LA DIGNITA' DELLE DONNE

Sì, sono preoccupata, e molto. Primo, perché non ci vuole un economista per capire che quella che viene chiamata “la sterilizzazione delle rivalutazione degli assegni presidenziali” sopra i mille euro lordi significherà povertà per chi è già povero. Secondo, per il movimento delle donne: perché ogni giorno che passa aumenta un dubbio, e non è un bel dubbio. Ovvero, che la battaglia che è stata fatta nell’ultimo anno da parte del movimento contro l’uso stereotipato del corpo delle donne sui media non sia stata ad ampio raggio: che non volesse, cioé, lavorare contro TUTTI gli stereotipi, per tornare a un immaginario libero da costrizioni, ma contro UNO stereotipo. Quello della puttana. Ce n’è un altro, vorrei ricordare, antico quanto l’umanità, che riguarda la brava moglie e la brava madre, di cuore tenero e pronta all’accudimento. Quello mi pare non toccato. Non in queste ultime settimane.
Allora, se le discussioni di questi giorni contrappongono “la differenza della ministra” e “la zoccola“,  ci stiamo infilando di nuovo nella dicotomia, ammesso che ne siamo mai uscite. Ovvio, i due titoli sono provocatori e i contenuti sono molto più approfonditi. Ma, a costo di continuare a sentirmi straniera in terra straniera, il punto non era quello. Il punto sono le donne vere. Le donne vere che, in questo caso, sono le settantenni, le ottantenni, che già prima di questa manovra erano le povere fra i poveri. Vi metto a disposizione alcune pagine di Non è un paese per vecchie. Non mi interessa che lo compriate, tanto per essere chiare: mi interessa che ne leggiate le storie. Continuerò a postarle nei prossimi giorni. Per quel poco, pochissimo, che può servire.
“Luisa, novant’ anni, 530 euro al mese. Ne spende 180 per l’ affitto, 21 per il condominio, 15 per le medicine, 35 per la luce, 12 per il gas, 13 per l’ acqua, 40 per il telefono, 240 per il cibo, 10 per i detersivi, 8 per i pannoloni, 10 di parrucchiere, 10 di pedicure, 12 di spazzatura, 8 per la tv, 10 per l’ abbigliamento, 200 per la colf che l’ aiuta nelle faccende più pesanti. Sono 824 euro. La differenza viene ricavata dai risparmi messi da parte per il suo funerale.
Non è un caso isolato. In Italia, metà dei 14 milioni di pensioni erogati ogni mese dall’ Inps sono inferiori ai 500 euro. La soglia di povertà fissata dall’ Istat si aggira attorno agli 800.Un’indagine realizzata nel 2006 a Torino dalla cooperativa Educamondo dimostra che molti anziani vivono sotto quella soglia. La media del campione della ricerca (il 10% ha meno di 60 anni, il 40% più di 70, il 79% sono donne, 31% è sposato, il 61% vive da solo) evidenzia entrate mensili non superiori a 1040 euro. Il 31% non va oltre gli 800 euro al mese. Il 55 dichiara di non riuscire a mettere da parte neppure un euro. Buona parte della pensione si brucia per le spese ordinarie, dall’ affitto (circa 300 euro per il 31% del campione) alle spese condominiali, dalla tassa rifiuti al telefono fisso o cellulare. Sopra i cento euro mensili la spesa per il riscaldamento, poi trasporti, alimentazione, igiene personale. E i farmaci: il 79 % degli intervistati spende 47 euro al mese per medicine a pagamento, 19 euro per il ticket sanitario.
Come si fa? A Milano, Liliana, 78 anni, ha rinunciato agli asparagi, all’olio d’oliva, alla carne, all’acqua minerale. A Firenze una sua omonima, di un anno più giovane, vive con 568 euro al mese, la pensione da ex donna di servizio. Sogna duecento euro in più. Per non consumare i vestiti usa solo vestaglie: una per l’estate, una per l’inverno.
Oppure, si ruba. Risale al settembre 2007 la storia del pensionato misterioso di Cagliari che avrebbe rubato, per fame, un pacco di pasta. Nessuno riuscì a rintracciarlo, ma i pensionati rubano davvero: e nelle mense comunali cagliaritane si mettono in fila.>A crisi conclamata, i cronisti osservano con maggior frequenza gli anziani ladri. Il vecchio signore di Bologna che intasca 300 grammi di grana padano, euro 4,75, è solo uno dei molti: alla Conad bolognese, i furti da parte di pensionati sono aumentati del 50%. Specie per quanto riguarda il cibo più costoso. La busta col prosciutto crudo. La vaschetta con due bistecche. Il formaggio. Qualcuno mangia direttamente fra gli scaffali. Conferma, da Udine, il tenente Fabio Pasquariello, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri: i furti commessi dagli anziani nei supermercati sono aumentati del 40%. Rubano piccole cose: tonno a buon mercato, prosciuto, un ovetto Kinder. “Quando li fermi, i vecchi, ti fanno stare male. Appena riescono a riprendere fiato ti chiedono solo una cosa: “per carità, non ditelo ai miei figli”.”

