OTTO

Conservate i ritagli dei quotidiani: oggi si parla di donne, ma per i prossimi dodici mesi l’interesse sarà molto più sporadico.
Conservate nei preferiti questa pagina: soprattutto, leggete bene i commenti e tenete conto che non sono pochi gli utenti di Yahoo! Notizie. E’ persino possibile che siano molti di più delle persone avvedute, consapevoli e informate sulla questione di genere che vi trovate attorno. Questo non per deprimervi, ma perchè senza conoscere davvero come stanno le cose non si va da nessuna parte.
Conservate questa scheda. Il libro si chiama Perchè piangi, mamma?, è scritto da Francesca Bottaini e illustrato da Adriano Gon, età di lettura dai sei anni. Estratti dei dialoghi fra la mamma piangente e la bambina:
“- Allora le donne piangono di più, mamma?
– Le donne hanno le orecchie più lunghe: ascoltano di più- Le mani più laboriose: sanno fare tante cose.
– E gli uomini?
– A volte non ascoltano, a volte invece di fare disfano, distruggono.
– Tutti gli uomini?
– No, fortunatamente non tutti”.
Ancora:
“Gli uomini giocano alla guerra e le donne restano a casa e piangono”.
Ancora:
“Gli uomini spesso vanno dritti per la loro strada dritta, non guardano in faccia nessuno. E arrivano dove volevano arrivare, facendo qualche graffio, dritto anche quello”.
Fanno eccezione i poeti. Almeno quello. No comment.

28 pensieri su “OTTO

  1. Insomma la Emme edizioni (= Orietta Fatucci) è passata dallo smitizzante “Quella bruttacattiva della mamma!” al piagnucoloso “Perché piangi, mamma?”.

  2. L’unica speranza secondo me è l’educazione della generazione che viene, sia lodato il tour nelle scuole de “Il corpo delle donne” e tutte le iniziative analoghe.

  3. Sai come la penso, Loredana. L’autoesaltazione della implicita superiorità della donna perché capace di “soffrire” e “curare” più dell’uomo, è un autogol clamoroso. Si veicola così molto più maschilismo di quanto ci si immagini.
    Ridefinire l’uomo, il maschio italiano, è la priorità. Ché non è una cosa atavica e immutabile, ma storica e mutabile.
    Io, per dire, oggi al tavolino leggevo al bar la cultura del Corriere, e la mia vicina di tavolo leggeva di calcio sulla Gazzetta.
    Alle donne dico (oggi, affinché la ricorrenza non sia vuota): tenete dritta la barra, c’è un sacco di lavoro da fare. Insieme.

  4. Non ne avete abbastanza, di illuminati commenti sulla ‘naturale’ condizione della donna?
    Fatevi un giro per forum di cinema e trovate un po’ di commenti maschili ‘illuminati’ e ‘obbiettivi’ alla vittoria dell’Oscar da parte di Kathryn Bigelow (una donna! e con un film che non ha visto nessuno!) invece del mitico Avatar di James Cameron, un film che ha cambiato la storia del cinema e cambiato la vita di milioni di giovani nerd maschi (perlomeno rendendoli un po’ più tronfi di quanto già fossero…)

  5. mmm… veramente ieri sera su Sky, a proposito di Kathryn Bigelow, ho sentito una frase piuttosto infelice: “l’unica regista donna che fa film da maschi!”… ovviamente era inteso ocme grosso complimento. Torno a dire qualcosa di simile a quanto scritto sopra: film belli e film brutti, no eh!

  6. Fedasile, sono totalmente con te e Biondillo contro le generalizzazioni e le semplificazioni di genere. Però alcuni film di KB ritraggono un certo tipo di cervello ‘maschile’ mooolto meglio di quanto non facciano molti suoi colleghi uomini, e credo che sia una abilità di cui è giusto rendere conto. Magari in modo meno rozzo del commento riferito sopra.
    Per dire, il finale di The Hurt Locker mostra benissimo il vicolo cieco in cui si caccia il cervello ‘maschile’ in una sua tipica dipendenza da adrenalina…
    Modelli maschili e femminili esistono e producono appunto ‘maschi’ e ‘femmine’. Beata l’ora in cui qualcuno ce li mostra insufficienti, inceppati, da superare… e ci fanno capire che sono modelli e non persone, e che è ora di muoversi.

