“Consentitemi un riferimento a una delle grandi, forse la più grande, delle tragedie classiche, Antigone: non combattere battaglie che non sono le tue battaglie. Nella mia idea di Antigone, abbiamo Antigone e Creonte. Sono solo due sette della classe dirigente. Nella mia versione di Antigone, mentre i due membri delle famiglie reali stanno combattendo tra loro, minacciando di mandare in rovina lo Stato, mi piacerebbe vedere il coro, le voci delle persone, uscire da questo ruolo stupido di mero commento saggio, impadronirsi della scena, costituire un comitato pubblico di potere del popolo, arrestare entrambi, Creonte e Antigone, e dare vita al potere del popolo”.
Così Slavoj Žižek cinque anni fa, in un intervento alla convention di Syriza ad Atene. Ma immaginiamo che il tempo sia andato avanti, com’è avvenuto, e che almeno parte di quel popolo sia preda delle astuzie, spesso basse, di uno dei due, Creonte o Antigone. Personalmente, penso si tratti più spesso di Creonte. Anzi, non ho dubbi in proposito.
Qualcuno crede di battersi, o si batte, dunque, per una forma di purezza e di rispetto delle leggi. Qualcuno, di contro, oppone la pietà a quelle leggi. Qualcun altro, il coro, o parte del coro, in nome di un’esaltazione indotta che lo porta a invocare rigore e onestà senza vedere che quella richiesta di onestà gli fa cancellare ogni altra visione, si schiera con Creonte.
Troppo difficile? Ricomincio. C’è una donna che si chiama Peppina, ha 95 anni, vive a San Martino di Fiastra e vuole rimanere là per il tempo che le è rimasto. Le figlie le hanno regalato una casetta (visto che quelle della Regione non sono mai arrivate). La casetta non ha seguito il corretto iter burocratico. Peppina è stata sfrattata. Dichiara che non se ne andrà.
Ah, la legge è legge, dice Creonte. Se faccio passare questa, chissà che succede poi. Ma la signora ha 95 anni e vuole morire nei luoghi che ama, risponde Antigone, con ragione. Tanto più che, caro il mio Creonte, non avete fatto un accidenti in quasi un anno.
E il coro? Il coro, nel caso uno o più vittime del terremoto esattamente come Peppina, prende le parti di Creonte, che, sostiene, è anche un caro amico ed è tanto una brava persona, e chissà che gli avrà mai promesso Creonte, chissà cosa gli avrà raccontato dicendogli che qui son tutti furbetti, non lo dicono tutti del resto? che tutti ne approfittano, che c’è sempre un secondo fine dietro ogni azione, e che nessuno, nessuno al mondo è onesto tranne chi parla, e non siamo forse in Italia, dove tutti son furbetti e tutti agiscono per proprio tornaconto, proprio tutti, già. Tranne chi parla.
La storia di Peppina è esemplare. Quando quella parte del coro dimentica l’umanità in nome del complottismo spacciato per onestà, l’era di Creonte, ma anche di Antigone, è tramontata. E, se posso, temo molto quel che potrebbe avvenire con quella parte del coro al potere.
Spesso il male sembra un bene
ad un uomo a cui la mente
volse un Nume alla rovina.
E da rovina ben poco tempo lontano resta.
Non concordo con Žižek. Per esame di realtà, quando il coro ha preso la parola, raramente ha combinato qualcosa di decente. Come la rete ci dimostra quotidianamente.
Io sono sempre stato dalla parte di Antigone.