UNA ROSA PER RIFLETTERE

Accade di incrociare la vita di belle persone: a me è capitato di incrociare via radio quella di una grande filosofa, Roberta De Monticelli. Da lei, ricevo e inoltro con gioia (qui il sito della Rosa bianca).
«Per un popolo civile non vi è nulla di più vergognoso che lasciarsi ” governare”, senza opporre resistenza, da una cricca di capi privi di scrupoli e dominati da torbidi istinti. Non è forse vero che ogni tedesco onesto prova vergogna per il suo governo? E chi di noi prevede l’onta che verrà su di noi e sui nostri figli, quando un giorno cadrà il velo dai nostri occhi e verranno alla luce i crimini più orrendi, che superano infinitamente ogni misura? (…)
“tutto questo lo sappiamo già da tempo e non è necessario che ce lo rammentiate continuamente” Ma vi domando: se lo sapete, perché non reagite, perché tollerate che questi tiranni vi spoglino progressivamente, in modo aperto o velato, di un diritto dopo l’altro, fino a quando un giorno non rimarrà più nulla, null’altro che una macchina statale comandata da criminali e ubriaconi?
È già così vinto dalla violenza il vostro spirito da farvi dimenticare che non è soltanto vostro diritto, ma anche vostro dovere morale rovesciare questo sistema? Ma se un uomo non ha più la forza di reclamare i propri diritti, allora sì che egli deve inevitabilmente perire. Meriteremmo di essere dispersi per il mondo, come polvere al vento, se non ci sollevassimo in questa ultima ora, ritrovando finalmente il coraggio che ci è mancato fino ad oggi. Non nascondete la vostra viltà sotto il velo della prudenza. Ogni giorno in cui indugiate ad opporvi a questo mostro infernale, aumenta sempre più, come una curva parabolica, la vostra colpa.
Molti, forse la maggior parte dei lettori di questi volantini, non sanno con esattezza in che modo potrebbero fare resistenza. Non ne vedono alcuna possibilità. Cercheremo di dimostrare loro che ciascuno può contribuire alla caduta di questo regime. Non sarà certo possibile preparare il terreno per il rovesciamento di questo “governo”, mediante una resistenza individuale, da solitari amareggiati, e tantomeno si potrà in tal modo affrettarne la caduta (…)
Vi è forse, chiedo a te che sei cristiano, in questa lotta per mantenere i tuoi beni più preziosi, una possibilità di esitare, di trastullarsi con intrighi, di rimandare la decisione in attesa che altri prendano le armi per difenderti? Non ti ha forse Dio stesso dato la forza ed il coraggio per combattere?
»
(dai Volantini della Rosa Bianca)
È la vergogna il sentimento che rischia di sopraffarci, è l’onta che potrebbe tracimare su di noi, sulle nostre figlie e sui nostri figli, se non accogliessimo ancora una volta l’invito di Sophie Scholl e dei ragazzi della Rosa Bianca a sollevarci in quest’ultima ora, a non nasconderci dietro il velo della prudenza, a non trastullarci con intrighi per mantenere beni più preziosi!!
Basta: tutti gli amici, le sorelle, i fratelli che ci hanno preceduto, le profete, i maestri, ci guardano dalle pagine delle nostre vite. La memoria delle loro parole, il ricordo dei loro sguardi, il suono profondo della loro voce, (ognuno ha i propri volti innanzi, io vedo gli occhi di Dossetti, sento la voce di Turoldo, penso alle parole di tutte le mie filosofe e sante) ci avvolgono, urgono, spingono, tuonano per farci nuovamente coraggio e rompere gli indugi!
In pochi giorni il percorso di demolizione della nostra Repubblica da parte di questo governo che si arroga il diritto di rappresentare la sovranità del popolo ha avuto un’altra pericolosa accelerazione.
Dopo i vari tentativi di modificare in diritto la Costituzione, dopo i colpi di mano per svuotarne di fatto i principi fondamentali, dopo il piano di delegittimazione di tutte le istituzioni ed in particolare degli organi di garanzia e libertà, in primis la Corte Costituzionale, in meno di 48 ore l’articolo 1 del testo costituzionale sembra essere cancellato.
Il primo colpo inferto cade sul principio che la Repubblica sia fondata sul lavoro o come voleva qualche costituente sulla “fatica”.
L’approvazione del DDL sul lavoro “collegato alla Finanziaria”, al di là dei patetici sforzi di natura tattica per difenderne il contenuto, sancisce la fine del diritto del lavoro.
Non solo e non già per le singole modifiche (vedi art.18 Stat. Lav.), ma per lo spirito complessivo che lo anima e che conferma proprio l’aleggiare di quello “spirito del legislatore” che da tempo ha relegato il cosiddetto giuslavorismo alle sedi accademiche, ai dibattiti politico-sindacali, a poche aree giudiziarie d’eccezione, facendo rapina di anni di fatiche manuali, domestiche ed intellettuali di donne e uomini “repubblicani”.
Venendo meno il convincimento dell’esistenza di un’asimmetria tra chi presta la propria attività lavorativa e chi ne offre il corrispettivo, quale residuato obsoleto di derivazione marxiana o peggio ancora cattocomunista, non ha più senso il favor lavoratoris, vige il favor pecuniae, con il conseguente fondamento della Repubblica Italiana sul valore molto negoziabile del danaro.
Il secondo colpo è stato dato alla democrazia, anche se sappiamo come sia già stato messo a dura prova il volto democratico della Repubblica in tutti questi anni, violato negli ultimi mesi, annullato nelle ultime ore.
Ricordate il monarca assoluto è tale perché legibus solutus, quante volte lo abbiamo studiato, ripetuto, insegnato, questo carattere distintivo della nascita della democrazia??
Ora è così: definitivamente il dux è legibus solutus e con esso i suoi vassalli, valvassori e lacchè.
Con buona pace di tutti i giuristi da Giustiniano fino ai nostri giureconsulti costituenti e non, senza alcun pudore, con firma necessitata, ma quanto non auspicata nella triste serata di questo amaro venerdì di quaresima, del Capo dello Stato (non Presidente della Repubblica?), il governo del popolo supera se stesso:

