213. STORIE DAI BORGHI. MACERATA POSSE.

Da quanto tempo leggete queste cronache, voi del commentarium? Dalla fine di ottobre del 2016, è la risposta. Di cosa si parla in queste cronache? Di quanto è avvenuto da allora nella marca maceratese. La marca maceratese è quella che include il territorio montano colpito dal terremoto. La marca maceratese è quella che non ha avuto tende e container, che è stata deportata negli alberghi della costa, che ha visto la proibizione di mettersi una casetta a proprie spese nel proprio terreno, che ancora, in moltissimi casi, non ha ricevuto un’abitazione provvisoria. Eccetera, lo so che lo sapete e che non ne potete più di sentirvelo ripetere.
Chi si è fatto vedere nella marca maceratese per dire “ehi, che vergogna”?
Salvini.
Chi si è precipitato a trovare Peppina, sfrattata a oltre novant’anni dalla propria casetta?
Salvini.
Chi ha candidato il sindaco di Visso?
Salvini.
E certo che non c’è solo Salvini, grazie agli dei: ci sono i comitati e i movimenti e le persone che non hanno altrettanta visibilità e che hanno lavorato e lavorano lo stesso, che hanno denunciato e denunciano. Ma è come se i mondi non si potessero parlare, perché uno di quei mondi è oscurato e  perché la parola pubblica è in mano ad altri. Provate a dire a chi voterà Lega, a chi sostiene Fratelli d’Italia e CasaPound, provate a dire alla buona e brava gente della nazione che non si sono impoveriti a causa dei migranti. Non ci crederanno, ripeteranno i loro mantra, insulteranno un po’, o un po’ tanto, Laura Boldrini e si sentiranno a posto con la coscienza. Non usciranno dalla cornice che si sono costruiti con la complicità della televisione, che quei personaggi pubblici ha coccolato per anni, e di chi, su Internet, per altrettanto tempo ha organizzato la rabbia che ci sta bruciando.
E, no, non esiste un effetto Macerata, che la si smetta di parlare di Macerata come della grassa e sonnolenta provincia dove il fascismo e il razzismo allignano: fa molto comodo alle star della televisione e della rete concentrare tutto il Male a Macerata, razzolare per gruppi Facebook o per bar per trovare il sostenitore di Luca Traini. Si suppone che da qui ai prossimi giorni piomberanno orde di telecamere davanti allo Sferisterio, per allestire lo spettacolo (e dalle vittime, qualcuno ci va?).
Macerata è altro. Macerata, e la marca, hanno affrontato con dignità e tolleranza incredibili l’abbandono di cui sono state oggetto da fine ottobre 2016, e di cui non interessa nulla a nessuno. Ma adesso sì. Adesso Macerata è trending topic, vuoi mettere?
Scrive Luca Pakarov sul Manifesto di domenica:
“In alta classifica fra le città più vivibili d’Italia, Macerata è anche tra le dieci finaliste come Capitale italiana della cultura 2020, città della lirica con lo Sferisterio e della pace (come recitano i cartelli all’ingresso), è governata dal Pd e da sempre ispirata ai valori cattolici. Sabato, per tutt’altro, si è ritrovata scaraventata sulle cronache dei maggiori quotidiani europei, come durante il terremoto del 26 ottobre 2016. Ma che il clima in provincia e nell’intera regione sia cambiato, è un sentore che si ha da tempo. Difficile allora non vedere convergenze fra la morte della diciottenne romana e il ventottenne Traini (fra l’altro, all’inizio dei fatti, giravano voci che l’attentatore fosse il fidanzato di Pamela). Difficile allora non pensare agli effetti dei tanti allarmismi dei quotidiani locali sul tema sicurezza e all’effetto di questi sulla percezione degli abitanti e sul proliferare di pagine Facebook razziste. E in questo senso qualcuno dovrebbe farsi un’analisi di coscienza.
Da tempo la stampa locale è farcita da reportage (si fa per dire) sullo spaccio, sui bivacchi dei migranti che rendendo la città insicura, mappature dei luoghi pericolosi, un bombardamento continuo per una città che non è Detroit, né Bagdad, che fra il 2015 e il 2016 ha visto scendere il numero dei reati del 15% (fonte Dps e Istat). Difficile non riflettere sullo sciacallaggio politico dopo l’omicidio e su chi ci sta facendo campagna elettorale.
I risultati sono malumore e risentimento, continui attacchi alla Ong Gus, Gruppo Umana Solidarietà, che si occupa dell’accoglienza e accusata di speculare sugli immigrati, il rinvigorirsi dei neofascisti di Ordine Futuro Marche e Casa Pound. E Forza Nuova, che ha indetto una manifestazione per il 6 febbraio e preso le difese di Traini: «Sarà politicamente scorretto, sarà sconveniente, in campagna elettorale nessuno farà un passo avanti, ma oggi noi ci schieriamo con Luca Traini». Solidarietà che verrà recepita da tanti come Traini che cercano un motivo per esistere”.
Esatto, un motivo per esistere. In questi giorni, sui social, la buona e brava gente della nazione, gente che ha una posizione, fa il medico, magari, ha lavoro e famiglia ed è comunque incazzata, inferocita, alla ricerca di un capro espiatorio che è facilissimo trovare in Boldrini, nei migranti, a volte negli intellettuali che rompono le scatole (a volte, eh: un bel po’ di intellettuali sono impegnatissimi in faccende loro, in questi stessi giorni, come se, allo stesso modo degli inferociti, lo specchio che rimanda la loro immagine non riflettesse altro).
Ma Macerata non è questo, non è, almeno, solo questo, a differenza di quanto si vuole far credere. Sabato 10 febbraio ci sarà una manifestazione nazionale, proprio a Macerata, organizzata da Csa Sisma. Che sia affollata è l’auspicio, anche se immagino che scarsa sarà la copertura mediatica, perché disturba il quadretto che si sta dipingendo.
Ma quel quadretto riguarda tutta l’Italia, che si accinge a consegnarsi, di nuovo, all’oscurità del fascismo, che va chiamato col suo nome, e che temo aspetti noi e i nostri figli, cara buona e brava gente della nazione, che non vi rendete neanche conto di quello che state per fare.

2 pensieri su “213. STORIE DAI BORGHI. MACERATA POSSE.

  1. Macerata ogni volta che sento il suo nome in televisione è una coltellata. Macerata che associamo alle dolci colline, l’amore per la tradizione, il cibo antico, gli splendidi palazzi.Macerata ancora piu amata dopo il terremoto , per amore delle azzurre montagne all’orizzonte e dei meravigliosi borghi distrutti. Siamo in tanti a Macerata inorriditi per la violenza e per il terrorismo razzista. Spero che saremo anche capaci di dimostrarlo a noi stessi, all’Italia. Spero che non rimuoveremo questo scempio e che da qui non nasca nuova violenza ma una vera ricerca di soluzioni.

  2. Ciao Loredana, sono nata a Macerata, mia culla e portata a sette giorni di vita a Roma, città che adoro ed abito nel quartiere della cara Pamela. Condivido in tutto quanto da te scritto e sottolineo lo sciacallaggio sia dei giornalisti che dei politici per i loro biechi interessi di bottega. Nessuno che ha sottolineato l’orrendo femminicidio nei confronti di una giovanissima donna. Se fosse stata uccisa da un bianco, avrebbero detto che in fin dei conti se l’era cercato. Ricordiamo Pamela soprattutto come donna da aggiungere nell’elenco dei femminicidio del 2018.

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