UN LUNEDI' D'AUTUNNO

Nel primo lunedì davvero autunnale accade di ritrovare quel che ti accompagna da sempre. Il caos in metropolitana, intanto. Quattro minuti quattro fra un treno e l’altro nelle ore di punta, e spingi e prova a respirare lo stesso e non spaventarti se fra Quintiliani e Tiburtina il convoglio fa “bum” e le luci si spengono perché succede sempre, da prima di Ignazio Marino intendo e posso dichiararlo con la mano su dieci Bibbie, e non stupirti se a Tiburtina, dove la folla in attesa è sempre oceanica da prima di Ignazio Marino, c’è il tipo che dice “eh, colpa vostra che non fate spazio” e se reagisci ti mostra la mano ad artiglio urlando “te magno la faccia”. Non stupirti perché così è, e l’unica novità sono le due signore sull’altra linea, la A, che giurano che mai più il Pd, e che Ignazio Marino, per gaffeur che fosse, almeno al Vaticano e ai poteri forti gliele ha cantate, così dicono accalorandosi, e  quel che è successo è stato un suicidio politico della sinistra, così ripetono e poi scendono.
Tu nel frattempo sei arrivata al trafiletto sul quotidiano dove si delinea la candidatura di un’esponente cinquestelle a sindaca di Roma “in quanto donna e mamma” e in grado di bucare lo schermo, e pensi che quanto a strategie marketing i nuovi che avanzano hanno in effetti capito tutto, ma che il prossimo che parla dei valori politici o intellettuali di una persona “in quanto donna e mamma” dovrebbe essere, come è giusto, confutato con la massima pignoleria in primis dalle donne e dalle mamme, che del pinkwashing, perdono, non ne possono più.
Un lunedì d’autunno in una città nervosa e stanca, questo è.  Però stai leggendo un romanzo importante, che non ti aspettavi in tempi di libri autoriferiti e spesso stancamente autoriferiti. Si chiama Le cose semplici, lo ha scritto Luca Doninelli per Bompiani  impiegandoci dieci anni, e racconta chi siamo in una poetica, complessa distopia che in apparenza rende inutile tutto, ma nei fatti è il più bel canto d’amore verso la letteratura degli ultimi anni.
Giuro che consola.

Un pensiero su “UN LUNEDI' D'AUTUNNO

  1. I buoni autori, celebri e meno, consolano sempre e ridanno vigore a quel che di noi ogni tanto si pensa perso.
    La cultura serve a salvarsi la vita e la mia non è retorica.

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