  • si inventa la categoria inesistente di un decreto legge interpretativo;
  • il rispetto delle leggi diventa una “formalità”;
  • il presupposto formale dell’autenticità degli atti vien ridotto al rango di orpello;
  • ed infine se non fosse così tragico verrebbe solo da ridere, l’attestazione della presenza di un soggetto in un determinato luogo può essere dimostrato con qualsiasi mezzo di prova…

Alla faccia del valore generale delle leggi, eravamo già abituati a quelle ad personam, ma anche a quelle per ectoplasmi…è veramente troppo!
Infine non dimentichiamoci del fatto che l’Italia sia una repubblica, o forse qualcuno comincia a dubitarne, peccato che l’ultimo plebiscito degli italiani per la monarchia abbia riguardato il discendente monarca-ballerino!
Ma attenzione conviene vigilare perché la trasmissione dinastica del potere può sempre avvenire quando c’è un legibus solutus e nel nostro caso con cotanto numero di figlie e figli qualche novello Caligola potrebbe evitarci la nomina di un destriero.
Che fare? Ricordiamoci che il nostro spirito non è già così vinto da farci dimenticare che non è soltanto nostro diritto, ma anche nostro dovere morale rovesciare questo sistema. Tutti noi, con i nostri mezzi, le nostre parole, con la forza delle nostre relazioni ed ogni forma di azione creativa, possiamo continuare a non tacere. Ovunque noi siamo, come persone e come gruppi.
Come ci direbbe Paolo anche oggi, avanti e buon coraggio!
La Vostra Presidente. Grazia Villa

22 pensieri su “UNA ROSA PER RIFLETTERE

  1. Che fascino utilizzare nuove voci del dissenso. Che brio paragonare Hitler a B. Interessante è l’esaltazione, sovente aldilà delle qualità, di personaggi entrati a far parte di un certo ambito culturale e politico. Roberta De Monticelli fino a due anni fa nessuno della comunità della sinistra se la filava, quando gli riconoscevano una presenza pseudoculturale lo facevano per stroncarla. Dopo la sua uscita dalla chiesa, finalmente è divenuta una filosofa interessante. A proposito di fahrenhait, che seguo da sempre, ma perchè non s’invitano anche scrittori come Doninelli, Vitali, Brullo, Conte, Abbate, Busi, Moresco, e tanti altri che recentemente hanno pubblicato libri interssanti? La domanda è chiaramente provocatoria. Gli autori del programma hanno dimostrato nel tempo di preferire un certo ambiente e, raramente, concedono deroghe.

  2. Busi, mio caro, è attualmente impegnato. Conte è stato ospite la settimana scorsa, se ti riferisci a Giuseppe. Quanto agli altri, credo proprio che siano stati quasi tutti ospiti del programma nei mesi precedenti.

