UN CUT-UP E UN APPELLO

Cominciamo dall’appello "esoterico": lo lancia Giuseppe Genna qui, così:
"a parte Vibrisse,
alla letteratura-letteratura in Rete vedo che manca una stazione
centrale, un aggregatore totale, che richiederebbe però una redazione,
seppure in contatto soltanto via mail. Per il momento, chiedo al coloro
a cui l’ho già chiesto: vi interesserebbe fare dei Miserabili una
rivista letteraria coordinata da me (non diretta: si tratta solo di
gestione tecnica dei documenti)? Coloro a cui mi rivolgo, possono
esprimere un’eventuale adesione via mail. Da solo non ce la faccio, è
assodato – o, almeno, al momento non ce la faccio. Con altri, sarebbe un discorso diverso".

Il cut-up si deve ad Alessandro Canzian, si trova su Nazione Indiana sotto il titolo "Leccare la lingua altrui come quando ci si bacia" ed ha questa motivazione:
"Questo montaggio di frasi da interviste e recensioni trae spunto dalla
recente discussione sulla lingua degli scrittori italiani
contemporanei, avviata da Massimo Rizzante e Giacomo Sartori e
proseguita, sul web e su carta, a capannelli sempre più larghi. Da più
parti è rimbalzato, implicito o detto a chiare lettere, l’invito agli
scrittori a esprimersi in prima persona su questi aspetti del loro
lavoro: padronanza e pratica della lingua, suo utilizzo consapevole,
ricerca della parola, rapporto tra lingua e storie e tra lingua e
tecniche narrative. In parole povere, un’esortazione ad aprire l’officina e mostrare i ferri del mestiere, a dire qual era l’intenzione
espressiva dietro l’uso di questa o quella parola, di quel registro, di
quel fraseggio. Ci è venuto in mente che… sta già accadendo. Negli
ultimi anni abbiamo visitato diversi autori nelle loro officina, li
abbiamo ascoltati con vivo interesse. A volte si trattava di autori
lontani dal campo di interessi (e pregiudizi) della critica più
accademica. Autori verso cui non corre il pensiero, quando si riflette
sulla “prosa d’arte” del giorno d’oggi. Scrittori che compiono scelte
azzardate, ma in una dimensione “pop” e fortemente narrativa.
Interrogando i motori di ricerca dei siti e dei blog letterari, abbiamo
riportato alla luce spiegazioni e dichiarazioni. Le abbiamo raccolte,
tagliate, accostate e incollate. Abbiamo cercato di individuare le
costanti, le intersezioni tra i progetti. Sono emersi due grandi nuclei
di problemi, di cui scriviamo nell’appendice. Qual era il nostro
intento? Quello di stimolare un’ulteriore produzione di domande, da
sottoporre a un insieme più vasto di scrittori. Da queste prime battute
potrebbe prendere forma un questionario approntato collettivamente, e
dalla sua circolazione un’inchiesta sulla lingua italiana nella
letteratura odierna, con particolare (ma non esclusivo) riferimento
alla narrativa, oggi la scrittura più praticata. Come ha detto da
qualche parte Tiziano Scarpa, oggi “il romanzo è re”, che questo
piaccia o no".

Leggere, please.

17 pensieri su “UN CUT-UP E UN APPELLO

  1. Interessante il passo giugenniano “chiedo a coloro a cui l’ho già chiesto: vi interesserebbe fare dei Miserabili una rivista coordinata da me?”.
    Insomma, tutti coloro a cui non l’ha espressamente già chiesto devono sentirsi esentati?

  2. Lipperini, mi spieghi meglio, (lo sa) sono appena arrivato e non conosco gli avvenimenti.
    Fino ad ora sono stato per piazze sotto i palchi ad ascoltare comizi perchè dovevo farmi un’idea. Non ho voglia di cambiara (sia chiaro) ma vorrei scoprire nuovi orizzonti, seminare un altro pezzo di terra.
    Ho notato che quando c’è da parlare sono in tanti a spalmare idee come crema abbronzante ma quando si tratta di lavorare tutti hanno qualcosa da fare.
    Può spiegarmi in poche righe cos’è i “Miserabili”?
    Sono poco d’accordo con Tiziano Scarpa quando dice che il “romanzo è re” …
    Il tempo della letteratura è cambiato … non si ha più il tempo per scrivere romanzi, oggi vive la velocità, la rapidità, il colpo, ci ha provato la napoletana Parrella che poi si dimostrata “legnosa ” quest è il tempo del
    ” vac ‘e press “, delle riunioni condominiali consumate il venerdi sera sui gradini dell Scala A, e l’unica forma espressiva che abbiamo sperimentato con successo nella nostra officina sono ” I BIGLIETTI “.
    Intenderà meglio quando riceverà il nostro primo libro_bis.
    Bravo Canzian (che non conosco)
    quando dice ” un’esortazione ad aprire l’officina e mostrare i ferri del mestiere, a dire qual era l’intenzione espressiva dietro l’uso di questa o quella parola, di quel registro, di quel fraseggio”.
    Bene molto bene, è quello che facciamo da anni e solo grazie a questo confronto abbiamo teorizzato il LIBRO_BIS.
    Ieri sera gliel’ho dimostrato, Moresco non è uno scrittore resistente perchè alla prima richiesta di colore è caduto … e vi riporto l’esempio.
    ” Moresco dimostra il suo vero valore quanto tenta il colpo di colore e dice che le “crepe” sono ” indecenti “.
    Lipperini, lei lo sa, per trovare una parola a volte passane settimane, mesi. Si arriva a disperarsi.
    Dia uno sguardo a questo sito, era anche sull’ultimo Venerdi… ( pagina 19 ) http://www.blurb.com – adesso può pubblicare con l’aiuto di un soft le parti più belle e significative dei suo sito.
    A presto.
    Vincenzo Naclerio

