172. STORIE DAI BORGHI. IL LAVORO GRIGIO DEGLI OPERAI DELLE CASETTE.

Storie marchigiane. Storie di Quadrilatero.
Nel 2010 Rosario Lo Russo, 58 anni, viene sepolto dal crollo di una centina in una galleria in costruzione a Cifo di Foligno. Nel 2011 Constantin Caprus, 29 anni, , precipita da otto metri nella galleria Varano. Il cestello non era stato fissato e mancavano le imbracature di sicurezza. Nello stesso anno, a maggio, muore Vito Gentile, 55 anni, di Noci di Bari, schiacciato da un camion nel cantiere Zulu 2-A alla Maddalena di Muccia.
La Maddalena era il centro commerciale, non era altro che questo, e oggi non c’è più. La Maddalena era un supermercato con le mozzarelle di Colfiorito, un fioraio per le feste e per i morti, un negozio di computer con la connessione veloce, una libreria con tutte-le-ultime-novità, una rivendita di tessuti, un ottico, un casalinghi che oltre a tazzine vasi concoline piatti faceva anche le bomboniere. In quel mese di maggio, dunque, Vito Gentile viene colpito e ucciso da un camion e sempre in quel maggio, non lontano, scoppia un incendio in un container di Muccia, in una di quelle orride strutture che facevano da dormitorio e spogliatoio per gli operai, trappole per topi bianche e rosse, container che hanno preso il posto dei moduli abitativi del dopo terremoto, e apparentemente non cambiava nulla: le stesse mutande stese ad asciugare, le stesse persone con i piedi nella polvere che ti guardano passare mentre cammini in quelli che un tempo erano gli orti, a un fianco la montagna a un fianco il fiume nel fosso, e loro che girano la testa per vedere chi sei e cosa fai là, mentre davanti a te i figli bambini cantano la sigla dei Pokémon e poi una canzone dei Greenday e poi semplicemente non vengono più con te.
I morti e i feriti della Quadrilatero sono fulmini che cadono a caso fra i milleduecento lavoratori, di cui duecentotrenta in capo alle aziende della Val di Chienti, il resto a quelle che vengono chiamate affidatarie. Dei milleduecento, solo duecento hanno un contratto a tempo indeterminato. Chi lavora con le affidatarie ha contratti a termine, senza formazione e con il ricatto del rinnovo mensile, dunque guai a protestare per le ore di riposo (pochissime) e per i container. Costantin Caprus, dicono, non prendeva lo stipendio da due mesi e aveva un contratto da un mese.
Storie di casette. Storie marchigiane.
Come denuncia Federica Nardi, gli operai che stanno, tardivamente, approntando le casette, lavorano 14 ore al giorno. Per ogni area SAE ci sono otto subappalti. Presi al massimo ribasso. E ora i ritardi si scaricano sugli ultimi della catena. Come sempre. E come sempre nel silenzio.

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