YOU KNOW NOTHING, JON SNOW (SULLA CLASSIFICA DE "LA LETTURA")

Diranno. Volete le quote rose in letteratura, la letteratura non si giudica in base al sesso di appartenenza. Diranno. Non è vero che le donne sono sottovalutate. L’ultimo Nobel per la letteratura non è forse una donna? (ma non diranno quanto l’hanno criticata, Svjatlana Aleksievič, in quanto non abbastanza letteraria). Diranno. Le vere scrittrici, le grandi scrittrici, non sono (dichiaratamente) femministe. Diranno. Scherzi? Le mie migliori amiche sono scrittrici. Diranno. Scherzi? Ho sul comodino tutti i libri di Alice Munro (ma non l’hanno votata, Alice Munro). Diranno. Siete settarie. Volete condizionarci. Diranno. Hanno votato anche donne (ma in misura minore, e poi non è questo il punto). Diranno. Quando ce ne siamo accorti era tardi, che dovevamo fare? (magari un articolo di accompagnamento?).
Ieri, su Facebook ( tanto arrivano prima i social e poi il blog), commentavo la classifica de la Lettura, dove nei primi dieci romanzi dell’anno non ce n’è uno scritto da una donna, ricordando almeno alcuni nomi mancanti: Annie Ernaux, Gli anni; Maylis de Kerangal, Riparare i viventi; Ann-Marie McDonald, L’età adulta; Francesca Marciano, Isola grande Isola piccola; Michela Murgia, Chirù; Serena Vitale, Il defunto odiava i pettegolezzi; Azar Nafisi, La repubblica dell’immaginazione; Florence Delay, I miei portacenere; Alice Munro, Amica della mia giovinezza.
Ne mancano tantissimi (Elena Ferrante! Marilynne Robinson!), perché erano appunto i primi che mi sono venuti in mente, e naturalmente avrei votato Ernaux, senza dubbio alcuno, perché raramente ti capita fra le mani un libro così.
Ma appunto questa rischia di diventare una polemica da  spallucce, e che volete, le solite femministe. Invece no: non si tratta di femminismo, non si tratta, men che mai, di quote rosa. Si tratta di non “vedere” la scrittura qualora abbia una firma femminile. Se dovessimo prendere alla lettera questa classifica non sarebbe sorprendente scoprire che gli uomini, salvo eccezioni, leggono poco le scrittrici (e non viceversa).  C’è una bella frase dell’autrice  A.M. Homes, in proposito: “As Grace Paley once said to me, ‘Women have always done men the favour of reading their work and men have not returned the favour.”’ E vi ricordo ancora una volta il lavoro annuale fatto da Vida sulla scarsa visibilità delle scrittrici nelle recensioni letterarie.
Detto questo, ripeto anche che credo pochissimo e tendo a respingere campagne come leggiunadonna. Credo molto, invece, che esista una sottile diffidenza, magari inespressa e messa a tacere, nei confronti delle scrittrici ritenute inchiodate al pozzo nero, o rosa, del sentimentale. Che non sia così è evidente. Che venga vissuto così è molto, molto possibile.

13 pensieri su “YOU KNOW NOTHING, JON SNOW (SULLA CLASSIFICA DE "LA LETTURA")

  1. Mi permetto di non esser d’accordo con la signora Homes perchè credo che gli scrittori e gli aspiranti tali e coloro che vedono la vita e tutto il resto dal punto di vista di chi scrive la vita e tutto il resto leggano scrittrici, parlino di scrittrici e cerchino di entrare nella loro pelle e vedere con i loro occhi per guadagnare la visione stereoscopica che alcuni credono sia necessaria per aspirare a scrivere, se non altro x apparecchiare personaggi femminili credibili. Il resto dei maschi probabilmente esprime una percentuale rilevante di lettori che preferiscono Steve King a Ellery Queen xchè il re è maschio e la regina meno, ma è roba destinata a perdersi come lacrime nella pioggia e senza colombe che svolazzino via contente.

  2. @crepascolo
    Il problema, credo, non sono tanto gli scrittori/scrittrici o aspiranti tali, ma la generalità dei lettori. Purtroppo c’è un pregiudizio verso le scrittrici, in quanto molti collegano “romanzo scritto da una donna”=”romanzo per donne”, intendendo con questo un libro evidentemente romantico e “rosa”, quindi non piacevole da leggere per un uomo.
    D’altra parte, e come lettrice dico purtroppo, specie in certi generi letterari la differenza di scrittura si vede e non poco: ho rinunciato da tempo a leggere gialli scritti da donne (Fred Vargas e poche altre a parte) perché, in molti casi alla fine, la storia romantica dei protagonisti soverchia di gran lunga la trama gialla.
    È la solita storia del cane che si mangia la coda?

