ANGELUS NOVUS

Per due anni consecutivi, Istat e Inps ci hanno ricordato che i pensionati italiani sono i più poveri d’Europa.  L’argomento del giorno sono le lacrime di una ministra. Lascio la parola a Walter Benjamin.
“Ha il viso rivolto al passato. Dove ci appare una catena di eventi, egli vede una sola catastrofe, che accumula senza tregua rovine su rovine e le rovescia ai suoi piedi. Egli vorrebbe ben trattenersi, destare i morti e ricomporre l’infranto. Ma una tempesta spira dal paradiso, che si è impigliata nelle sue ali, ed è così forte che egli non può più chiuderle. questa tempesta lo spinge irresistibilmente nel futuro, a cui volge le spalle, mentre il cumulo delle rovine sale davanti a lui al cielo”.

69 pensieri su “ANGELUS NOVUS

  1. E hai ragione. Sai quanto me ne frega a me dello spread? Zero.
    Quasi quanto il nulla che guadagno, suppongo tu sia al corrente del fatto che al centro-sud in questo paese (volutamente minuscolo) una donna su due non lavora. Sai, alle volte c’è perfino qualcuna che si vergogna di raccontare queste cose.
    Poi ci sono i precari e le precarie, mica pochi eh. Sono migliaia e migliaia.
    Insomma, va da sè che 1500 euro al mese siete proprio in pochine a guadagnarle visto che la maggior parte della gente s’arrangia a fare i turni in pizzeria o al call center e quindi no, questa ricchezza fasulla o de coccio mi sa che non l’abbiamo proprio mai vista in tanti/e.
    Ma fortunatamente ce la venite a spiegare e siamo anche di buon umore, pensa che c’è perfino gente che s’arrabbia per questo tipo di spiegazioni, chissà come mai.

  2. Sono d’accordo di nuovo con Loredana. Il modo non è la sostanza. Quando diversi modi mascherano la stessa sostanza non vedo la differenza. D’altra parte, come ha detto recentemente Luciano Canfora in un’intervista, questi tecnocrati – a differenza di quelli di Platone – non devono fare nemmeno lo sforzo di cercare il sommo bene, perché questo gli viene dettato direttamente dall’Europa o, meglio, dai mercati. La loro è una funzione algidamente notarile. Per questo ha fatto impressione il pianto della ministra Fornero, esattamente come ha fatto impressione la risata della gelida Greta Garbo in Ninotchka (‘La Fornero piange’ campeggiava infatti su tutte le locandine del film in proiezione).
    E che i mercati siano le vere autorità cui rendere conto, lo dice pure il fatto che all’indomani della rivelazione della manovra, erano tutti a chiedersi come avevano reagito i mercati e non le persone (le solite) che da quella manovra verranno colpite duramente, come secondo il mio parere naif sarebbe stato più logico aspettarsi.
    E i mercati sono insaziabili. Hanno fatto sapere poco fa, tramite le agenzie di rating, che altri quindici paesi saranno passati al setaccio del loro implacabile giudizio.
    Nella sostanza: possiamo parlare ancora di democrazia?
    Io spero ardententemente Zaub, e sono sincera, che sia lo stato dei miei occhi a determinare il mio sguardo sul mondo. Ma, attualmente, ne dubito molto.

  3. Io ho la sensazione che sopravvalutate diciamo lo stato della situazione italiana e le cose realmente utili che permette di fare. Poi la sostanza economica non è l’unica delle sostanze di una democrazia. Non credo che nel linguaggio e nella comunicazione esistano sinonimi e non credo che questo governo sia sinonimo del precedente. In questa stessa sede ci siamo occupati molte volte di contenuti che non riguardano la sfera economica. In questo contesto – anche di questi si tratta. Ripeto, è la differenza fra una destra fuori dalla democrazia per la quale si parlava ogni tanto di colpo di stato (Umberto Eco) e una destra dentro la democrazia. Per me il cambiamento è importante – solo passando da questo si poteva ricominciare a fare politica.
    Dopo di che, non so se ci siamo capiti. Per me se c’era un altro al posto di Monti avrebbe fatto veramente poco meglio o poco di diverso. E avrei assistito alle solite lamentele sulla sinistra che non è sinistra su tal rappresentante che non è capace. Io ho la sensazione che le cose come stanno vincolino l’agire molto di più di quanto in molti di questi commenti credano possibile. Un po’ la sindrome di “siamo tutti coach” sotto ai mondiali.

