Sono in lite profondissima con ben due computer. Perfidi entrambi.
Mentre cerco di ricomporre la questione, sappiate che:
– Ho finito di leggere diversi libri. Fra cui il già segnalato Gli interessi in comune (curioso, interessante, un piccolo Burgess di provincia). Ah, e Stella del mattino, naturalmente. Ho molte cose da dire, in proposito, soprattutto su Nancy Nicholson, coniugata Graves: vi rimando per ora all’intervista di Giuseppe Genna a Wu Ming 4.
– Ho scoperto, con colpevole ritardo, che Rizzoli ha inaugurato un singolare filone: i classici ridisegnati in versione manga. Idea non male.
– A proposito: se avete perso L’uomo della tundra, storie alla London firmate da Taniguchi, beh, rimediate.
– In caso di ragionevoli e giuste polemiche con la Ministra delle Pari Opportunità, specie dopo la letterina di oggi a Repubblica (qui sotto lo stralcio), sarebbe bello leggere di attacchi argomentati e politici. Che le donne, soprattutto, sbeffeggino la signora esclusivamente a causa del suo passato divistico, è cosa che mi lascia sgomenta. Stralcio, appunto:
“il contesto familiare viene dipinto come un luogo buio e pericoloso per le donne. Mi sia consentito di dissentire.
La famiglia è da sempre la cellula primaria della società italiana. Essa rappresenta il fondamento del tessuto sociale, spesso funge da vero e proprio strumento di coesione e ammortizzazione sociale e come tale necessita di tutela. La famiglia, va ricordato, è anche un luogo di realizzazione per la donna, al pari del mondo del lavoro.
Nessuno nega – e non sarò certamente io la prima – il fatto che non di rado è la stessa famiglia a trasformarsi in luogo di commissione di reati ai danni delle donne. Trasformazione dettata da una cultura errata e distorta, a volte maschilista e violenta. Ma è una trasformazione, non è la regola. Le analisi statistiche da voi riportate e da noi conosciute e studiate, sottolineano anche un altro aspetto: divorzi, separazioni ed affidamento dei figli causano gran parte delle tensioni e dei reati realizzati all´interno della famiglia”.
Pessima! Hai ragione!
ora è tardi e niente, ma domani ce cucino un post.
La collana della Rizzoli in realtà mi lascia abbastanza perplesso: non per l’idea in sé, ma per la realizzazione, visto che si tratta in realtà di manga realizzati (piuttosto maldestramente, a quel che ho visto) in Inghilterra. E a quel punto, adesso che magari di fianco sullo scaffale in libreria uno ci trova veri manga (e ben fatti) pubblicati dalla Panini (o da Kappa)…
Beh, i disegni lasciano molto perplessa anche me.Sono decisamente di livello inferiore ad un manga medio. Oltretutto, se Rizzoli guardasse ai numerosi fanartist italiani, anche molto bravi…
Della serie: come scambiare la causa con l’effetto, o l’uovo con la gallina. Chissà se la ministra si è mai chiesta da che cosa sono causati i divorzi, se non da “tensioni” (parola tra l’altro che contiene tutto e il contrario di tutto).
Loredana: giustissimo non sbertucciare la ministra per il suo lavoro passato (ho sempre detestato i cosiddetti “satirici” che si accanivano sulla gobba del divo Giulio)… però… insomma… passare da un lavoro in cui non è nemmeno richiesto di “saper leggere scrivere far di conto” a quello di ministro della Repubblica, senza nemmeno passare dal “via”… nemmeno nel Monopoli succederebbe!
Il dubbiod i Davide è comprensibile. Chiediamoci, Lippa: se avessero fatto ministro un ex-tronista di Maria De Filippi, non se ne sarebbe fatto, inevitabilmente, satira di tutto ciò?
Detto questo sono sempre le azioni presenti le cosa da giudicare, non il passato. Ma il passato “c’è”.
lo so, è colpa mia.
ma io ad argomentare alla carfagna (ma mica solo a lei) non ce a faccio proprio. da tempo ormail leggo i giornali la mattina e mi esce solo uno sconsolato “ma basta”.
stamattina nella metro (a) ti ho pensata. le due “signore” a fianco e anche un pò sopra di me discutevano di possibili misure di sicurezza da attivare “perchè glizingari smettano di rubare i bambini” sostenendo di vederne un sacco girare con bimbi biondi con gli occhi azzurri che ” è chiaro che non sono i loro”.
aiuto.
Il problema del passato divistico della Carfagna è: oltre quello, quali sono le sue altre esperienze, quali di esse giustificano la sua nomina a ministro senza passare per incarichi politici intermedi?
