BIBLIOGRAFIA DISARMATA: THOREAU

Henry David Thoreau , 1817-1862, filosofo, scrittore, pensatore. Sì, è quello di “Walden-vita nel bosco”. Sì, il molto attuale “Walden”. Quando ne curò la prefazione, nel 2005, Wu Ming 2 scrisse:

“Mentre le ideologie godono sempre di ottima salute, i valori condivisi rischiano davvero l’estinzione. Individualismo e Civiltà – due facce della stessa medaglia – sono in agguato per occuparne la nicchia biologica. L’etica sperimentale del Walden ha le carte in regola per respingerli entrambi.
Quando Thoreau costruisce la capanna sulle rive del lago, non lo fa per una scelta di vita. Due anni dopo soggiorna di nuovo nel mondo civile. Si tratta piuttosto di un esperimento di filosofia pratica, la ricerca di un’unità di misura per valutare le proprie abitudini. Essenzialità non significa privazione. E’ solo il punto di partenza per una maggiore consapevolezza.
(…)  Spinoza provò a dimostrare i principi dell’etica come fossero teoremi; Leibniz sognò un linguaggio matematico, dove qualunque disputa potesse risolversi calcolando; per Thoreau, l’unica certezza è la capacità dell’uomo di scegliere e cambiare. “Io non vorrei che nessuno adottasse il mio modo di vita […]; perché […] desidero che ci sia al mondo il maggior numero possibile di persone diverse; ma renderei ciascuno molto attento a scoprire e perseguire il suo modo”.

Imprigionato nel 1846 per non aver pagato la poll-tax, che il governo degli Stati Uniti impose per finanziare la guerra al Messico, cui Thoreau era fieramente contrario, nel 1848 scrisse “Disobbedienza civile”, dove motiva il suo gesto e spiega che è possibile rifiutarsi di aderire a leggi ingiuste.

“Naturalmente, non è che l’uomo abbia il dovere di dedicarsi all’estirpazione del male, anche del più smisurato; giustamente, può avere altre faccende di cui occuparsi; ma è suo dovere, perlomeno, tenersene fuori, e, se il suo pensiero ne è lontano, non deve aiutare il male di fatto. Se mi dedico ad altri scopi e progetti, per prima cosa devo almeno verificare che non li sto perseguendo stando seduto sulle spalle di un altro uomo. Prima di tutto devo scendere da lì, di modo che anche lui possa perseguire i suoi obiettivi”.

Un uomo di altri tempi? Certo. Eppure influenzò Tolstoj, Gandhi, Martin Luther King, e i movimenti pacifisti di molti paesi. Ieri qualcuno mi ha fatto notare che anche Virginia Woolf ne “Le tre ghinee” è fuori tempo. Eppure, come si legge nei commenti, c’è un articolo di Mario Ricciardi su Il Mulino che la richiama esattamente all’oggi. Intendo dire che ci sono pensieri e ci sono pratiche che non invecchiano, per fortuna.

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