ALUZZE ALUZZE…

Me ne sono ricordata ieri sera e la sono andata a cercare: era una recensione del Genna sulle alette che presentano/pre-recensiscono i romanzi. Mi è venuta in mente dopo aver tentato di leggere per ore un libro onestamente indifendibile sotto ogni punto di vista, ma accompagnato da una sontuosa aletta firmata, e con firma di rango (non rivelerò titolo e alettatore neanche sotto tortura, tanto perchè lo sappiate).
Già che c’ero, ho notato che Giuseppe riporta questa discussione sul romanzo storico apparsa ieri sul Corriere della Sera, e che anticipa un incontro organizzato da Laterza per mercoledì prossimo. Dovrei andarci anche io, ma non ho ancora sciolto la riserva.
Sarò invece, senza riserva alcuna, domani pomeriggio a Passo Corese. E’ un’iniziativa nata su aNobii, in un gruppo di discussione aperto dalla lettrice che tutti vorrebbero avere.
Infine. Ricevo e pubblico (di più: linko il trailer)
“Oggi siamo in una situazione paradossale: assistiamo a tentativi strumentali di rimettere in discussione la legge 194 sull’aborto – che andrebbe solo attualizzata – mentre le questioni urgenti sono la fecondazione assistita e le coppie di fatto”. Parola della documentarista Alina Marazzi, che porta in sala il 7 marzo il film di montaggio “Vogliamo anche le rose”, distribuito da Mikado in circa 15 copie. Al centro della coproduzione italo-svizzera (per l’italia Mir, RaiCinema e Fox Channels Italy, che lo trasmettera’ su Cult in autunno), l’identita’ femminile nel nostro Paese: vite, problemi, battaglie e conquiste negli anni ’60 e ’70.
In anteprima al festival di Locarno, poi a Torino e tra poco al Bergamo Film Meeting, Vogliamo anche le rose ripercorre gli anni della liberazione sessuale femminile con immagini di repertorio, filmati in super8, immagini delle Teche Rai e della Cineteca di Bologna, film sperimentali di Adriana Monti, Loredana Rotondo e Alfredo Leonardi, lettere e conversazioni con le testimoni di quegli anni, foto dell’epoca, fotoromanzi e riviste e – soprattutto – testi tratti dai diari dell’Archivio di Pieve Santo Stefano.
Da questi provengono i tre percorsi individuali di Anita, Teresa e Valentina (sullo schermo con le voci, rispettivamente, di Anita Caprioli, Teresa Saponangelo e Valentina Carnelutti) che scrivono le loro memorie nel 1967, nel ’75 e nel ’79. Attraverso il loro sguardo e la loro presa di coscienza, oggi riviviamo quella rivoluzione: “Il progetto -dice la Marazzi- nasce dall’osservazione del presente, sentivo il bisogno di capire l’oggi e per farlo mi era necessario guardare indietro. Inoltre, mi interessava continuare a lavorare sui materiali d’archivio”.

4 pensieri su “ALUZZE ALUZZE…

  1. No, niente affatto. Non è una questione di potentati: non ho voglia di stroncare impietosamente un romanzo di quasi esordio che, semplicemente, non andava pubblicato.

  2. Aluzze, aluzze… E si è parlato solo delle recenti o più in vista. Ridiamo il loro valore alle introduzioni degli economicissimi “Oscar” completi di biografia dell’autore, inquadramento storico-culturale e, talvolta, persino un’antologia critica

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