NON PERDETE QUESTO FILM

La storia parte lentamente, e anche un po’ sfilacciata. C’è questo duo di improbabili amici, puri quanto basta, ingenui il giusto. C’è un vecchio cui sono affezionati, e che è il datore di lavoro di uno dei due. C’è un negozietto dove è nato Fats Waller, e c’è uno speculatore edilizio che naturalmente vuole abbatterlo, e altrettanto naturalmente il negozio medesimo (noleggio di videocassette) va malissimo.
Incidente prevedibile: il vecchio parte per cercare di rimandare la demolizione e i due amici combinano un pasticcio. Il più stravagante, infatti, cerca di sabotare una centrale perché è ossessionato dai pericoli dell’elettricità. Finisce magnetizzato. Entra nel negozio, tocca le videocassette e tutti i film spariscono.

E qui comincia il bello.
Il bello di Be kind rewind, film che chiunque frequenti la rete e soprattutto il fandom dovrebbe vedere e amare. Perché i due cercano di supplire alla mancanza dei film originali girandone dei brevi remake: fanno irruzione in biblioteca per fare Ghostbusters, un frigorifero nero diventa il monolite di Odissea nello spazio, una buona dose di ketchup è il sangue di maiale che inzacchera Carrie

I fan-film piacciono molto più degli originali. Soprattutto da quando i due amici hanno l’idea di coinvolgere gli stessi spettatori rendendoli attori. Tutto fila liscio e vengono raccolti anche parecchi soldi: il debito con il proprietario della casa potrebbe venir saldato, ma arriva Sigourney Weaver, ovvero la legale rappresentante degli studios che, per leso copyright, distrugge tutte le videocassette realizzate.
Scena memorabile: le cassette vengono spiattellate da una schiacciasassi fra la tristezza generale. Weaver: “Sta’ a vedere che adesso i cattivi siamo noi”.
Sgomento. Indi, risoluzione: i due amici e i loro ormai numerosissimi complici gireranno un originale su Fats Waller. Si scopre che il vecchio ha mentito, e che il musicista non è nato in quella casa. “Non ha importanza – dice Mia Farrow, nel ruolo di una svanita e adorabile signora – il passato è nostro, quindi possiamo farne quel che vogliamo. Io SO che Fats Waller è vissuto qui”. In breve, tutto il quartiere fornisce aneddoti su Waller. Il film si gira. Si proietta fra la gioia dei suoi stessi attori. Lieto fine? Non si sa, ma non importa.

Strapazzata da critici ciliosi, la storia ha entusiasmato la vostra eccetera.

Al punto che vi riposta l’intervista di Liana Messina (D) al regista, Michel Gondry:
«Per la prima volta sono in grado di parlare di qualcosa che va al di là del film stesso. Non importa tanto che sia bello o brutto, vorrei soprattutto che potesse essere positivo per la gente. L’idea di comunità creativa, quella m’interessa: mi piacerebbe che gruppi di amici ci provassero, e garantisco che riguardando poi, insieme, il lavoro, lo troverebbero un successo esplosivo. Perché naturalmente verrebbero fuori tutte le ingenuità amatoriali, ma anche i piccoli dettagli che conosci di te stesso, e degli altri. Ti rispecchia, ti appartiene. L’abbiamo provato tutti coi filmini fatti ai figli, in famiglia. È un piacere che cerco di spingere, estendere, allargare ».
L’idea di fondo non è che ognuno può trasformarsi in regista professionista?
«Assolutamente no, non incoraggio chiunque a intraprendere la mia stessa carriera. Il concetto è però che la gente possa creare da sé il proprio intrattenimento, una sorta di “resistenza” contro un sistema che suggerisce che si debbano spendere per forza dei soldi, per divertirsi. È una bugia che viene propagandata attraverso la pubblicità, i media, i canali di informazione in mano alle multinazionali. Ogni cosa dev’essere business. Vorrei combattere la mancanza di scelta nell’intrattenimento, l’omologazione al fatto che un film, da solo, incassa 76 milioni di dollari in un weekend».
Il primo spunto viene da lontano, qualcosa che le gira in testa da oltre vent’anni…
«Una vecchia utopia personale, nata negli anni Ottanta quando a Parigi hanno iniziato a dilagare i multiplex, e i piccoli cinema indipendenti venivano chiusi. Avrei voluto creare dei club dove gruppi di persone potessero girare il loro film, e dire quello che volevano. Poi, ognuno avrebbe pagato un piccolo prezzo per vederli. Non è una trovata, è un concetto filosofico che non ho mai avuto l’opportunità di mettere in pratica (…)È questo lo spirito che volevo, e non è neppure importante che il film arrivi su YouTube. È qualcosa fatto solo per sé. Una specie di network libero e indipendente da qualsiasi istituzione commerciale. Ho l’impressione che ci sia moltissima creatività sprecata in giro, proprio perché le persone non vengono esposte alla possibilità di usarla, di scoprire d’averla»

6 pensieri su “NON PERDETE QUESTO FILM

  1. Visto che si parla di fandom, un commento da fan (in questo caso della musica): da Michael Gondry che ha girato i videoclip dei Radiohead non mi potevo che aspettare un gran bel film 🙂

  2. M’attacco come una cozza all’entusiasmo di Anghelos, e aggiungo che ci vorrebbe un momento di raccoglimento anche sui videoclip di Bjork realizzati da Gondry, oltre che per quelli dei Radiohead.
    Non ho visto quest’ultimo film, ma quattro volte il (mal tradotto) “Se mi lasci ti cancello”… 🙂
    Vado subito a vedere anche questo.

  3. e (non l’ho ancora visto) ma mi sembra indissolubilmente legato alla sua “Arte del Sogno”, il rifiuto della meccanizzazione a favore dell’artigianalità, a favore del nucleo pulsante di ciò che eravamo, e qui si lega in modo forte ed inattaccabile al Lady in the water di Shyamalan: opere per chi (come suggerisce in voice over l’incipit) “sa ancora ascoltare”.

  4. Visto. Io però penso che l’epilogo sia chiaro e che la casa alla fine, anche se non si vedrà, sarà abbattuta. Trasgredire per il piacere di trasgredire. (Si può trasgredire senza piacere?) Coinvolgente l’entusiasmo di Jack Black.
    M’incuriosisce poi il concetto di “creatività sprecata”. (Si può sprecare la creatività?)
    Quanto a:”le persone non vengono esposte alla possibilità di usarla, di scoprire di averla”. Ecco, bisogna anche dire…… che “certe persone” non andrebbero esposte proprio! Che poi te le ritrovi pure nei blog. TUO YRREJ PEEK

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