31 pensieri su “LA DIGNITA' DELLE DONNE

  1. mia nonna è morta a 97 anni, il mese scorso. Casalinga, mio nonno piccolo artigiano, morto vent’anni fa.
    Lei è stata fortunata, perchè nonostante la pensione di reversibilità di 500 euro, aveva un piccolo appartamento di proprietà che affittava, mentre per 20anni ha vissuto nella casa dei miei. Pagava le spese, ma non l’affitto.
    Negli ultimi anni si è ammalata, non si alzava quasi più dal letto. Mia madre ci ha messo un anno per avere l’accompagnamento, in modo da poter pagare (per un terzo – 400 euro) una badante. Prima (della badante), quando era quasi autosufficiente ma non in tutto, era mio padre che l’aiutava a vestirsi e lavarsi la mattina, che le faceva la spesa, e tutto il resto.
    In italia c’è il family day perchè senza famiglia è la fine.
    E qui non è nemmeno una questione di donne o uomini, ma di dignità. che non c’è.

  2. Condivido in pieno, il punto vero è la punizione severissima imposta a gente già povera, non le lacrime di una ministra. Grazie per averlo voluto nuovamente sottolineare con questa inflessibile puntualità. A tempo debito, quando si tornerà a votare, ricordiamoci chi è che ha voluto che si pescasse in quelle tasche e non in altre, più gonfie. Gente che non risponde solo ai nomi di Monti e Fornero.

  3. Grazie, grazie grazie. Ricordiamole queste cose, diciamolo che l’ angelo del focolare ha meno diritti ed è più sfruttata, e ricordiamoceli questi vecchi.
    Mia madre che dopo la pensione è tornata al paesello aquilano nella casa di famiglia disabitata da 40 anni (le nostre vecchie erano venute a vivere da noi) ha fatto la volontaria per il patronato aiutando le anziane e le suore a fare la dichiarazione dei redditi e sa quante persone, che si sono spaccate la schiena lavorando da braccianti, vivevano con meno di 400 euro al mese. In un paesino autarchico, dove gli ottantenni hanno l’ orto e 5 alberi di ulivo, con la casa di proprietà, persino così sopravvivi e qualcuno che ti accompagna in macchina dal medico lo trovi. Poi è venuto il terremoto e un sacco di quelle case di proprietà sono inagibili.
    Ricordiamocele queste cose (e ricordiamoci che noi quarantenni di oggi forse neanche quella pensione e quella casette di proprietà ci toccheranno mai).