  4. Eh no, Zauberei. Qua non si tratta di fare i coach. Si tratta di avere fra le mani un provvedimento (il non adeguamento all’inflazione delle pensioni sopra i mille euro lordi) che colpirà durissimamente chi è GIA’ povero. Soprattutto le donne. Questa è democrazia?

  5. E’ vero che siamo tutti coach improvvisati e virtuali, siamo anche però, di fatto, i giocatori o meglio quelli che sono stati lanciati nella partita, e che forse fanno solo da palla. E’ questo il punto, per me.
    Vincoli, certo, vincoli. Che siano però esplicitati: cittadini cari sono qui impastoiato dai lacci e lacciuoli con cui mi legano gli absconditi signori del mercato e i volgari signorotti nostrani. Non posso fare granché se non battere cassa là dove mi è possibile, e mi è possibile al momento (?) solo con i più deboli. E’ stato fatto sempre così, lo faccio anch’io, mi scuso molto per il disturbo, ma NON C’E’ NESSUNA ALTERNATIVA (d’altra parte la situazione, come ci ha notificato Passera, è difficile – pausa teatrale – moooolto difficile).
    Questo è un discorso accettabile, evitiamo però la parola ‘equità’ per favore. Perché poi i trucchi retorici ci sono, e altro se ci sono, anche nella comunicazione di questo governo e dalla stampa amica (praticamente tutta). Che poi, date le premesse, questo o un altro governo, a parte quello precedente, sarebbe stato lo stesso.
    Sulla democrazia non sono così fiduciosa, non è più una questione locale ormai, di locale ha solo le inflessioni particolari.
    Certo faceva impressione l’arroganza di chi in ogni momento ribadiva, per dirla col Belli, ‘IO so IO e voi non siete un c***o’. Oggi però questa arroganza è stata mitigata, ma quello che vi era sotteso no. La versione aggiornata, per come la vedo io, è: “LORO sono LORO e voi siete una nullità’, questo per i rapporti di forza che ci sono, come si è visto anche da questa manovra, tra chi può influenzare le scelte economico politico (i signori e signorotti di cui sopra) e tutti gli altri. Il governo tecnico, facendogli credito di non essere un’emanazione dei LORO, si pone come parte terza. Impotente, nel migliore dei casi.

  6. Il problema, Valeria, è che allo stato attuale delle cose “LORO sono LORO e noi siamo una nullità” è la pura e semplice verità. E tutti noi non siamo privi di colpe: noi che finchè ci conveniva abbiamo accettato un sistema dove fare politica significava fare economia, noi che negli anni 80 e 90 abbiamo goduto di un benessere diffuso che la nazione NON poteva permettersi mentre il debito saliva e chi lo faceva presente veniva tacciato di cassandrismo ecc.
    Adesso ci troviamo che se usciamo dalla moneta unica, i giovani che hanno fatto il mutuo in euro e saranno pagati in lire dite che se la passeranno meglio degli anziani con le pensioni a 1000 euro? Ha anche ragione Valeria quando dice che non ci sono alternative. E’ ormai evidente a tutti che siamo un paese povero, il vero problema è dirlo con chiarezza.
    Sono anche d’accordo con Zauberei che il metodo conta: perchè per chiedere sacrifici cosi pesanti, bisogna avere anche l’autorevolezza politica e morale per farlo. Io non mi sacrifico volentieri per un governo di puttanieri nani e ballerine che mi dà del coglione ad ogni piè sospinto; se me lo chiede una persona seria e poi magari mi spiega anche perchè, forse nei fatti non cambia molto, ma la situazione sono più pronto ad affrontarla.

