Allargare lo sguardo. Lo fa Leonardo Animali in questo articolo per Lo stato delle cose, e lo fa Simone Vecchioni, per lo stesso progetto, raccontando Serravalle di Chienti.
Altrove, le testate giornalistiche ufficiali fanno le pulci a Peppina e ai suoi familiari, anche giustamente e, uh, partecipano alla Zanzara e, uh, vogliono scrivere un best seller e, uh, non hanno accettato le condizioni offerte, eccetera. E comunque, sia detto con buona pace di chi scrive in ritardo e scrive insinuando, l’emendamento proposto dalla commissaria per “salvare le casette” non salverebbe non solo Peppina ma coloro che hanno costruito una casetta provvisoria dopo aprile (vai a capire perché).
E comunque la questione non si incarna nella sola Peppina: qui è stato scritto più volte, e vale la pena ripetere dunque che se una storia si impone e ovviamente si deforma per la popolarità acquisita, e magari pure a un familiare di Peppina quell’essere sulla ribalta toglie lucidità, non per questo il problema viene sminuito.
Il problema c’era prima, come scrivono Leonardo e Simone, e ancora ci sarà, se non si riesce a volare alto, e se si reiterano vecchi modelli economici e sociali, per cui ci vogliono tante belle superstrade, tanti bei centri commerciali, tanti turisti purché sia.
E se il racconto del territorio si limita allo sguardo distratto di chi se ne occupa all’indomani di una tragedia, o quando c’è un caso umano acchiappa-lettori, o elettori, e subito se ne dimentica.
Domani il blog non sarà aggiornato: sono a Bologna per BottegaFinzioni a poi a Treviso per CartaCarbone. A lunedì, commentarium.