  4. Bonjour. Prima di tutto devo ammettere che sul momento, a caldo, mentre ascoltavo e guardavo lo streaming della conferenza stampa mi è stato difficilissimo evitare la dicotomia e infatti non l’ho evitata, salvo accorgermi solo la mattina dopo, ragionando a freddo, della grossa, grossissima cantonata presa.
    Ora come ora, come sai, concordo in pieno col punto del tuo pezzo e volevo riprendere un attimo la questione “giovani vs vecchi” che avevamo accennato su Twitter.
    Io, da ventitreenne, ieri sera ho provato un po’ a riflettere sulla questione e sui venti/trentenni che dicono roba come “mi importa solo della mia generazione” oppure (peggio!) “è colpa dei nostri padri e nonni se siamo in questo stato, è giusto che siano loro a pagare” (questa è molto di moda, assicuro!). Ecco quello che ne ho tirato fuori: io sono laureanda in medicina, non economista, ma trovo che, pur volendo fare un ragionamento del tutto cinico e basato sulla fredda logica economica, questo punto di vista “giovanilistico” (che poi è anche quello che ha voluto far passare Monti quando ha parlato di “sacrifici negli interessi dei vostri figli e dei vostri nipoti”) non regga affatto.
    La questione è molto semplice: un anziano povero ha uno stile di vita basso. Non credo che serva studiare medicina per comprendere che l’associazione tra stile di vita basso (magari cattiva alimentazione, pochi riscaldamenti e simili) e età avanzata sia una bomba a orologeria dal punto di vista sanitario. Quindi (con questo governo o con il prossimo che si troverà ad affrontare la cosa) ci sono due vie: la prima è che se le cose restano come sono la spesa sanitaria aumenta e quindi i soldi recuperati con la manovra pensioni si perdono di nuovo (se non se ne perdono addirittura di più) e tutto il giochetto è un fail. La seconda (e io penso che sia la più probabile, visto che Monti non è un cretino) è che a breve ce lo mettono nel didietro pure sulla sanità. Oppure lo mettono nel didietro di nuovo solo ai nostri padri e ai nostri nonni, inaugurando ufficialmente una legittimazione del pensiero protonazista in cui il debole soccombe. In entrambi i casi, anche da un punto di vista solo freddamente logico, siamo fottuti. Tutti, senza distinzione di fasce d’età.
    Esagero io? Lo spero vivamente.

  5. Cara Loredana,
    non avere più a che fare con l’ossessione presidenziale per l’interno coscia è stato un sollievo così rilassante che ci ha fatto perdere di vista per un momento il centro della questione.
    Ovvero: raccontare le donne, quelle vere, nella loro complessità e nel loro essere persone. Questa manovra non contiene solo lacrime e sangue, ma ingiustizie così profonde che sulle nostre spalle peseranno ben più gravemente, poiché il pregresso storico e culturale ci penalizza con noncuranza. E non vedo altri obiettivi più importanti che giustifichino questo ennesimo, crudele atto di pubblica e crudele noncuranza.

  6. @eveblissett
    2000 miliardi di debito pubblico non si generano in una notte. Sono il frutto delle generazioni che ci hanno preceduto che hanno scaricato i costi delle proprie scelte sulle generazioni che seguivano.

  7. Oggi mi ha chiamato mio padre. Mio padre è un uomo che si definisce duro, di estrema destra, che in casa ha una foto di Mussolini.
    va ogni giorno dai frati della mia città a fare servizio di guardia perchè distribuiscono beni di prima necessità ai bisognosi e a volte si creano gravi disordini e tra i bisognosi ci sono sempre anche degli aprofittatori.
    Mangia con i frati e forse trova un po’ di pace anche lui, che la pace interiore non l’ha mai provata davvero.
    Ma non è questo il punto. Il punto è che mio padre mi ha detto che ieri una signora l’ha fatto piangere. Che gli ha raccontato di sè, della sua disperazione e della sua vergogna, e appena mio padre si è voltato lei se n’è andata senza prendere nemmeno una confezione di pasta, spraffatta dalla vergogna.
    E anche io oggi ho pianto con una cliente. Una cliente che ormai ha dato fondo a tutti i suoi rispamri e ora, davvero, non sa più come fare.
    E anche mia mamma si vergogna dei 200 euro mensili (come minimo) che le passo per pagare almeno il condominio…perchè di stipendio (in nero ovviamente) ne prende 500 e di affitto gliene vogliono 460. Il resto lo paga con i pochi risparmi del passato, di cui oggi restano solo 220 euro. Come farà? Farà che dal prossimo mese invece di 200 euro gliene darò 400, o 500. E la sua vergogna aumenterà nonostante tutte le rassicurazioni che potrò fornirle. E io il mutuo lo pagherò con quello che resta, contando soprattutto su mio marito per tirare avanti.
    alla mia cliente che oggi ha pianto con me ho regalato tutto il cibo per cani che avevo con me (sono animalista attiva, il bagagliaio è sempre pieno di mangime e guinzagli), perchè lei ha detto che non vuole niente per sè, ma che per i suoi amati cani si sarebbe tolta il pane di bocca. E forse è stato meno umiliante pe rlei accettare 12 kg di crocchette, e io spero di aver evitato per un giorno di farle togliere il pane di bocca per darlo ai suoi cani. Siamo davvero poveri, Loredana. Ma la peggior povertà è quella dell’animo, e almeno in questo gli italiani non sono i più poveri d’Europa. Eppure non si campa con l’umiltà e non ci si nutre di orgoglio. Ormai alla Caritas ci sono più italiani che stranieri e sono anche convinta che ci sia ancora tanta gente che pur avendone bisogno alla caritas non andrà mai. E se ci andrà farà come quelal signora di cui mi ha detto mio padre: se girerà e se ne andrà a mani vuote, piangendo.