Si è ironizzato molto, e giustamente, sulla riforma della Costituzione affidata a un dentista (Calderoli), e non mi stupisco se delle donne, che magari fanno lavori di un certo spessore, si sentano imbarazzate dall’essere rappresentate al governo da un ministro con un curriculum così esiguo
secondo me ne Gli interessi in comune, la scena del ragazzo che si accocola sul tappetino rosa e poliestere trasmette davvero una dolcezza bambina in un mondo di alterazioni sensoriali ed è bella e nitida. e Santoni, come ho scritto, è bravo a tessere fili distinti e ad annodarli in una storia che quando non è trama è comunque matassa.
quanto alle pari opportunità io concordo con lipperatura, non si può sbeffeggiare sempre il passato divistico. è comunque un atteggiamento sessista. e forse ahimè col tronista non sarebbe accaduto.
e questo.
chi
un piccolo Borges? ^__^
Scherzi a parte, lusinghiero il paragone.
Mentre scrivevo pensavo più a Mario Monicelli, con un occhio a Gadda e Pazienza. Rispetto a Burgess c’è da dire che lui parte comunque da una visione futura, io sono partito con i piedi nel presente, anzi, per quanto riguarda il linguaggio, nel passato.
(Chi vince tra il Pelle e Alex?)
è un problema grosso, il fatto che l’influenza dei manga, in Italia, più che dare il la a un necessario svecchiamento delle strutture narrative del fumetto popolare, ha portato solo alla nascita di un’intera generazione di fanartist (o poco più) e imitatori grafici.
@ Gianni
probabilmente Mara Carfagna ministro è imbarazzante. Ma se fosse una rispettabile (secondo la pubblica opinione) donna-politica, dietro la cui rispettabilità si nascondono le lobby bancarie che la usano come specchietto per le allodole, l’imbarazzo sarebbe minore? Fuor di metafora, ministre come Lanzillo e Pollastrini hanno fatto avanzare o arretrare la condizione femminile tutelando gli interessi dei grandi gruppi bancari con i quali erano in rapporti contrattuali e/o coniugali? Danneggiano di più le donne espulse dal mondo del lavoro le foto di una non ancora ministra seminuda, o i contratti derivati con i quali i comuni sono stati portati sull’orlo (o oltre) della bancarotta?
Ma no, ma che c’entra… io dico che sul passato di chansonnier da avanspettacolo di Berlusconi s’è ricamato all’infinito.
Che poi siamo un paese sessita sono il primo ad urlarlo ai quattro venti. Ma non facciamo finta che il passato, in generale, di tutti, NON esista. Anche quello della Carfagna.
e anche quello, ovviamente, di Lanzillo e Pollastrini!!!
Io, ad es. ho sempre trovato BECERO il modo in cui si ironizza su Rosi Bindi. E’ davvero vergognoso, sessita, volgare, indecoroso. Tutti. Comici, politici, giornalisiti, uomini della strada. Questo fare della bellezza o la bruttezza un discrimine è orribile.
Però mentre trovo che i commenti sulla bellezza di, ad es., la Prestigiacomo siano ASSOLUTAMENTE gratuiti, diversamente quelli sulla Carfagna che ha un passato di AUTOESPOSIZIONE al giudizio arrapato maschile, “pesano” diversamente. E’ ingiusto, lo so. Ma lo capisco di più. Insomma, mentre nella Prestigiacomo io vedo una politica (che aborro, ben inteso) nella Carfagna faccio fatica a pensarla tale. Ovviamente aspetto le smentite “nei fatti”.
E tutto questo l’avrei detto anche se di fronte avevo due esempi maschili.
(scusate ma ho sonno e scrivo un po’ di fretta).
La nomina di Carfagna a ministro non mi ha turbato per il passato di Carfagna in quanto tale perché tutti abbiamo diritto alla possibilità di cambiare e provare a inventarci altri percorsi; perché p.es. dovrebbe essere credibile Pivetti che passa dal bigottismo al sadomaso, o Claudia Koll che passa dalle chiappe al vento sul manifesto di Tinto Brass al misticismo fanatico e non credibile Carfagna che passa dagli stacchetti televisivi e i calendari all’impegno politico? Ben venga.
Il mio dispiacere è che questa nomina sa tanto di “regalino” a un’amica (infatti lei non fa che ringraziare) e quindi deduco purtroppo che il VALORE del ministero delle pari opportunità per l’attuale presidente del consiglio sia proprio questo: quello di un regalino ad un’amica.
Certo che si possono inventare altri percorsi; ciò che mi turba, Ilse (e non a partire dalla Carfagna, che è un punto di arrivo di questa tendenza) è che l’attività politica è bella, ma faticosa e difficile, richiede competenze e conoscenze (oltre che abilità) che si imparano, certo, ma con il tempo e a prezzo di tanti sacrifici. Richiede letture e discussioni, presenze sul campo, gavetta. Insomma, un fardello. Del quale, a quanto pare, sono in tanti a volersi liberare. Il fatto è che senza quel fardello non si fa politica, ma si è solo dei prestanome.
Irene Pivetti è stata Presidente della Camera. Non dimentichiamolo mai. Francesco Speroni è stato ministro per le riforme istituzionali. Le alte cariche dello stato sono già state screditate da tempo. Capitava anche nella prima repubblica che ministeri finissero a persone poco competenti, ma un livello di incompetenza come quello che abbiamo visto dal 1994 a oggi non era mai stato raggiunto.