  3. Dinosauro non legge, non ascolta, non guarda, non sa, non pensa – ma da vero figlio dell’era digitale interviene, interviene, interviene – opina, bacchetta, denuncia, sostiene, rivela, cataloga, incasella, controbatte, condanna, ammorba…
    On the other hand, ho i miei problemi con l’equiparazione B. – Hitler, e non solo per l’ovvia disparità dei crimini. Nel1996 leggi un libro del pedagogo Antonio Faeti (persona degna del massimo rispetto, sia chiaro) intitolato ‘Marion a Weimar’, un terrorizzato e per me all’epoca terrorizzante parallelo fra l’Italia degli anni 90 e la Germania prenazista. Poi mi resi conto, con gli anni, che l’allarme era quantomeno eccessivo. Non solo perchè a B. poteva capitare di perdere le elezioni ma perchè l’Italia d’oggi non è poi troppo diversa da quella di allora e di sempre e che questo governo, come pure le sue televisioni, non sono troppo distanti dallo zeitgeist autodistruttivo dell’intero Occidente. Malgrado ci sia questo governo i morti per le strade continuano a diminuire, sia per gli omicidi che per gli incidenti e l’aspettativa di vita continua a crescere. I conti che ci apprestiamo a pagare non sono tipici dell’Italia ma dell’intero Occidente: legittimo dubitare della capacità di gestione di un governo condannato dalla sua stessa natura all’immobilismo ma questo vale per tutti gli altri governi. Alcuni se la cavano meglio perchè dispongono di un apparato statale più sano, tipo la Francia o la Germania, ma i problemi sono gli stessi come gli stessi sono i modelli televisivi proposti. Del resto l’ideologia della resistenza online è modellata direttamente su quella del mercato-soluzione-di-tutti-i-problemi che non può promettere altro che ‘more of the same’. Non per niente il potere di B. in Italia è cresciuto specularmente alla diffusione della Rete.
    Paragonare B. al nazismo è fin troppo speculare a una propaganda che paragonava Prodi al comunismo (‘ci vogliono far morire di fame! ci vogliono tappare la bocca! ci vogliono uccidere tutti!’). Ricordiamo che la denuncia di brogli è la tattica standard del centrodestra a ogni disfatta o sconfitta elettorale (nel 1996 come nel 2001 e in sedi locali) tesa a delegittimare l’avversario, come pure tutta la sua propaganda è tesa a negare l’umanità dei ‘comunisti’. Rispondere sullo stesso tono può essere necessario e anche motivante ma non risolve nulla e non è il caso che lo si faccia tra di noi. Paragonarsi alla Rosa Bianca o ai dissidenti sovietici sarà anche un brodo di pollo per l’anima ma non porta da nessuna parte (vedi anche la fine che hanno fatto i dissidenti dopo la caduta del comunismo…)

  4. Aldo Busi, l’apologeta della pedofilia – ah, la dialettica online…
    Adesso come minimo bisogna proclamare il boiccottaggio del film di Burton su Alice nel Paese delle Meraviglie…

  5. Credo, o forse è meglio dire ‘spero’ che la vergogna sia un sentimento diffuso in tanta gente, vergogna del popolo per questi politici che di vergogna non sanno neanche se è ancora nel vocabolario. Vergogna che mi fa tremare e mi fa spuntare le lacrime – letteralmente – e a volte mi sembra di vivere in un mondo di plastica dove tutto è artificiale, dal cervello di questi arroganti che manovrano questo paese a loro piacimento, infischiandosene di parole come moralità onestà legalità incorruttibilità lealtà giustizia e preferendo, anzi sostituendo senza tanti complimenti a queste parole il loro esatto contrario; al popolo che vota ancora e sempre questi sfrontati che hanno come unico interesse il loro personale interesse.
    Avevo scritto, ai tempi lontani e quasi da rimpiangere di tangentopoli, dei pensieri che, ahimè, risultano e tristemente penso che risulteranno ancora per tanto tempo attuali: “Perche’ , diciamocelo chiaramente, anche se si tenta di far credere che questi signori non sono dei ladri, ma quasi dei “Robin Hood” che prendono ai ricchi per finanziare non i poveri, ma i partiti, questi signori, per noi gente comune, rimangono dei ladri patentati, dei ladri, corrotti o corruttori non ha importanza, che adesso, pur di rimanere attaccati alle loro poltrone, non esitano a cercare di cambiare le carte in tavola, pensando di farcela ancora una volta. Se potessero, incollerebbero con il potentissimo Attack il loro deretano alle poltrone che occupano! Senza vergogna, parola poco conosciuta dai signori in questione: si preoccupano di tutto, di discolparsi, di infangare chiunque gli capiti a tiro, di essere credibili inventando le storie piu’ incredibili, ma la vergogna, questo sano sentimento che fa chiudere gli occhi nell’illusione di sparire dalla vista degli altri, non alberga certamente nel loro cuore.”
    Il progresso drammatico che è stato fatto rispetto a quei tempi è che è necessario sostituire ‘i partiti’ con un più pragmatico ‘le loro tasche private, i loro affati privati’.
    Indignata? Certo, ma la mia personale indignazione e rabbia e vergogna e ansia e confusione si scontra inevitabilmente con l’imperturbabilità di questi tracotanti esseri che dicono di governare e con quella delle anime pie che continuano imperterriti a votarli.
    Viva l’italia?!?!?!

