La storia di Peppina ha una fortissima carica simbolica oltre che umana, ed è giusto così. Ma è anche vicenda che si presta a essere male interpretata da una parte e dall’altra, e usata da una parte e dall’altra: dalle destre, che naturalmente si leccano i baffi urlando il solito “prima gli italiani”, dagli ultras dell’onestà che ritengono che ogni legge debba essere cieca e sorda davanti agli esseri umani. Trovate sul sito di Fahrenheit le parole di Agata Turchetti, figlia di Peppina, che spiega con grande fermezza e dignità cosa è accaduto davvero. E, se avete tempo e voglia, trovate in rete le storie che formano il contesto in cui nasce quella di Peppina. Immobilità assoluta, macerie ancora al loro posto (non una pietra toccata, le automobili schiacciate dai sassi così com’erano a ottobre), i “tignosi burocrati” (cit.Paolo Rumiz) della Regione Marche, il ritardo inconcepibile nell’assegnazione delle casette di legno, una strategia ottusa che vede nella deportazione nelle coste e nello spopolamento la sola possibilità.
Questo è, non altro. Leonardo Animali ha scritto queste parole, ieri sera, e vale la pena rifletterci su:
“Raccontino della sera. Diversi mesi fa, il 27 dicembre con Laura Trappetti andammo a S. Pellegrino di Norcia, spianata dal terremoto già il 26 agosto. Lì c’erano già diverse “signore Peppina” che non volendo essere evacuate al mare o al lago, avevano speso pensione e pochi risparmi per farsi una casetta temporanea di differenti metrature, da togliere già all’arrivo delle SAE, nel proprio orto o campo. Li hanno passato fine estate, autunno e inverno. S. Pellegrino di Norcia sta in un Parco Nazionale. Nessuno le ha sfrattate o denunciate per abuso edilizio. Poi il 19 febbraio 2016 sono entrati nelle prime SAE, (il 19 febbraio…). Io non sono un esperto di diritto amministrativo o di urbanistica, e credo che i magistrati facciano con scrupolo e sensibilità il proprio lavoro. Ho un poco di esperienza amministrativa elettiva e rappresentativa veramente di periferia. Un’idea su come si sia arrivati alla vicenda della signora Peppina di Fiastra me la sono fatta. Me la tengo per me, non mi piacciono il tifo o polemiche del cazzo. Riepilogando dunque: S. Pellegrino di Norcia, Fiastra, tutte e due nel Parco Nazionale, stessa legislazione nazionale e speciale per il terremoto. La signora “Peppina” umbra non ha avuto nessun problema; la signora Peppina marchigiana viene sfrattata. Si accettano con grande disponibilità spiegazioni che mi aiutino a capire con cognizione di causa”.
Si accettano anche qui, evidentemente.
Sembra evidente che in Umbria ci siano persone preparate che amministrano la Regione e invece nelle Marche, come del resto i fatti hanno ampiamente dimostrato a tutti, c’è un concentrato di gente incapace, supponente e chiacchierona che non è in grado di concretizzare nulla al di là del pronunciare ricercate rigonfie e vuote parole che continuamente pronunciano di fronte ai media e delle quali francamente siamo tutti stufi. VERGOGNAAA!