  3. A noi orchi il signor Genna sta un po’ antipatico. Volete sapere perché? Bene, perché è assai presuntuoso, si sente un grande scrittore (sic) e pontifica insopportabilmente su tutto.

  4. Abbiamo di recente fatto un’intervista a Genna, un ‘intervista non tanto su di lui come scrittore, quanto su alcuni temi, che ci sembrava, emergessero nella loro inattualità oggi, anche grazie a lui. temi che ci erano e ci sono assolutamente cari.
    Tipo l’importanza, il sogno, la luce di una nuova scrittura epica. Un’epica, si intende, del quotidiano: qualcosa di non lontano da un’epica surrealista. O dalla “illuminazione profana” di cui parlava Walter Benjamin.
    Una forma di scrittura in cui il soggetto scrivente, l’autore, ma, in conclusione, oggi direi anche il lettore venissero meno. In una sorta di “memersione” del collettivo. Inteso come sogno, visione dell’immaginario incoscio collettivo.
    Le cose sono emerse, così, quasi per caso, durante l’intervista e non erano pensate a tavolino (né da noi, né, credo, da lui). Sono emerse, semplicemente, perché Genna può essere un’occasione per farle emergerere, nel mare del pressapochismo e del vuoto filosofico-letterario giovanile di oggi.
    Insomma, abbiamo preso Genna un pertugio con cui cercare punti di incontro. E li abbiamo trovati.
    Non abbiamo, e crediamo non vada fatto (e sia lui il primo a non volerlo) prenderlo solo come uno scrittore. Che poi sia più o meno saccente o più o meno antipatico son cose secondarie (con noi, tra l’altro, è stato disponibilissimo e di grande supporto). Io sono contento personalmente che ci sia un Genna oggi. Cioè un giovane che magari, tra le altre cose, tra le altre letture trendy e da aperitivo milanese, alla minimum fax, tanto per intenderci, posti ogni tanto riflessioni inattuali e soprendenti sull’Orfeo, su Musil, e sul Parmenide di Platone. Credo che oggi nessun ultratrentenne perderebbe tempo con queste cose, salvo divenissero esse stesse argomendo da aperitivo. E non lo sono ancora, grazie a Dio.
    Per chi fosse interessato a leggere la nostra intervista a Genna, il link è questo:
    http://www.autet.it/index.php?option=com_content&task=view&id=93&Itemid=50
    Autet

  5. Se l’intervista interessa, chiedo a Loredana se è possibile linkarla qui in modo che la pagina si apra direttamente, evitando di fare il copia-incolla del link agli utenti.
    Grazie,
    Autet

  6. Rapidamente, perchè ho una visita medica: orco e fiorani, da queste parti non verranno tollerati linciaggi ad personam. Se avete qualcosa da dire su genna, baricco, vassalli, il mago forrest, averroè e chi altri, argomentate sui contenuti e non sulla persona. Se intendete usare il blog come sfogatoio, liberissimi, ma non qui.
    Vincenzo, alle tue domande può efficacemente rispondere la lettura degli archivi. Pacem in terris.

  7. a me me piasce da morire (d’inedia) elkan (de trieste), c’ha l’applomb integrale a trazione, chissà che pensa de baricco, lui, che è vip. genna non è vip e allora non ci pensa, o nno?

  8. L’orco si è un po’ amareggiato per la bacchettata della Lippa. Ma tant’è. Comunque cercherà di argomentare o si asterrà.
    Sigh!

  9. Senza dimenticare che per scrivere un romanzo ci vuole niente, in termini di tempo. E’ il racconto l’imperatore che richiede coccole, altro che storie. Come disse il poeta: vorrei tanto scrivere breve, ma non ne ho il tempo.
    [Ste]

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