  6. I Radiohead cantavano “dinosaurs will rule the earth”. Io più prosaicamente suggerisco “don’t feed the trolls”…
    Per quanto riguarda il testo, vero è che il paragone con i nazisti sarebbe sempre da evitare, se non altro perché a livello retorico è una forzatura che allontana l’attenzione dal contenuto per spostarla altrove; però sta di fatto che l’unicità storica del nazismo è dovuto a ciò che ha fatto DOPO la presa completa del potere, e qui parliamo invece di un sistema autoritario in formazione, e allora i paragoni con gli esempi storici passati hanno un senso. Se ci sono similitudini tra i comportamenti dei regimi fascisti del passato e il sistema attuale, evidenziarli non vuol dire che i due sistemi sono uguali.
    Tra l’altro, l’analisi della De Monticelli si concentra sugli eventi più recenti, riguardanti il diritto del lavoro e le vicende elettorali – e sono gravi. Ma possiamo dimenticare le ordinanze discriminatorie di tanti comuni e province del Centro-Nord, che limitano la libertà economica e sociale dei migranti o impongono tradizioni religiose? Quasi tutte queste ordinanze, se portate di fronte alla Corte, risulterebbero incostituzionali, ma nessun partito di opposizione le porta, né la discussione si allarga oltre alcuni blog e giornali che denunciano questa tendenza. Un silenzio che integra e rafforza il testo della De Monticelli. Ma se ci troviamo di fronte a silenzio, apatia ed indifferenza – a livelli ben diversi di quelli che accadono in altri paesi occidentali, a differenza di quanto dice Sascha – allora parlarne e denunciarlo mi sembra più importante che non impuntarsi su una reductio ad hitlerum che è solo un – seppur discutibile – strumento retorico.

  7. Sascha non solo non legge e lo ha dimostrato anche a Nazione indiana, dove sollecitato ad affrontare argomenti letterari è sparito. E’ un incompetente e un militante politico di bassissima levatura. Dice di me di girare per i web, stesso discorso vale per lui. La differenza è sostanziale. Lui va sempre per la tangente politica e partitica, io prefisco l’area culturale e letteraria. Comprendo la difficoltà, palesata in più occasioni, di confrontarsi su materie per lui ostiche. Sascha non aggiunge mai nulla alle discussioni. Polemizza, lancia anatemi, offende, deride, snobba, e alla fine lanciafiele e insopportazione. Mi vedrebbe volentieri in un manicomio criminale, forse con la speranza di rieducarmi. La mia proposta è ancora valida, a quando un confronto sulla letteratura? Puoi usufruire della mia biblioteca fornitissima. Come ti ho già comunicato puoi scegliere fra 10000 volumi. Alla prossima puntata.

  8. Povera stellina, persino stavolta che gli davo in parte ragione non sa far altro che offendere… non legge, altrochè, non legge…

  9. Piccola chiosa riguardo il paragone B.- Hitler:
    “I regimi oggi avanzano a passi felpati, senza teste rotte, sedi distrutte, omicidi e campi di concentramento: non ripudiano la legge, la violano in silenzio” (Mario Boneschi, Leopoldo Piccardi e Ernesto Rossi, “Verso il regime”, Laterza 1960)