  7. Sì, i commenti sono davvero deprimenti.
    Loredana, permettimi di andare leggermente OT (ma forse neppure tanto).
    Due giorni fa (sabato pomeriggio) sono andata a Bologna per ascoltare la presentazione di questo libro.
    http://www.hoepli.it/libro/dive-donne.asp?ib=9788887930412&pc=000004010000000
    L’autrice, Francesca Cenerini insegna all’Università di Bologna “Storia delle donne nel mondo classico” (corso che esiste da alcuni anni, presso il dipartimento di storia antica, ma inizialmente osteggiato). È stata una bella presentazione. In sintesi: le fonti storiche relative alle figure femminili (sono donne che appartengono agli strati sociali più elevati, come suggerisce il sottotitolo. Delle donne “normali” si sa pochissimo) di epoca romana sono tutte maschili (gli autori dei pochi testi rimasti sono uomini) e spesso misogine; sono biografie in cui gli storici (ostili, generalmente per motivi politici, verso le donne che descrivono) ripropongono lo stereotipo santa/meretrice. L’intervento della docente è stato rigorosissimo, tutto volto a smantellare, grazie agli strumenti dell’indagine storiografica, questa immagine distorta.
    A metà dell’intervento, tra il pubblico si alza un signore di mezza età e interrompe la professoressa con queste parole:”Guardi, io sono un femminista perché penso che le donne siano superiori agli uomini, comunque Giulia -figlia dell’imperatore Augusto, contraria alla politica del padre- era davvero una ninfomane come dicono le fonti!”.
    Evito di raccontarti nel dettaglio le reazioni del pubblico a questa frase, come pure l’espressione di sconforto della relatrice (in realtà, è stato un avvilimento temporaneo perché la docente si è subito ripresa e con molta pazienza è tornata ad argomentare) …
    Sappi che ti ho pensato molto 🙂

  8. ‘Io sono un femminista perchè penso che le donne siano superiori agli uomini ma…’
    Una frase abbastanza tipica del genere: di recente l’ha detta anche lo scrittore inglese Martin Amis, noto misogino e spregiatore delle femministe (in seguito si è lamentato dell’eccesivo numero di vecchi nel Regno Unito ed ha proposto di installare in ogni città cabine per l’eutanasia volontaria facile…)
    Per vostra fortuna vi sarà sfuggito il servizio di Studio Aperto sull’8 marzo. Vi regalo due sole parole: ‘femmine scatenate’…

  9. Posso immaginarlo il servizio di Studio Aperto sulle femmine scatenate, inserito tra una ricetta e un appello per salvare il cucciolo di turno…
    P.S.
    le frasi sullo stile “le donne sono superiori agli uomini” a me hanno sempre fatto venire l’orticaria.

