ALTRE DONNE

E’ orribile, probabilmente, concordare sia pure per un istante con il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad. Ma quando ha detto, ieri, che anche gli Stati Uniti hanno la loro Sakineh, non aveva del tutto torto.
Teresa Lewis, si chiama. Il miglio verde l’aspetta fra poche ore, in Virginia.  E’ una disabile mentale borderline. Amnesty International ha lanciato un appello in suo favore all’inizio di settembre (lo trovate qui). Nessuno ne ha parlato.
Più vicino: Teresa Buonocore. Ne scrive Piero Sorrentino, su Nazione Indiana.
Ps. E poi c’è la proposta di legge “di riforma e di riqualificazione” dei consultori nel Lazio (qui l’appello di Zeroviolenzadonne). E poi ci sono tutti i tagli che riguardano i servizi a famiglie e anziani in varie regioni del nostro paese. E poi, e poi. Proprio vero che il problema è il cavallo (e non il cavaliere, o l’elefante che dir si voglia).

61 pensieri su “ALTRE DONNE

  1. @Valeria
    Il criterio che anima nelle Costituzioni l’importanza della pluralità di opinione e diritto alla critica si fonda sull’implicito che, dal dialogo tra quante più prospettive possibile su un dato problema, si arrivi a una soluzione condivisa che è figlia di tutte le obiezioni. Naturalmente la democrazia non è sinonimo di buono e giusto. È uno tra i tanti criteri con cui trasformiamo scelte individuali in scelte sociali. Se la tua scelta individuale si oppone a quella di un altro, non finirai a citare Voltaire ma la ostacolerai.
    È libertà di critica negare l’Olocausto, ma qualcuno è finito in galera per questo. È libertà pure fare apologia del fascismo, ma è reato nella nostra Costituzione. Una libertà astratta deve permettere anche la sostenibilità di queste idee (che personalmente ritengo deliranti)?
    Il criterio di ognuno risponde purtroppo all’esigenza di tirare acqua al proprio mulino nascondendo la mano che tira il sasso.
    La voluta (con)fusione dei termini Ebreo e Israeliano permette di darti dell’antisemita se solo critichi la politica di quello Stato, che tra l’altro ha imparato molto bene dall’Imbianchino come trattare le minoranze etniche. Che poi vada a parlare Ahmadinejad all’ONU facendo considerazioni condivisibili e venga sbattuto in prima pagina con sintesi balzane laddove l’ONU ha appena bollato come “tortura e omicidio” il blitz israeliano sulla nave turca ti fa capire che ognuno è libero di criticare chi non gli piace. E non occorre mentire, basta sbattere la prima notizia in prima pagina e la seconda in qualche trafiletto di quarta.

  2. Tra l’altro all’ONU Ahmedinejad ascolta sempre i delegati israeliani e americani prendendo appunti per controbattere, quando e’ il suo turno di parlare gli altri si alzano dalla sedia e se ne vanno.

  3. x cannella
    .
    questo non lo so, ma su Introvigne e Cesnur si è documentato parecchio. Poi, se non vado errata, è un fuoriuscito da una setta (forse Scientology?) E le dinamiche delel sette sono molto interessanti.

  4. So che le mie domande non sono originali, ma secondo me ogni tanto vanno ‘ingenuamente’ riproposte, perché quando un limite viene posto, e sono convinta – a malincuore – che a volte sia necessario porlo, sia chiaro che quello è un limite ed è opportuno e sano dichiararlo come tale, esplicitando anche le ragioni per cui viene posto.
    Siccome a volte le ragioni sono legittime, non vedo la necessità di negarle o non esplicitarle.

  5. “eh, è stato ripubblicato ma riveduto e corretto.” diana
    E mi sembra anche giusto. Poi che lui difenda in maniera appassionata la sua ricerca mi pare normale e lecito, ma questo non prova che Taradel e tutti gli studiosi che l’hanno criticata c’abbiano torto. Poi ripeto la censura è sempre sbagliata.

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