  7. Veramente, Paolo, a dire che non ci sono alternative non sono io, ma Monti e, prima di lui, la Tatcher (TINA=There is no alternative): è lo scenario di pietra che dicono non sia possibile cambiare.
    Forse è da questa impostazione di fondo (il default del sistema) che bisognerebbe partire. Poi che sulla scena non ci siano più nani e ballerini, halleluja halleluja. Berlusconi è stato talmente in figura per decenni, che il vederlo passare sullo sfondo ci rende soddisfatti a prescindere. Contenti noi, che dire?

  8. Lalipperini:
    no, non ne faccio una questione di responsabilità, è un giudizio che non mi sento in grado di dare. Oltre al fatto che sono abituato di fronte a situazioni gravi, a guardare le mie prima di quelle altrui. Voolevo dire che non è la stessa cosa se un provvedimento per negativo che sia lo prende Monti o lo prende B., perchè secondo me per chiedere sacrifici ci vuole un certo tipo di persona. Poi che il provvedimento sia necessario o meno (secondo me lo è), giusto o meno (e qui è molto più complesso) è un discorso differente.
    Valeria: come te continuo a voler pensare che ci possa essere un sistema diverso, dove far politica non è la stessa cosa che fare economia e dove una pensione non è solo una spesa improduttiva. Ma, volendo fare un paragone, prima di cambiar taverna dobbiamo pagare il conto. Ed il conto è salato, contando anche il fatto che se i finanzieri hanno fatto le ordinazioni noi poi le pietanze le abbiamo mangiate (ho passato tutti gli anni 90 quando ero studente a chiedermi da dove venisse fuori tanto benessere. Ed a quanto pare era una preoccupazione sensata).

  9. Ma Valeria da queste due cose infatti si parte, e anche dal fatto che i nani e le ballerine non avrebbero evitato il default del sistema, e da quell’altro che un governo diverso non avrebbe potuto prendere misure tanto diverse per evitarlo. Poi credo Loredana che bisogna capire bene cosa vuol dire essere coinvolti nella finanza. Perchè detta così per me non è reato. Soprattutto è da dimostrare la contingenza tra finanza di monti e le sue scelte politiche esattamente come i processi vanno dimostrando il fatto che alle puttane quello gli dava gli appalti. POi ahò mica dobbiamo essere d’accordo su tutto.

  10. Credo che ti abbia già risposto Girolamo quando ha parlato delle ” lacrime dei cittadini dell’est europeo oggetto delle sue attenzioni come emissaria della Banca Mondiale” riferendosi alla Ministra Fornero. No, non si deve essere d’accordo su tutto, naturalmente. Altrettanto naturalmente, assistere al balletto liberatorio perché non abbiamo i nani e le ballerine ma abbiamo le misure che abbiamo continua a destare in me sconcerto e, a volte, un po’ di disgusto.
    Ps. Non so se è chiaro, ma insistere su: “preferivate Berlusconi?” è una cornice in cui non intendo essere messa. E la trovo sbagliata e pericolosa.

  11. Sì, infatti, Zaub, non dobbiamo essere d’accordo su tutto. E sul fatto che nel cambiamento della guardia (ubriachi, cialtroni e con la divisa pataccata) ci abbiamo guadagnato almeno (e per me: solo) il cambiamento della guardia (sobri, benparlanti e con la divisa in ordine) la pensiamo allo stesso modo.
    Lasciare la taverna e pagare il conto. Facendo alla romana, mi starerebbe pure bene, ma alla portoghese, come di fatto pare, no.

