169. STORIE DAI BORGHI: NUMERI DEL DODICESIMO MESE.

Un po’ di conti, ciclici. I dati della protezione civile, intanto:
“Ad oggi, sono stati completati i lavori in cinquantadue aree e sono state consegnate ai sindaci 1.042 casette, di cui 436 ad Amatrice, 188 ad Accumoli, 210 in Umbria – tra Cascia e Norcia -, 207 nelle Marche (ad Arquata del Tronto, Castelsantangelo sul Nera, Fiastra, Monte Cavallo e Pieve Torina) ed una a Torricella Sicura (TE).
Secondo i dati forniti dalle quattro Regioni colpite sono complessivamente 3.699 le Sae ordinate per i 51 comuni che ne hanno fatto richiesta. In particolare, la regione Abruzzo ha ordinato 246 Sae da installare tra i tredici Comuni interessati; nella regione Lazio sono 827 gli ordinativi per i sei Comuni più colpiti dai terremoti; la regione Marche ha ordinato 1.843 soluzioni abitative per i ventinove Comuni che ne hanno segnalato l’esigenza e, infine, la regione Umbria ha richiesto 783 soluzioni abitative di Emergenza per tre Comuni: Norcia, Preci e Cascia”.
Mettete a confronto necessità e realizzazione, e considerate anche che siamo vicini al dodicesimo mese dalle due scosse che hanno fatto a pezzi le Marche. Certo, la scadenza presa in considerazione è un’altra, quella elettorale del 2018, e quindi ci si affanna e si rappezza, e si cerca di presentarsi con la faccia migliore, o di approfittare degli errori per proporsi come alternativi.
E poi c’è altro. Lo spiega Mario Sensini su Sibilla online:
“Nessuno tra gli oltre 130 comuni del cratere (fatta eccezione per Amatrice e Accumoli) ha deciso la perimetrazione dei centri storici e dei borghi rurali più danneggiati dal terremoto, una procedura espressamente prevista dalla legge sul sisma proprio per tutelare il loro valore storico e culturale. Che nessuno finora ha sfruttato.La perimetrazione comporta tempi di ricostruzione sicuramente più lunghi,  ma può contare su finanziamenti pubblici più consistenti e soprattutto avrebbe offerto la garanzia di una ricostruzione di quei borghi esattamente com’erano, nel loro aspetto originario. La ricostruzione sarebbe stata gestita direttamente secondo gli strumenti urbanistici del Comune, che avrebbe potuto sostituirsi ai proprietari che non volessero o potessero fare i lavori di ristrutturazione delle case, arrivando anche a metterle all’asta, ma preservando la struttura e il tessuto urbano di questi paesini.
Fatto sta che, al momento, nessuna perimetrazione è stata autorizzata o risulta agli uffici del Commissario Straordinario, interpellati da Sibilla Online. Molti sindaci che ne avevano diritto non l’hanno chiesta espressamente per accelerare la ricostruzione, temendo nuove e ulteriori pastoie burocratiche. Mentre quelli che l’hanno chiesta non l’hanno ottenuta. Almeno non ancora: in Regione Marche si stima che alla fine non saranno più di sei o sette i comuni che avranno la perimetrazione.
Visso, Pievetorina, Montemonaco, forse San Ginesio, e pochissimi altri avranno la sicurezza di tornare quelli che erano una volta. Gli altri no. A meno che non si decida, ancora una volta di rimettere mano alla normativa. Perchè è del tutto evidente che quella norma, per come è fatta, non ha funzionato. Se c’era il problema di tutelare questi nostri piccoli paesini di pietra, il “cuore dell’Italia”  come tanti lo chiamano, e questi sono i risultati non c’è riuscita. Oppure, ma è brutto pensarlo, questa norma non serviva proprio a niente”.
Insomma, chi tutela il benedetto cuore d’Italia, davvero, al di là dei concertoni, dei pubblici discorsi, delle promesse e delle candidature? Chi conosce quel che accade? Chi, un giorno, ricorderà i motivi per cui molti di quei paesi non ci sono più?

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