  8. Non mi chiamo Elsa Fornero, sono una come tante, che ha due nonne anziane che per fortuna riescono a vivere decentemente, ma le lacrime me le avete fatte uscire lo stesso. Dove va a finire la dignità di una persona, soprattutto anziana, quando è letteralmente costretta a rubare in un supermercato per mangiare? Noi “giovani” abbiamo ancora tempo, tempo per fare qualcosa, per rimboccarci le maniche, per andare all’estero se questo paese proprio non ci soddisfa più. Ma loro? che scelta hanno? Nessuna…
    Si parla in questo caso indistintamente di anziani (poveri) uomini e donne, perché il problema in effetti riguarda tutti. Vorrei sollvare però un dubbio, provocatorio. Quante nonne da giovani facevano le casalinghe mentre i loro mariti lavoravano? E quante tra loro, una volta rimaste vedove, percepiscono quindi la pensione minima e la reversibilità (parziale) di quella del marito defunto?

  9. E intanto i calciatori, i cantanti, Fiorello, Bruno Vespa, quella che presenta Zelig, quella che presenta il Grande Fratello chi presenterà Sanremo, Dolce e Gabbana, Lapo Elkann, Briatore, Lele Mora & Co. portano a casa milioni di euro. Ah, che bel mondo abbiamo creato…

  10. @paolo:
    Questa retorica dei capri espiatori declinata dal punto di vista generazionale non la condivido.
    Il punto è uno: il fatto che la crisi non sia un fatto solo italiano (ha investito pure USA e Inghilterra che fino a un decennio fa sembravano inattaccabili dal punto di vista economico) è il segnale PALESE che siamo di fronte alla crisi di un sistema economico (il capitalismo selvaggio ndr) e la colpa, se di colpa vogliamo parlare è di chi su questo sistema finora ci ha speculato e continua a specularci (e nella categoria di “chi-ha-colpa” rientrano anche gli imprenditori trentenni rampanti), non certo della pensionata con la pensione minima o di mio padre che fa il ferroviere da una vita.
    Ma stiamo andando OT credo e chiedo infinitamente scusa a Loredana per questo!

  11. enola: probabilmente tante, ma proiettati a quel tempo: avevano scelta? Altrettanto probabilmente no. Mica per niente si è duramente lottato per la condizione femminile. Eh.

