90. STORIE DAI BORGHI. ERRANI, IL NON POSSUMUS E ALTRE PINZILLACCHERE

Be’, almeno l’ha detto. Copio e incollo:
“Com’era e dov’era: non possiamo ricostruire Amatrice, Accumoli e Arquata come erano negli anni ’70. Va ridefinita l’identità di questo territorio. Bisogna guardare al futuro”.
Così Vasco Errani, commissario straordinario per la ricostruzione dei territori del centro Italia colpiti dai terremoti dello scorso anno, intervenendo a L’Aquila alla cerimonia di premiazione della quarta edizione del premio Avus, un concorso tra le migliori tesi di laurea in Italia sulla prevenzione sismica.
“Chi ha attaccamento straordinario a questi territori ha in media 60 70 anni. Dobbiamo in primis far restare i giovani. Ricostruire è pensare al nuovo. Molti per dato anagrafico la ricostruzione conclusa purtroppo non la vedranno“, ha concluso. “E’ sempre comprensibile la protesta, ma dobbiamo renderci conto che ci troviamo di fronte a una delle catastrofi più gravi degli ultimi cento anni, una cosa unica nella storia di questo Paese”.
Be’, almeno l’hanno detto. Le ditte appaltatrici della Quadrilatero donano ai terremotati. E mica ci si dispiace, intendiamoci. E’ che si vorrebbe capire, come scritto qualche giorno fa, da che parte prendere questa faccenda, e non per mancanza di rispetto per chi offre il proprio contributo: bensì perché nulla è chiaro sulla Quadrilatero, sugli appalti, e sui fondi spariti per le aree di valore, e che adesso, magari, servirebbero eccome.
Be’, per fortuna lo ha scritto. Così Mario Di Vito, fra l’altro, sul Manifesto di ieri:
“Gentiloni ha anche spiegato che «Casa Italia» sarà anche un modo per risparmiare denaro pubblico, dettaglio che in epoca di spendig review fa sempre il suo effetto: «Le ultime scosse di terremoto ci sono costate 23 miliardi di euro in otto mesi, pensate quanto un’operazione come questa potrà farci risparmiare».
Ancora sul terremoto, il premier ha annunciato che «martedì, nella prossima operazione finanziaria, inseriremo un miliardo all’anno per la ricostruzione». L’annuncio era già stato fatto diverse volte nelle passate settimane, adesso almeno c’è una data, ma bisognerà capire da dove usciranno fuori questi soldi, visto e considerato che le trattative per la manovra correttiva richiesta dall’Ue sono ancora in una fase piuttosto delicata.
Gentiloni, comunque, prova così a fare la figura del Signor Bonaventura che si aggira brandendo assegni di grandi dimensioni, nel tentativo di far vedere che il suo governo non è immobile come in molti sospettano e che i terremotati non sono stati affatto dimenticati, malgrado le evidenze, il nervosismo e le proteste che cominciano a salire di tono. A questo serve anche la presenza di Renzo Piano, padre nobile e garante del misterioso progetto «Casa Italia». L’archistar come supereroe chiamato a ricostruire un paese che cade a pezzi e non cambia mai”.

Un pensiero su “90. STORIE DAI BORGHI. ERRANI, IL NON POSSUMUS E ALTRE PINZILLACCHERE

  1. Ho cercato di sapere di più sulle donazioni fatte dai cittadini scoprendo che i denari non arrivano subito dove sono necessari ma sono ostaggio della burocrazia. Chi li seguirà?
    Mi ha meravigliato sapere che una parte dei denari donati all’Aquila sono stati “prestati” alle aziende a tasso minimo… mi chiedo, preoccupata, a chi andranno quei denari “donati” una volta che le aziende li avranno resi.
    Invece di donare a un numero telefonico, non si potrebbe dare vita a un crowdfunding?

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