  10. @ skeight
    Infatti, il mio problema era proprio la reductio ad hitlerum. Sono del tutto a favore del fatto che l’opposizione si opponga con tutti i mezzi leciti.
    A me infastidisce l’uso retorico dell’equiparazione al nazismo di qualsiasi cosa non piaccia, cosa che ha l’effetto di offuscare il presente invece di illuminarlo e fa il paio con l’ossessione anticomunista che vede uno Stalin dietro a un Prodi o un Obama. Il pensiero democratico ha smesso da tempo di pensare al mondo com’è e come potrebbe essere vivendosi come pensiero della resistenza (sia da destra che da sinistra) e quindi portato all’apocalisse, al complotto, alle cose ultime.
    Poi il mondo va come va e non si trova nulla di intelligente o utile da dire se non affidarsi agli automatismi del mercato o di Internet (cioè la stessa cosa) o ritirarsi nell’esilio interno…
    Quanto al resto del mondo concordo che in altri paesi si rispettano certe forme, che i servizi funzionano meglio, che la Chiesa non imperversa a piacimento e che il ricambio della classe dirigente è maggiore – ma poi vediamo gli stessi meccanismi, gli stessi problemi, le stesse pseudo-soluzioni. Non è solo in Italia che l’opposizione di sinistra è in crisi, che i sindacati contano sempre meno, che il pensiero critico si perde nel frastuono della comunicazione, che i governi tirano avanti senza progetti ne’ possibilità di toccare i poteri forti (se non sono semplicemente l’espressione di tali poteri, come in Italia), che non si riesce a ne’ con gli immigrati ne’ senza, che la pubblicità domina tutti gli ambiti del discorso etc etc etc
    Seriamente, io non credo che l’Italia d’oggi sarebbe sostanzialmente diversa se B. fosse morto in un incidente stradale nel 1972…
    (un po’ meno tronfia, questo sì…)

  11. Però io non credo che il richiamo alla Rosa Bianca voglia significare un paragone tra l’oggi e l’avvento del nazismo. Credo che invece sia un voler tornare a riflettere, certo, su quanto accade, ma soprattutto un richiamo al fare, al dovere del fare, ad accantonare piccinerie e comodità e ipocrisie; a me sembra un richiamo alto al dovere di esporsi un po’, di abbandonare la poltrona del lamento e affrontare la realtà avendo il coraggio di esporsi e anche, a volte, pagare di persona. Mi si dirà che qui tutto già lo fanno, forse si, eppure anche tra chi è “consapevole” forse serve ogni tanto ricordare gli ideali – che parola antica, eh, così fuori moda, ma se non li ricordiamo li perdiamo per strada, e finiamo a discutere di aria fritta. Paragonare Berlusconi a Hitler è un non-sense, significa cancellare di botto tutta la storia del novecento, credere che la storia sia una sorta di coazione a ripetere, cosa che non è, è molto più complessa di così, leggerla solo con gli occhiali del già noto ci condanna alla sconfitta culurale ancora prima di aver iniziato a discutere. Sottolineare che ci sono caratteristiche pericolose, autoritarie, in quello che sta accadendo in Italia oggi – e l’Italia è oggettivamente un laboratorio, per quanto perverso, di una evoluzione delle democrazie occidentali – è sacrosanto, ma o ci decidiamo a fare un salto qualitativo nelle analisi e a usare gli strumenti dell’oggi per comprendere il presente, o, scusate, proprio parliamo di argomenti che non ci aiutano di un millimetro a capire come uscire da questo pantano. La Rosa Bianca ci ricorda che in alcuni momenti non si può stare a guardare il proprio ombelico.

  12. @ Dinosauro
    Tu scrivi: «Roberta De Monticelli fino a due anni fa nessuno della comunità della sinistra se la filava, quando gli riconoscevano una presenza pseudoculturale lo facevano per stroncarla. Dopo la sua uscita dalla chiesa, finalmente è divenuta una filosofa interessante».
    E dimostri di essere un ignorante che parla senza leggere: Roberta De Monticelli è stata recensita, ben prima della sua “uscita dalla Chiesa”, su “Liberazione”, su “Carmilla”, e anche su Lipperatura (2006) e su tanta altra stampa (e non solo di sinistra). “Aut aut”, per dire, la ospitava sin dagli anni Ottanta. E sai perché? Perché è una delle più importanti fenomenologhe e filosofe italiane, una della quale non si può ignorare l’uscita di un libro. Ma tu che dai aria alle tonsille senza fare la fatica di una ricerchina bibliografica, cosa ne puoi sapere? Vai a leggere Brullo, vai…

