ANGEL SANCTUARY: A PROPOSITO DI DONNE ANGELICATE

Angelo. Dal latino angelus, a sua volta dal greco ἄγγελος, dall’ebraico מלאך, mal’akh:  “messo”, “messaggero”, “servitore”.
Il più luminoso fra loro, per la cronaca, cade, e assume ben altro ruolo.
Angelo custode: ha lo scopo principale di tenere il fedele lontano dalle tentazioni e dal peccato, e di condurre la sua anima a meritare la salvezza eterna in Paradiso.
“L’angelo della famiglia è una donna” (Giuseppe Mazzini)
Angelo del focolare. Angel of music. Pura siccome un angelo. Lei per me ha sempre un viso d’angelo.
“Perseo, Ercole, Davide, Achille, Lancillotto…quanti uomini per una Giovanna D’Arco; e dietro di lei si profila la grande figura maschile di San Michele Arcangelo”. (Simone de Beauvoir)
Angeli del ciclostile: dai fornelli ai volantini, ma sempre in un’altra stanza.
Angel Sanctuary: manga di Kaori Yuki dove gli angeli non sono affatto quelle entità rassicuranti e accudenti e gentili che si vorrebbe. Magari i titolisti che in queste ore definiscono le ricercatrici che hanno isolato il coronavirus come “angeli della ricerca” dovrebbero leggerlo.
Ps. In poche parole, se qualcuno si chiede perché prendersela tanto per una definizione, questi sono i motivi.
Quando si enfatizza un merito femminile strillando “uau, l’ha fatto UNA DONNA” non si fa che evidenziare il sottotesto che vuole che quel merito sia un’eccezione, e che le donne, d’abitudine, non sarebbero in grado di ottenere quel traguardo. Vale per tutto, dall’ottenere il maggior numero di voti in una competizione elettorale a vincere un premio letterario. In quest’ultimo caso, si aggiungerà anche: lo Strega, o il Nobel, del metoo, che fa tendenza.
Quando quella stessa donna meritevole attira l’aggettivo “angelo” viene schiacciata da millenni di stereotipi, laddove o sei Micaela o sei Carmen, o sei la figlia di Germont o sei Violetta Valery, o sei Beatrice o sei Eva peccatrice, e via così.
Quando forzi le parole sottolineando le “mani d’oro” della ricercatrice, o il color rosa del team di scienziate, stai compiendo la stessa discriminazione che teoricamente vorresti evitare. Peggio ancora se scrivi che, ma guarda, quelle brave ricercatrici femmine tengono pure famiglia, e come faranno a dividersi fra lavoro e focolare?
Quante storie per qualche titolo, diranno i miei piccoli lettori. Sì, tante, tantissime. perché non c’è niente di peggio che venir blandite e scorgere lo stesso disprezzo sotto la carezza. Anzi, qualcosa di peggio c’è: cercare di vendere una copia in più, o ottenere qualche clic in più, strizzando l’occhio alle lettrici. Angeliche, va da sé.
Ogni volta che noi abbiamo fatto qualcosa, era solo per finta. (Damiel, Il cielo sopra Berlino)

2 pensieri su “ANGEL SANCTUARY: A PROPOSITO DI DONNE ANGELICATE

  1. Giusto. Ma mi chiedo,per contrasto,perchè nell’iconografia cristiana,per esempio,gli angeli hanno sempre fattezze maschili. Ma,forse,sono fuori tema. Infatti lei parla di linguaggi.

  2. Angeli troppo spesso caduti in volo perché tirati giù con violenza dagli stessi uomini che usano questo sostantivo per “beatificare” ipocritamente le donne.

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