  3. @Vicky
    Crepascola, la mia sposa, mi ha fatto notare che in rete si è imbattuta in blog in cui si discuteva della Austen in cui il 99,9 % dei fans de ” la Gein ” erano signore. So che i maschi preferiscono Henry James. O Conrad. O quel tizio della balena bianca che ogni tanto riaffora ( quest’anno mi pare le dia la caccia persino il potente Thor ). Credo comunque che le cose cambieranno xchè il ns mondo sta cambiando. Forse non sarò tanto in gamba da ricordare se la sera prima , dopo il crepuscolo, ho assunto semolino o pancotto quel dì, ma Crepascolino non avrà ancora tutti i capelli bianchi quando tutti i lettori – quale che sia il supporto – la pianteranno di partire dal presupposto che la storia di quel aminoacido marziano perso nel cosmo alla ricerca dell’unico computer liquido con cui ha diviso il succedaneo di una empatìa sia meno valida xchè LaGein 2.0 potrebbe, se lo volesse, partorire un lettore.

  4. Però, perdonate, sono commenti lievemente fuori tema. Qui si parla della classifica del supplemento letterario del Corsera, non della preponderanza delle scritture “rosa” nel giallo (che poi, non è solo Vargas a meritare, imho).

  5. Certo. Quel che mi chiedo io è: nasce prima l’uovo o la gallina? 🙂
    La Austen viene letta principalmente da donne perché i suoi libri piacciono alle donne o perché gli uomini la snobbano -prima ancora di leggerla- dato che scrive libri che piacciono alle donne? (e a me piace un sacco, e credo che pochi abbiano mai scritto dialoghi altrettanto efficaci)
    E Conrad (o Henry James), al di là del fatto che piacciano tanto agli uomini, sono però considerati degli scrittori universali, dei “must read” per tutti.
    Sul futuro forse non sono speranzosa quanto te, forse perché, avendo lavorato in libreria, ne ho sentite di cotte e di crude e la mia fiducia non si è ancora ricompattata del tutto 🙂

  6. Certo, scusa se siamo andati fuori tema.
    Il mio voleva essere solo un esempio personale. Però le classifiche dovrebbero rispettare i gusti delle persone e purtroppo (ripeto, l’ho visto spesso in libreria) i libri scritti da donne vengono molto spesso rifiutati dai clienti uomini col presupposto che essendo scritti da donne verteranno quasi sicuramente su sentimenti, amore e altre “melensaggini”. Poi se anche una cliente (donna!) ti rifiuta a prescindere un romanzo di una scrittrice perché (urgh!) le donne scrivono sempre di amore e sentimenti, beh si capisce anche perché le classifiche o i consigli di lettura che si trovano in giro sono quasi sempre di scrittori.

  7. X Vicky. scusate se faccio il solito esempio ma anche in 22/11/’63 la love story dei protagonisti di fatto”soverchia” più volte la trama del viaggio nel tempo e l’assassinio di Kennedy (e meno male perchè la love story è la parte migliore del libro almeno in my opinion) ma nessuno giustamente se ne lamenta. Vorrei che lo stesso valesse per le scrittrici

  8. Nicholas Sparks scrive storie di amore e sentimenti che qualcuno (sbagliando) considera “melensaggini” ma nessuno ritiene Sparks “figlio di un dio minore”..o sbaglio?

  9. Temo sia colpa mia. Mai riuscito a seguire la linea tratteggiata, cosa non grave se si tortura la Settimana Enigmistica mentre con la zucca si è altrove, ma emendabile se si commenta un post in un blog.
    Leggiunadonna sembra un monito ciceroniano rivolto a Marco Ferradini.

  10. Ne ero sicuro. Marco mi scuserà. Tra l’altro mi pare di aver letto da qualche parte che Teorema fosse ironica nelle intenzioni dell’autore. Meno male.

  11. Sottoscrivo e aggiungo . Insegnaunadonna. Se non si insegnano , forse, non si conoscono e non si leggono. Filosofe , scrittrici. Sfogliate un programma delle ( ahimè) /degli insegnanti. Cominciamo dalla scuola?

  12. @Loredana: “Credo molto, invece, che esista una sottile diffidenza, magari inespressa e messa a tacere, nei confronti delle scrittrici”
    Altro che inespressa, Bonassi l’ha espressa molto chiaramente 😀
    «Lo confesso, non ne leggo molte (di donne). E non volevo barare, né fare il politicamente corretto».
    Non leggo le donne, come fossero un genere letterario, o scrivessero tutte cose simili! Capirei non leggo molti gialli nordici, non leggo molta letteratura di viaggio, non leggo molte raccolte di racconti, de gustibus, ma “le donne” producono libri di ogni sorta e da come si esprime sembra proprio che lui scarti a priori quelli scritti da mano feminile…

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