  12. Secondo me per chiedere sacrifici ci vuole il buon padre di famiglia, non come contrapposto a puttaniere, ma nel senso amministrativo, sapete, quello che amministra il Paese come un buon padre farebbe per la propria famiglia: qualunque governo quale che sia il colore politico dovrebbe agire con questo indirizzo.
    B. e il suo entoiurage erano l’opposto: non solo, loro, di sacrifici non ne facevano, ma col tipo di politica più che mai basata su personalismi e interessi privati prosperavano, insieme favorendo comportamenti analoghi e così depauperando ulteriormente il Paese. Se tu rubi e poi depenalizzi il furto, prosperi tu, e però favorisci anche tutta una schiera di ladrones, a detrimento dei non ladrones: poi mi chiedi anche di fare dei sacrifici? Inoltre per anni essi sono andati cinicamente avanti a negare l’esistenza della crisi: in cambio di consenso ( io penso che molti suoi elettori fino a un certo punto ci abbiano creduto quando B. li rassicurava che in Italia si stava bene, ci sono i telefonini, i ristoranti pieni ecc.), e sostanzialmente occupando il parlamento con le questioni che stavano loro più a cuore.
    La speranza con questo governo è che invece agisca non per favorire gli interessi dei suoi singoli membri, ma sinceramente per aiutare il Paese. Questo non significa che non si possa criticare ferocemente il suo operato e la sua visione economica sociale ecc., eventualmente la sua troppa aderenza a lobbies e gruppi d’interesse.

  13. Jo non volevo mancarti di rispetto. Parlo, come fai tu, della realtà in cui vivo e forse ci sono delle differenze. Lo spread e gli interessi sui titoli di stato se in crescita non controllata porteranno inevitabilmente al colasso dei servizi offerti dallo stato: scuole, asili, sanità, ordine pubblico ecc… Questo è tutto quel che volevo dire e mi pare faccenda incontrovertibile.

  14. Sakura, non ci si può ricordare dei servizi offerti dallo Stato, perdonami, solo quando si tratta di difendere un governo. Quali sono le misure previste a favore di scuola, asili, sanità? Magari mi sono sfuggite, ma io non le vedo. Adesso, se mi si vuol far credere che l’unico modo per non fallire è ridurre in povertà i pensionati, sinceramente, non ce la faccio.

  15. Scusa Zaub, ma davvero non riesco a capire come si faccia a dire che questo governo è destra ok, ma è dentro la democrazia. Questo governo ha molto meno a che fare con la democrazia rispetto a Berlusconi. Non è stato eletto, banalmente. E’ stato nominato da gente che sta in un altro paese e da loro prende ordini. Non ha alcun rapporto con noi, non risponde a noi in nessun modo. In Italia in questo momento la democrazia è sospesa.
    Detto questo, il dato economico è centrale perché è esclusivamente per prendere provvedimenti in quel senso che questo governo è stato messo lì. Non è stato eletto, è stato nominato per aggiustare i conti, il ché significa tagliare tutto il tagliabile in modo da far sopravvivere il nostro titolo in borsa un altro po’, a vantaggio dei nostri creditori. Come paese falliremo con una probabilità del 90%, a meno che i tedeschi non decidano di mantenerci in vita con l’alimentazione forzata, che non è mai una bella cosa per un organismo.
    Tutto questo non è nuovo, sì è già fatto in Europa dell’Est (dove guarda caso Fornero ha fatto carriera) e in moltissimi altri paesi più lontani. E’ il modo in cui il capitalismo, invece di aggiustare i conti, li “regola” (come si diceva su Giap tempo fa). Li regola con noi, che per un po’ abbiamo avuto addirittura le pensioni, i diritti sul lavoro, la scuola e la sanità pubblica, riprendendosi tutto quello che abbiamo conquistato.
    Sakura, il collasso dei servizi offerti dallo stato ci sarà comunque, spread o non spread, perché i rapporti di forza al momento sono tutti a vantaggio di chi questi servizi non li vuole.

  16. Come @lalipperini, @Adrianaaaa e @Girolamo, mi rifiuto di pensare che questa somministrataci da Monti e i suoi sia l’unica medicina possibile. Soprattutto quando i confini del possibile coincidono con i confini dell'”utile” capitalista. La messa in discussione radicale delle premesse purtroppo non trova abbastanza spazio, né abbastanza tempo, né abbastanza voci. Il ricatto del “preferivi Berlusconi” o del “il mondo gira così” o ancora del “non c’è alternativa” è sulla bocca dei più e oltre ad essere pretestuoso denuncia una pigrizia mentale che mi terrorizza. Su molte delle questioni discusse in questo post consiglio la lettura dell’ultimo pezzo di Michela Murgia: http://www.michelamurgia.com/di-politica/la-casta/giorno-di-mercato

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