  10. La colpa di K.
    Cara Lipperini,
    voler bene alle donne è leggere insieme alcune pagine di libri, anche quelle ostili, ostili più che alle donne, alla vita stessa, ma che ne fanno balenare tutta le seduzione come scrive Magris a proposito de “Il segreto” pubblicato da Einaudi nel 1961 e scritto da Anonimo Triestino (forse Giorgio Voghera).
    Sono i suoi ricordi d’infanzia di inizio Novecento rievocati con occhio attentissimo e delicato, ma anche diretto e acre. Il tema sotteso non è quello dell’amore del protagonista per Bianca, una ragazza che non da troppo peso alle sue attenzioni. Il segreto per il piccolo protagonista è quello che sembra nascosto in un angolo dell’animo femminile e i maschietti si sentono attratti da questo recondito non so che. Il tema è dunque Il mito che illude e disillude, siamo noi spesso gli autori delle nostre palpitazioni, la natura quando ha istituito la divisione dei corpi ha dimenticato di rendere possibile l’interpretazione della anime scrive Proust.
    Il protagonista del Segreto studia struggendosi le donne ma non giunge a conclusioni confortanti. Arriva a pensare che dietro le loro grazie non ci sia granché di nobile, e scrive: “ero convinto che cercassero nell’uomo, per una loro tendenza naturale, delle qualità moralmente non belle; che per piacere a loro non si potesse far altro che gareggiare il falsità, in leziosità, in superficialità. Ero convinto anche che, causa la spinta del nostro orgoglio maschile, noi non saremmo mai riusciti a trattare sinceramente, naturalmente, dignitosamente con una donna”.
    “Le donne vogliono anzitutto che ci si occupi di loro, diceva spesso mio padre”.
    Su una sua zia “che aveva studiato troppo” scrive: “Aveva subito troppo docilmente gli insegnamenti altrui, per essere in grado di osservare la vita con la necessaria indipendenza di pensiero e la necessaria diffidenza. Quando sospirava per le sue esperienze dolorose, quando esponeva le sue idee pessimistiche, non pareva sentisse veramente ciò che diceva. Non già che fosse insincera o che la sua fosse un’affettazione. Si lamentava però della cattiveria della gente, con la stessa convinzione con cui avrebbe affermato che le proposizioni finali sono delle secondarie strettamente dipendenti ”.
    E kafka, per continuare, dichiarava con il proverbio ebraico che “un uomo senza una donna non è un uomo” ma non riusciva a combinarsi con le donne, come un elemento di un puzzle che non si incastra. Nel processo fa dire al sacerdote che ammonisce K. “ Hai chiesto troppo al prossimo, soprattutto alle donne”.
    La colpa di K, se si leggono le suadenti pagine di Canetti in L’altro processo (basate sulle lettere di Kafka a Felice Bauer), è proprio quella contenuta nell’ammonimento. L’innocente K. non poteva che essere condannato.
    E Proust ? Scrive che l’amore si fa con gli occhi e non è del tutto sbagliato. Anzi. Cercava comunicazione e comprensione negli altri con un’intensità che quasi estenua il lettore. Si accorse, scrive Citati, che gli altri sono incomprensibili, negli altri non si penetra mai. La conclusione fu terribile e il dolore è il vero tema della Recherche. Per la Bachmann tutti gli amori della Recherche sono storie di persone che amano altre che non ne sono degne e che spesso si dimostrano al di sotto del loro livello. Sono storie di “piccole morti”, struggimenti, disillusioni.
    E Bufalino in Argo il cieco ? “Maria Venera era fatta così, l’avrei capito in seguito praticandola da vicino: un garbuglio di spudoratezze e pudori, menzogne superflue e confessioni impulsive. Calcoli regolati col tic tac di una bomba a tempo e imprudenze corrive della parola e del gesto. Una ragazza babele, dove cento lingue facevano chiasso insieme, e l’una veniva dai sensi ch’erano infrenabili, l’altra dall’intelletto cupido e ardente, l’altra dalla vanità, l’altra dall’orgoglio, l’altra dalla paura…”
    Ecco Samuel Johnson chiedere scusa alla donna in una tragedia intitolata Irene:
    “Credevo, perdonami, o bella, che il più nobile scopo,
    il più grande sforzo d’un animo femminile
    consistesse nello sceglier gli ornamenti della giornata
    nel modular la voce, nel muover gli occhi con arte,
    nel disporre i colori della tunica fluente
    e aggiunger nuove rose alla guancia impallidita”
    Ed ecco Magris in Alla cieca, scrivere:
    “Ho amato il mare più della donna prima di capire che sono la stessa cosa”.
    Domenico Fina
    Avezzano (AQ) – anni 40

  11. Domenico, con simpatia: non era questo il punto. Se mi chiedi qual era, invece, chiedo venia, ma non ho il tempo ne’ le forze fisiche e psicologiche di spiegarlo ora.

