UN'OSCURO SCRUTARE: DI ARCHIVI, E DI NARCISISMO

Uno. Sono morti due archivisti ad Arezzo, per un malfunzionamento, a quanto è dato capire, del sistema antincendio. Non fa notizia, naturalmente. I morti sul lavoro ne fanno già poca, da ultimo, figurarsi quando quei morti fanno un lavoro che viene scambiato per burocrazia, polvere, arcaismi. Senza gli archivi non avremmo la storia. Senza gli archivi non saremmo nulla. Approfittate, domani e dopodomani, delle giornate europee del patrimonio e andate a visitare gli archivi che apriranno le loro porte. Qui trovate l’elenco.
Due. L’ho già scritto ieri sera su Facebook, ma sono sempre più a disagio dalla visione personalistica del mondo che emerge ovunque e a proposito di qualsiasi episodio: la scomparsa di una personalità, i dati del Telefono amico sulla solitudine, un premio letterario, il cambio di stagione, la politica, la cultura. La malattia e la morte, persino. Come scrisse Stephen King in Danse macabre, “è il narcisismo la più grande differenza tra la vecchia e la nuova narrativa dell’orrore; che i mostri non sono più a Maple Street, ma potrebbero saltar fuori dai nostri specchi, in ogni momento”. Sono passati lustri, da allora. E la differenza non riguarda più soltanto la narrativa dell’orrore, né soltanto la narrativa (l’orrore, magari, sì).
Tre. Questa non è una condanna. E’ una presa d’atto. Siamo diventati tutti incapaci di superare i confini delle nostre esistenze. Non riusciamo a vedere oltre. Non riusciamo neanche a leggere dentro di noi per trovare, in quello specchio, lo stesso demone che vediamo e condanniamo negli altri. Nel suo pamphlet, Cronistoria di un pensiero infame, Edoardo Albinati cita a più riprese Il demoniaco di Paul Tillich. Il demoniaco, per Tillich,  è «espressione della paura dell’abisso». Ora non riusciamo neanche più a vedere i bordi di quell’abisso, perché siamo concentrati ad avere paura. E a proteggerci, diceva Daniele Giglioli due giorni fa, “contro” e non “da”. Non mi interessa alzare il ditino: mi interessa scrutare quella paura, che è evidentemente è anche mia, perché, come dicemmo un tempo Giovanni Arduino, “siamo tutti freak sotto lo stesso tendone”.

2 pensieri su “UN'OSCURO SCRUTARE: DI ARCHIVI, E DI NARCISISMO

  1. Mi perdonerà la Dama Lipper per appropriazione indebita di post su blog altrui. Volevo condividere alcune considerazione con questa comunità.
    Tra un paio di mesi, Lipperatura compirà 14 anni. Io la frequento dall’inverno del 2008. Ancora oggi, 10 anni dopo, questa pagina è una delle prime che carico quando accedo alla rete, e la prima nei preferiti.
    Già 10 anni fa si parlava di crisi dei blog, eppure tutte le mattine dal lunedì al venerdì Loredana ci manda il suo pensiero, i suoi stimoli, i suoi consigli di lettura SEMPRE interessanti.
    Chi invece è sparito pian piano è stato il Commentarium.
    So che la pagina facebook di Loredana è seguitissima, commentata ed attiva. In teoria sono anch’io tra i follower. Ma non vi riesco a trovare la stessa caotica armonia del blog. Le discussioni di facebook sembrano andare a velocità doppia, ci si perde poi nei sotto thread che a volte celano i pensieri migliori. Commentare sul blog ci richiede uno sforzo maggiore, anche solo il dover cliccare su “invia” per spedirlo.
    So anche che non si torna indietro. I forum e i blog hanno lasciato spazio ad altre forme di discussione. Ormai i momenti più importanti dal punto di vista intellettuale della mia giornata avvengono sulle chat di whatsapp, giusto per dirne una. Si fa molto di più un gruppo su whatsapp che il Collegio Docenti, nella mia scuola.
    I tempi passati non ritornano e questo a volte è triste, diceva Lindo Ferretti. Ma non voglio essere triste, voglio soltanto tessere le lodi di questo blog.
    Uno dei luoghi della rete che posso chiamare casa, uno degli ultimi rifugi accoglienti. Avevo 25 anni quando sono approdato su questi lidi, e sono cresciuto anche grazie ai post e le discussioni di Lipperatura. Sono cambiato, e ho imparato tanto. E alcune delle idee migliori che oggi mi abitano rispetto a 10 anni fa vengono da qui.
    E Loredana, la voce di Lampi, è sempre stata una padrona di casa meravigliosa. Mai una scorrettezza, un tono fuori luogo, anche di fronte a sfrangimaroni di livello 5. Le vorrò bene da qui all’eternità e ritorno.
    Ricordo quando si parlò di Inception, della copertina sul massacro del Circeo, l’elenco dei libri fantastici che mettemmo in comune, la morte di Chiara Palazzolo e il suicidio di Foster Wallace, l’uscita di “Non è un paese per vecchie”, la mega arena su Daniele Luttazzi, etciù etciù.
    E alla fine questi ricordi sono memoria viva, e fanno parte della mia vita, anche se originati nell’etere.
    Ti auguro ancora tanti anni di splendore, cara Lipperatura.
    Il fedele cavaliere EkerOffTopic.

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