ACIDO SOLFORICO

Su Librialice l’anteprima del nuovo romanzo di Amélie Nothomb, Acido solforico, in uscita per Voland.
Un giorno o l’altro parliamo seriamente di questa storia per cui la televisione è ridiventata il male assoluto, però.

10 pensieri su “ACIDO SOLFORICO

  1. “Un giorno o l’altro parliamo seriamente di questa storia per cui la televisione è ridiventata il male assoluto, però”
    Leggerò il libro della Nothomb. Resta il dubbio, senza averlo letto, che si tratti di un libro a tesi.
    Sia come sia, l’incipit: ” Venne il momento in cui la sofferenza altrui non li sfamò più: ne pretesero lo spettacolo.”
    si adatta benissimo anche ai campi di concentramento (ad alcuni, non tutti i campi di concentramento erano gestiti nello stesso modo), e se leggessi solo la prima frase non indovinerei il seguito. Del resto, credo sia perfettamente nelle intenzioni dell’autrice.
    Quando alla televisione come male assoluto, credo che il “luogo comune” sia dovuto all’incidenza della televisione come strumento educativo: a rovesciarlo in strumento “diseducativo”, per un catastrofista, non ci vuole molto (“CATTIVA MAESTRA TELEVISIONE” di Popper: perché il punto più basso della riflessione di un filosofo diventa argomento di discussione per decenni? Quel pamphlet è reazionario…)

  2. La televisione non è il male assoluto. FA il male assoluto. Il che è meno grave, ma più pericoloso.
    La televisione è una cosa di plastica che trasmette immagini: ci sono delle persone che ci lavorano dentro e sono bravissime a inventarsi roba che secondo loro noi potremmo aver piacere a vedere.
    Il dramma è che noi non abbiamo nessun bisogno del 75% delle cose che ci propinano, ma CI SIAMO ABITUATI a goderne. Ci hanno AMMAESTRATI ad alzare la testa come i cani di Pavlov. Basta il jingle mediase di RTI e solleviamo gli occhi dal libro che stiamo leggendo. Che sarà? Sarà “Verissimo” o sarà la finestra quotidiana sul “Grande Fratello”? Sarà “Striscia la notizia”? Eccolo il male assoluto: non è che la Parodi può farci del male assoluto. Ma può essere un problema il fatto che la Parodi passi dalle televendite di saponi alla conduzione di un TG nazionale e che NESSUNO di noi ci faccia caso; può essere un problema che NESSUNO di noi dica niente, salvo limitarci a registrarlo mentalmente per raccontarlo il giorno dopo alla zia d’America.
    La televisione FA il male assoluto quando ci sorprendiamo a ridere di Emilio Fede. Ma quello è un direttore di un importantissimo TG nazionale e NON DOVREBBE far ridere. Ci siamo abituati a ritenere inoffensivo tutto quello che passa DENTRO la televisione; ma contemporaneamente non ne siamo affatto indifferenti. E ritenere qualcosa inoffensivo significa che, se bussa alla porta, noi gli andiamo ad aprire.
    Ci hanno AMMAESTRATO ad assistere a trasmissioni politiche in cui le domande a Berlusconi le fa Tiberio Timperi (“E’ più importante un successo elettorale o il sorriso di un figlio?”); noi ne ridiamo. Lo troviamo comico. Lo troviamo inoffensivo. Ci diciamo: “Bof, al massimo cambio canale”.
    Ed è di nuovo male assoluto. Spegnere la TV è un palliativo; cambiare canale è un palliativo. Cambiare canale di fronte alle immagini dei bombardamenti in Iraq serve a far cessare i bombardamenti in Iraq?
    [Ste]

  3. Ste, deduco che tu veda la televisione.
    Che fai, proponi anche tu una patente per la televisione?
    “Il dramma è che noi non abbiamo nessun bisogno del 75% delle cose che ci propinano, ma CI SIAMO ABITUATI a goderne.”
    Come disse Wilson, se non ricordo male (controllerò), gli uomini non hanno bisogno di imparare, ma di essere ammaestrati; non vogliono sapere, hanno bisogno di essere comandati…parafrando.
    Posizione molto reazionaria, e molto pericolosa. La televisione è uno strumento, e come ogni strumento è uno “strumento per”: non le è concesso di essere nulla di assoluto, né il bene, né il male, né il cocomero assoluto. Ste, la libertà…nessuno ti obbliga a vedere niente, e le abitudini non sono imposte dall’alto, sono accettate dal basso; nessun bombardamento mediatico è in grado di impedire l’esercizio del libero arbitrio.