  12. Allora, va benissimo lo zoom su quanto sono stati i disgraziati i padri e le madri scialacquatori (e glissiamo pure sul fatto che poi questi stessi disgraziati padri e madri si sono trovati a fare da servizi e ammortizzatori sociali per figli piccoli, figli grandi, madri e nipoti).
    Va bene, ma vogliamo allargare il campo a tutto il resto? Davvero lo sfacelo di questa società è dovuta alle garanzie e ai diritti sul lavoro (che non sono caduti dal cielo ma conquistati duramente, e il cui unico grave difetto è che, da un certo punto in poi, non sono stati abbastanza inclusivi, per cui chi è dentro è dentro e chi è fuori è fuori) e non ad altre variabili strutturali del sistema? Chessò: piani industriali inesistenti, funzionamento dei mercati, corruzione, evasione, criminalità, nepotismo, classi dirigenti incapaci e ingessate per esempio?
    Non lo so, questo film è tutto girato in primissimo piano sulle facce gaudenti e debosciate di pensionati e pensionandi, e mai un campo lungo o d’insieme, un flash back, un’inquadratura insomma non ossessivamente fissa su un unico personaggio.
    Ma che razza di film è questo? Di chi è la regia? Deve essere comunque avvincente se molti giovani, come ci diceva anche Eve Blissett, ne sono rimasti completamente affascinati.
    Davvero, a guardarmi intorno, a leggere e sentire certi commenti rimango senza parole.

  13. Se ho compreso quel che intendeva dire eveblissett non solo concordo, ma mi sembra che il suo intervento apra un ambito di riflessione su alcuni punti.
    a) L’aumento dell’aspettativa di vita e la questione non risolta di come far funzionare un sistema pensionistico pensato nella sua struttura quando detta aspettativa era inferiore e l’economia non in una fase pesantemente recessiva. Questo non toglie che l’indicizzazione mancata vada ridiscussa in Parlamento ed opportunamente emendata.
    b) la crisi è planetaria e non legata a dinamiche nazionali e va a colpire il capitalismo come sistema scavalcando la logica degli schieramenti (per questo il voto non è più uno strumento efficace in assoluto). Perché si è colpita l’indicizzazione? Perché il sistema si sta mantenendo a galla stampando quattrini (in USA e presto anche in EU) e quindi un’ondata di inflazione e fortemente attesa in Occidente…
    c) il punto a cui rimando chi è più preparato di me è come si possa iniziare a pensare un sistema alternativo al capitalismo ed all’interno di questo pensiero come possa il femminile far sorgere nuove prospettive, sfondando magari propria quella dicotomia puttana-mamma.
    Questo sistema non ha più la possibilità di riformarsi dall’interno e non regge globalmente un immutato livello di welfare. I diritti purtroppo non sono datità quando dipendono da variabili economiche e demografiche, tant’è che un quarantenne oggi, proprio per questi motivi, vivrà la propria pensione in una prospettiva ancor più drammatica di chi e vecchio oggi, perlomeno su un piano economico: è faccenda matematica…. Mi chiedo se non vada ripensato il ruolo sociale e culturale degli anziani come valore, mentre ora assume sempre più la forma di una problematica da risolvere in termini di assistenza e accompagnamento, mentre può essere risorsa attiva. Spero di esser riuscito a spiegarmi.

  14. Grazie Loredana. Non c’è molto da aggiungere. I giovani indignati dicono: siamo il 99%. L’1% sarebbe fatto da finanzieri colpevoli di tutto. Ma nel 99% c’è un popolo che dice di non arrivare alla fine del mese, chi con mille, chi con tremila, chi con diecimila euro al mese. E c’è un 1%, un 3%, un 5% che fruga al mercato fra gli avanzi e prende qualche scatoletta al supermercato senza passare dalla cassa. Non parla, non legge, non naviga nella rete, non esiste. Quando ci accorgeremo di quella minoranza comincerà la democrazia (per come io la intendo).

  15. Il quadro che descrive Loredana è molto triste. Io mi occupo di disabilità e mi viene da aggiungere che la pensione per una persona invalida civile al 100% è di 260,27 euro per 13 mensilità. Anche questo è un dato su cui si dovrebbe riflettere.

  16. Non si tratta di trovare capri espiatori. Ma che l’Italia di oggi abbia ereditato dalle generazioni precedenti un debito maggiore di paesi di pari dimensioni è un fatto. La crisi è globale ma i paesi che hanno fatto finanza allegra per 50 anni sono sicuramente più esposti.