  13. La tragica storia di Sophie e della Weiße Rose mi spinge a fare una piccola osservazione sui tempi che sono cambiati.
    Allora, si moriva.
    Il tentativo di quel gruppo finì nel niente. Come tutti i vari attentati falliti contro Hitler.
    Ma servirono alla Germania che sortì nel suo anno zero per aggrapparsi a qualcosa. Al pensiero che non tutti erano stati ciechi ed accecati.
    Oggi, invece, Sophie non sarebbe morta (oggi muore solo l’endemica percentuale di vittime delle schegge impazzite dello Stato, come Stefano, per fare un esempio).
    E allora se non si muore, il valore di una battaglia non può essere più conteggiato sul sacrificio.
    Il senso non deve essere rischiare, ma forse non voler più sopportare.
    Ma quali sono le armi della non sopportazione?
    Fin quando resisteranno gli anticorpi?
    Quali sono stati i vantaggi e i successi della democrazia qui in Italia?
    Io mi continuo ad interrogare.
    E oltre ad uno sconclusionato agitarmi sulla sedia, al brancolare nel buio cercando di raggiungere le voci amiche, non riesco a fare…
    Basterà per le prossime generazioni?

  14. No, Ekerot: oggi muoiono centinaia di lavoratori ogni anno, vittime dell’illegalità diffusa che questo sistema di potere – del quale l’attuale governo è parte non esclusiva – legittima e asseconda; decine di migliaia di cittadini per tumori e leucemie causati dalla criminale gestione dell’ambiente dell’ultimo quarto di secolo (a voler essere cauti); migliaia di migranti nei mari, nei container dei Tir, sulle strade. È un strage continua, che è favorita dall’anestetizzazione della coscienza morale e culturale che l’attuale maggioranza ha consapevolmente e scientemente causato con i propri mezzi di comunicazione di massa, e che la ridicola opposizione ha assecondato in ogni modo per cercare di somigliare sempre più alla propria contro-parte.
    È questa la vera analogia con gli anni Trenta: l’atrofizzazione della facoltà di giudizio, che rende indistinguibile chi acconsente credendoci da chi lo fa (di fatto o implicitamente) per indifferenza o per servilismo.
    Continuare a interrogarsi è già un atto di resistenza, anche solo perché tiene in funzione il cervello.

  15. ma guarda un pò una campionessa del bensantismo progressista e pseudo femminista che se ne esce con un bel : pentitevi la fine é vicina !
    Perché questo hai detto ripetendo il concetto una ventina di volte + o meno sempre con le stesse parole ( complimenti per la fantasia e ancor di + per il lessico).
    Guarda, dopo l’ anno 1000 é passato anche l’ anno 2000, ma puoi approfittare (da vera liberal) di quelli che sostengono che la fine del mondo sarà nel 2012 e fare una fortuna vendendo cilici!
    hasta la pasta siempre

  16. chiedo venia per gli apostrofi di troppo
    p.s. bensantismo stava per benpensantismo ovviamente (neologismo ça va sans dire)

  17. Mi viene un po’ da ridere. Nessuno si è accorto che questo intervento non è firmato da Roberta De Monticelli, che me lo ha semplicemente segnalato, ma da Grazia Villa, de La rosa bianca? Capisco le contestazioni: ma almeno leggere fino in fondo?

  18. Paragonare Berlusconi a Hitler no, dai.
    I tedeschi son gente seria, quando sono posseduti dal diavolo bruciano il mondo. Qui da noi scappa giusto qualche scoreggina.
    Berlusconi fa schifo, ma questo si merita il paese e questo avrà.
    Sta distruggendo il senso dello stato, con la sua partigianeria?
    Ci aveva già pensato il marxismo. Ve lo ricordate “lo Stato borghese servo dei padroni”? Alla mia generazione è stato impossibile crescere col senso di istituzioni super partes. Berlusconi ha raccolto quel che altri hanno seminato. Eterogenesi dei fini?
    Ecco, questo si. E molta smemoratezza in chi adesso si straccia le vesti.

  19. Girolamo, non t’avevo ringraziato per il tuo commento.
    E’ vero, le mattanze e gli olocausti non ci mancano.
    Sono solo finiti nell’orizzonte degli eventi, e li guardiamo senza capirci molto (almeno io).
    Domandarsi è bene, senza dubbio. Tiene attiva la mente, e mette in crisi le risposte che vanno per la maggiore.
    Ma ahimé, in certi giorni, mi viene la fortissima tentazione di dare all’agnello il settimo sigillo…

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