217. STORIE DAI BORGHI. QUELLI CHE CAMMINANO IL LUNEDI' DELL'ANGELO.

“Quí intorno, attualmente, la parte migliore della terra non è proprietà privata; il paesaggio non appartiene a nessuno, e il camminatore gode di una relativa libertà. Ma verrà forse il giorno in cui questa terra sarà smembrata in parchi per così dire di svago, di cui solo pochi godranno in modo limitato ed esclusivo, in cui i recinti saranno moltiplicati, e altre invenzioni respingeranno gli uomini sulla strada pubblica, e camminare sulla terra di Dio significherà attraversare senza permesso la terra di qualche gentiluomo. Godere di qualcosa in modo esclusivo generalmente significa essere esclusi dal suo autentico godimento. Approfittiamo dunque delle opportunità a noi offerte, prima che giungano tempi peggiori”.
Nel 1861 Henry David Thoreau scrisse Camminare. I tempi peggiori, nel frattempo, sono arrivati, come ognun sa. Ieri però hanno camminato in parecchi. Qualcuno è stato persino a Castelluccio di Norcia, qualcuno ad Arquata. C’è chi ha passeggiato sui Sibillini. C’è chi si è spinto a Fiastra. C’è chi, infine, è andato a cercare, nel lunedì dell’angelo, i luoghi del terremoto, perché la bellezza di quei luoghi è ancora intatta, e basta andarci per provare a farli rivivere. Il mio vecchio amico Maurizio Serafini dice spesso che è questo che dovremmo fare tutti: riprenderceli, quei posti che non vuole nessuno, e che a forza di promesse non mantenute si svuoteranno ancora. Andarci a vivere. Ricostruire, piano piano, per chi verrà. E camminare, passeggiare, pensare.
Questa mattina, mentre come al solito camminavo piano per Roma (io cammino sempre piano, perché la lentezza mi permette di pensare, e in quell’inizio di giornata ragiono su quello che voglio scrivere qui, o che sto scrivendo altrove, mi fermo persino a prendere appunti sul quadernetto), il solito automobilista incazzato mi ha urlato: “Vai a lavorare”. Diamine, era esattamente quello che stavo facendo.
“…dovete camminare come il cammello, l’unico animale, così si dice, che rumina mentre cammina. Un viaggiatore una volta chiese alla domestica di Wordsworth di mostrargli lo studio del suo padrone, e lei rispose: «Questa è la biblioteca, ma il suo studio è là fuori, oltre la porta»” (Thoreau, ancora: chi altri?)

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