  12. La mia era solo una riflessione (forse non perfettamente in tema e un po’ lunghetta ). Grazie per l’attenzione e Buona giornata.

  13. Frutti:
    ero su facebook prima. ‘il corpo delle donne’ l’ho postato più volte. Alcune mie amiche, quasi mai interessate a questi argomenti, oggi lo postano e ripostano.
    insomma sono contento.

  14. Che dire, con tutto il lavoro compiuto nel corso del Novecento non solo da grandissime intellettuali, ma nel quotidiano, dalle donne lavoratrici, sentire che c’è ancora tanto lavoro da fare suggerisce che non c’è proprio nessun lavoro da fare. C’è invece una natural burella attraverso la quale passa solo chi ci arriva da sé, a questo punto. Esiste una bibliografia sterminata su ogni aspetto che si possa sviscerare sul ruolo esercitato dalle donne dall’età classica ad oggi, che oramai non hanno più nulla da dimostrare. Mi chi se la legge? Inoltre, non è secondario il fatto che in Italia stiamo vivendo un periodo di regresso fenomenale per quanto riguarda il riconoscimento dell’identità e del ruolo femminili nella società. Anche a me come a Anna Luisa, frasi come “le donne sono superiori agli uomini” fanno venire l’orticaria, e anch’io lo considero un autogol spettacolare. Bisognerebbe che ci fosse quell’abitudine al riconoscimento della differenza nel rispetto reciproco, e soprattutto il riconoscimento quotidiano dell’uguaglianza sul luogo di lavoro, ma siamo davvero lontani anni luce, se una donna di norma guadagna qualche centinaia di euro al mese in meno degli uomini per ricoprire lo stesso ruolo e svolgere le stesse mansioni, e se approffittando della crisi in corso nelle mansioni di un’assistente personale a un manager – professione non a caso ritenuta femminile – vengono date per scontate prestazioni sessuali (come è accaduto a una mia amica la scorsa settimana)…

  15. Claudia, se può consolarti, 2 giovani ragazzi seduti nelle prime file (credo studenti universitari) si sono dissociati completamente dalle affermazioni del tizio (purtroppo laureato proprio in storia antica!) intervenuto a sproposito a metà del dibattito.

  16. La cosa peggiore è che se non si cogliesse il tono depresso del tuo post, molti/e sarebbero tentati di leggere quei saggi estratti e, annuendo tristemente, commentare “E’ proprio vero… povere donne”.
    (“le mani più laboriose” è davvero una scelta di parole infelice!).
    Complimenti per il blog, capito spesso ma non commento mai.

  17. Sono d’accordo con biondillo e lo dicevo qualche post fa: apriamo finalmente la “questione maschile”, ridefiniamo i contorni dell’homo italicus, avremo da lavorare per anni ed anni!

  18. Eh no, i commenti non li volevo leggere… *sigh*.
    Settimana rovinata… fegato andato… dolore+rabbia&frustrazione.
    Ma postare un discorsetto serio, fatto bene in quel mare terrificante di misoginia e ignoranza, no? O siamo troppo al di sopra, qui?
    Insomma ci vuole un commento, qualcuno gliene dica quattro, perlamordiddio! No, perché discuterne qui e scandalizzarsi tra di noi (“noi”?) va bene, ma a quelli lì (“quelli lì”?) non sarà il caso di spiegargli qualcosa?
    O li lasciamo cuocere nel loro brodo perché non fanno parte dell’elite istruita, informata & consapevole?
    I commenti che ho letto provengono per lo più, nella migliore delle ipotesi, da ragazzetti/e con una scarsa conoscenza della grammatica e della sintassi, x non dire dell’ortografia. Ma proprio x questo, non sarà il caso di buttare lì qualcosa che li faccia riflettere?
    Dai, su, qualcuno scenda dal piedistallo e salga in cattedra, checcacchio!

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