  4. Ho sbattuto fuori di casa il televisore durante l’enorme farsa dell’abbattimento del regime di Ciausescu (non si scrive così, pazienza) in Romania. Non ne potevo più della ripetitività dei servizi, della banalità dei commenti, delle immagini dubbie. Quella cronaca inizò con la solita ansia che mi prende quando ci sono di mezzo fatti di ‘sangue’ e finì con la tele nel cassonetto. Non ne ho fatto una religione, salvo dovermi quasi giustificare davanti a persone che si chiedono, meravigliate, come ‘passi’ il tempo. Non posso spiegare che ci sono alternative, alcune di loro proprio non le vedono. Così mi cucco la versione di seconda mano sui grandi fratelli e sulle orride trasmissioni di B. che sostiene la liceità del suo amico Putin nel condurre la guerra cecena. Bho, mi pare che si possa scegliere e senza neanche subire particolari effetti collaterali (brufoli, scrofola). Non dico in maniera drastica, ma almeno diversificando i modi di ‘passare’ il tempo. La cosa che mi stupisce in questa polemica è che si prendano in considerazione le più assurde possibilità (dalla patente per fare televisione, alla censura, alle limitazione più assurde) considerando le persone semplici utenti teledipendenti o rincoglioniti. Ricordare a tutti che si può scegliere se guardare (gradire) o meno certa televisione, certi libri, certe realtà, non sarebbe meglio? rimettere in piedi luoghi, situazioni, possibilità, alternative e ricordare che abbiamo dei margini (forse anche ‘doveri’) di scelta e responsabilità, non sarebbe cosa giusta?
    Certo, le scorciatoie sono più facili.
    besos

  5. Ciao Ivan: non guardo più la televisione da UN anno. Niente di inverosimile (“Non ho MAI guardato la tv”): solo da un anno.
    Canali che guardo: Fox, Cult e RaiSatExtra. I film SOLO al cinema e in dvd: non condivido gli spot pubblicitari durante la proiezione. Se c’è un film che mi piace in tv, affitto il dvd e me lo vedo contestualmente in un’altra stanza. Scelte. Condivisibili o non: scelte.
    Poi senti (senza alcuna polemica): se parli con me anteponendo il corollario che REAZIONARIO sia uguale a PERICOLOSO non andiamo d’accordo. Lo ripeto: ridere davanti a Emilio Fede è pericoloso. Sorridere davanti alle domande di Timperi a Berlusconi è pericoloso. Dissentire non è pericoloso; indignarsi alla massima potenza possibile e non limitarsi a cambiare canale (il telecomando è un guinzaglio. Il telecomando non esiste), tutto questo non è pericoloso.
    Per il resto concordo con te (hai letto il mio commento precedente, quello a cui hai risposto?): la tv NON E’ il male assoluto. La tv è una cosa di plastica da cui escono immagini e voci e spesse volte tette e bugie.
    La tv FA il male assoluto.
    Nessuno mi obbliga a vedere niente? Cazzo: NON E’ VERO! Ci stanno addormentando e incontro sempre più persone (della tua preparazione e intelligenza!) dire menate alla Muccino del genere. Ascolta: lo giuro solennemente: non ho MAI visto il Grande Fratello quest’anno, ok? Mai. Neanche un minuto, Ivan, te lo garantisco sulle mie gambe (non è stata neanche una scelta, ma a casa non ci sto mai). Mai visto, mi credi? Fallo. Mai: ebbene conosco TUTTI i concorrenti. So associare i nomi ai volti. So dire quella se è ancora dentro la casa oppure no. Ho un’idea di chi si sia già trombato chi.
    PERCHE’?
    CHI ME L’HA DETTO?
    IO NON L’HO MAI VISTO.
    CHI ME L’HA INCULCATO?
    COM’E’ POSSIBILE?
    Domande.
    Solo domande.
    Domande di un ex cane ammaestrato che sta provando a mordere il guinzaglio.
    [Ste]

  6. Ste, sinceramente… io non ho mai visto nulla del grande fratello, fin dalla prima edizione. E non conosco nessun nome, nessuna faccia, niente di niente. (e, ovviamente, la tv ce l’ho).

  7. Ok Gianni. Non è che dico che debba essere per forza come dico io. La mia è un’esperienza: è andata così. Sai, a volte basta sintonizzarsi casualmente su un canale a un’ora precisa per più giorni di fila ed ecco che il messaggio attechisce. Tu hai avuto un’esperienza diversa.
    La mia è stata questa.
    Sono appassionato di queste cosacce, perciò ho fatto un sondaggio tra i miei colleghi “allergici” al GF. Stesso risultato (ma orari simili ai miei). Quindi chissà: probabilmente è interessante anche sotto questo punto di vista.
    Comunque neanche il GF credo sia il male assoluto. [Ste]

  8. Tv: la guardo poco.. pochissimo.. nessuna questione di principio: mi annoia. Spesso mi sento un po’ “emarginata/inadeguata socialmente” perchè confondo paola barale e ..mi sfugge il nome dell’altra diva televisiva.. Del grande fratello qualcosa so perchè a volte ho visto mai dire grande fratello, credo di una qualche edizione passsata. Un amico mi chiedeva se John Lennon era poi così geniale, a lui non sembrava. Gli ho risposto che in confronto ai fenomeni (quasi tutti televisivi) di oggi era certamente di una grandiosità inarrivabile. Poi mi sono ricordata che è stato John Lennon per primo (spinto da Yoko Ono) a usare il suo successo come cantante per sconfinare in altri campi, ed è stato il primo a fare il grande fratello (la sua luna di miele facendo il bed in con i giornalisti in camera), certo che il suo scopo era diverso.. give peace a chance. Mi pare che la tv proponga e permetta al nulla di diventare famoso. Insomma un vuoto di capacità di questi divi. Forse è questo che piace: tutti potremmo essere in tv, non ci vogliono doti o professionalità, e l’obiettivo è diventare noti, quindi fare soldi e successo. Ricadiamo nel problema culturale (o di costume).

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