dalla gara per la gestione degli auditorium comunali San Domenico, ex-Chiese di Santa Caterina e del Crocifisso, poi vinta dal Consorzio Servizi Integrati Foligno, un raggruppamento temporaneo di impresa).
Carlo Bifulco, dall’ottobre 2016 direttore dell’ente parco, già direttore del parco del Vesuvio, arrestato nel 2007 con l’accusa di truffa per false demolizioni di costruzioni abusive.
Tutto questo non ha nulla a che vedere con la vicenda, è tanto per fornire una piccola cronistoria, che potrete approfondire nei link in fondo al post. Detto questo, immagino che le vicende giudiziarie siano ormai concluse favorevolmente, e sarò lieta di darne notizia.
Le tre domande
Ieri ho postato tre domande su Facebook. Le ripropongo qui e continuerò a riproporle.
Prima. La data di inizio e fine dei lavori di Voldemort è 9 aprile-9 giugno 2018. Come mai ci vogliono solo due mesi per realizzare il Deltaplano e per avere le prime casette provvisorie nella zona colpita dal terremoto c’è voluto un anno e mezzo? La questione della tempistica è illuminante: non ci sono modi per costruire subito le case, ma ci sono i soldi per le opere di bonifica del territorio, costruzione di opere di urbanizzazione primarie e costruzione di quello che chiamano il “villaggio alimentare”.
Seconda. L’ente parco ha dato il benestare agli 11.000 metriquadri che comunque interferiranno con il panorama di Castelluccio MA in nome delle violazioni ambientali è stato disposto il sequestro di un container a San Martino di Fiastra dove una donna di 95 anni, Peppina Fattori, voleva, semplicemente, morire. Perché?
Terza. Se si dice che il volere dei residenti e ristoratori di Castelluccio deve essere rispettato senza se e senza ma, come mai lo stesso rispetto senza se e senza ma non valeva per chi non vuole il Tav in Val di Susa? I residenti contano soltanto quando servono? Oppure vanno rispettati – giustamente – in quanto terremotati?
A latere. Come riporta Mario Di vito: “chi ha contestato il progetto sin da subito è stato additato come nemico della comunità di Castelluccio. Sapete quanti abitanti fa Castelluccio? Secondo il censimento del 2011, centoventi, ma l’ultima rilevazione statistica parla di appena otto persone che ci vivono stabilmente, estate e inverno.
Siete svegli e avete capito: i 10 ristoranti e le 18 attività commerciali, per lo più, non appartengono alla gente di Castelluccio. Quindi sarebbe stato più corretto parlare di «torto ai commercianti» più che di odio verso gli abitanti del borgo.
[Tra l’altro, questa retorica del «taci, tu non ci vivi» ha stancato: fatemi capire, se domani buttano giù il Colosseo per farci un parcheggio, io dovrei stare zitto perché non vivo a Roma?]”
E allora (tre-bis), come mai quel rispetto non è stato tributato in oltre un anno e mezzo quando le persone sono state deportate in costa, illuse per soluzioni che non arrivavano, osteggiate in ogni passaggio burocratico?
Sono pedante? Sono pedante. Ma prima di proseguire in una tristissima guerra interna, vorrei le risposte. Tre domande. Tre risposte. Ho molto tempo. Quello che i terremotati non hanno. Grazie.
I Link
Tre pareri sul perché il Deltaplano costituisce un problema
https://ippodamo.blogspot.it/2017/07/castelluccio-merita-qualcosa-di-piu.html
http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/minacce-danni-sui-sibillini-marcite-norcia-pian-grande-castelluccio/
https://www.facebook.com/notes/emidio-di-treviri/villaggio-commerciale-di-castelluccio-norcia-il-mostro-temporaneo-che-ricatta-il/121160985186489/?fref=mentions
Le cronache precedenti sui tre protagonisti
https://www.panorama.it/news/marco-ventura-profeta-di-ventura/lorenzetti-arrestata-tav-umbria/
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/06/13/parco-vesuvio-la-grande-truffa.html
http://www.ansa.it/umbria/notizie/2018/01/06/avviso-di-garanzia-per-sindaco-di-norcia_731e9cd1-78b3-400c-846a-5e6059a09eec.html

Un pensiero su “TRE DOMANDE, E UNA LUNGA STORIA, SU CASTELLUCCIO DI NORCIA

  1. Conosco e frequento Castelluccio dagli anni “70 e vi ho passato negli ultimi 5 anni prima del terremoto indimenticabili giorni di vacanza a contatto con gli abitanti del posto in tutte le stagioni,in particolare in autunno quando la magia di Castelluccio si impone in tutto la sua struggente bellezza.Sono stato l’unico che dal 2011 si è battuto e ha protestato contro la costruzione del fitodepuratore sotto il borgo con una soluzione che ha sconvolto il paesaggio di Castelluccio:nessuno ne ha parlato o protestato ; non i cittadini non le associazioni ambientaliste (Italia Nostra Fai WWF Verdi Movimento 5 Stelle …tutti all’oscuro!) non i ministeri e organi competenti come confermatomi per iscritto dal sottosegretario ai Beni artistici e ambientali dell’epoca sig.ra Ilaria Borletti Buitoni (nota appassionata del Fai) quando ministro era ministro Orlando. Come allora per l’ubicazione del mostruoso fitodepuratore grande come un campo di calcio e che invito ad andare a vedere come è ridotto ! anche questa volta la classe politica i tecnici e il mondo degli interessi economici di quel territorio hanno preso tutti in contropiede mettendo tutti davanti al fatto compiuto,senza alcuna seria ponderazione di possibili soluzioni alternative più rispettose dell’ambiente,come ad esempio la collocazione di strutture meno invasive lungo via delle Cavalle lato Pian Perduto dove la roccia è stata già scavata e violentata da tanti decenni e dove sono collocati attualmente orribili capannoni di ricovero del bestiame : se proprio si voleva costruire perchè non farlo lì ,con strutture meno invasive e veramente temporanee?Ma la domanda è retorica:siamo in Umbria e in Italia e tutti sappiamo come e perchè le cose vanno sempre così,ossia in peggio,senza rispetto per la natura e il paesaggio, gli ultimi beni che ci rimangono o meglio ci rimanevano in questo Paese ormai allo sbando e al degrado.E per carità non lamentiamoci : abbiamo i politici e gli amministratori che ci meritiamo per disonestà ignoranza incultura e insensibilità ai valori del bello della natura e del paesaggio!
    Ilario Menghi 4 maggio 2018

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