  17. So di essere impopolare, ma mi sembra che non ci si renda conto che viviamo in un paese che non ha praticamente risorse naturali (quele che aveva ha pensato bene di perderle), dipendiamo dall’importazione e un fallimento porterebbe a rincari pesantissimi e possibile blocco di stipendi e pensioni, altro che minime. La manovra è dura e severa, forse non perfetta (ma chi lo è?) e si poteva fare di più (ma con il rischio che non passasse in Parlamento) , però è lungimirante e tutto fa sperare che fra qualche mese cominceremo a vedere un po’ di luce. Ovviamente in ogni passaggio critico c’è chi ci rimette, ma questa è la storia. In ogni caso le pensioni fino a quasi mille euro hanno mantenuto l’adeguamento al costo della vita. Quanto alla posizione della donna, è un altro discorso, e quanto alle lacrime della ministra Fornero, vogliamo parlare di quello o del fatto che è molto competente?

  18. Che poi la cosa davvero discutibile è il mancato adeguamento all’inflazione comunque sopra i 1000 euro. Ma l’equiparazione dell’età tra uomini e donne è sacrosanta. Il passaggio totale al contributivo anche. L’età di pensonamento è sul livello europeo (impensabile andare in pensione prima di coloro ai quali potresti chiedere aiuto per pagare il tuo debito pubblico). Nel senso che mi sembra logico che se in Germania vanno in pensione, sia uomini che donne, a 67 anni non si possa noi andarci anni prima e poi chiedere evventuale aiuto per il debito.

  19. Conti in equilibrio e gente alla fame: l’illusione ottica della casa in ordine, che non si sporca perché non può entrarci nessuno. Qui, dove nessuno o pochi fanno di professione gli economisti, si sottolineano giustamente la realtà viva e la carne ferita a cui fanno i numeri fanno velo. Però è importante tenere presenti sia i numeri che la realtà, se vogliamo arrivare a una visione completa ed esatta del problema, e quindi a una possibile soluzione. I numeri dicono che il sistema delle pensioni, così com’è, non si regge; perché è vero che per decenni le pensioni, povere o ricche che fossero, sono state (e sono) di gran lunga superiori a quanto le persone avevano versato nell’arco della vita. Teoricamente è giusto che le persone possano andare in pensione solo sulla base di quanto accantonato, ma come ignorare la situazione di quanti, massacrati dal precariato, non avranno mai versamenti decenti? Sulla base di questi “conti in ordine”, domani avremo un’emergenza sociale molto peggiore di quella di oggi, che pure non è da ridere. Lavorare più a lungo è un pezzo della soluzione, ma il problema è che bisogna intanto trovarlo, un lavoro degno di questo nome. Compito ingrato, soprattutto per giovani e donne. E poi bisognerebbe anche capire quali modalità di lavoro, quali incarichi, quale pressione lavorativa possono reggere persone di 65 o 70 anni, come valorizzare il loro contributo e soprattutto come aiutarle a vivere il lavoro positivamente, e non come una galera. Insomma, una montagna di problemi su cui penso che bisognerà cominciare a ragionare concretamente anche e soprattutto fuori dai palazzi e dai consessi tecnici, per andare oltre la giusta indignazione che questa manovra iniqua e questi tempi così cupi suscitano in tanti di noi.

  20. di sicuro la spesa l’hanno fatta in borsa gli speculatori quando siamo scesi sul fondo.I nomi eventualmente li conosceremo quando torneranno a galla i pezzi sventrati di aziende o dai passivi con cui gli stessi farciranno le cattive compagnie create all’uopo.L’austerità che ci aspetta troverà il campo già spianato dalle pubblicità televisive che colorano i classici in bianco e nero degli anni 50.Un certo benessere tornerà a diffondersi tra 12,15 anni.Fino a quando entreranno nuovamente in’azione le pattuglie acrobatiche degli intordatori.Nel frattempo recuperiamo gli impermeabili
    http://inkip.com/wp-content/uploads/2009/08/a-thousand-kisses-deep-leonard-cohen.mp3

  21. Trovo molto importante questo testo non solo perchè mostra una ferita aperta, al di là dei filtri linguistici creati ad hoc. Lo trovo di notevole interesse anche per una ragione che forse potrà sembrare banale (ma l’ovvio sfugge così facilmente alla vista): l’aver scritto, in relazione alle pensioni da mille euro, il termine “lordi”. Le notizie di questi giorni, nascondendo tale termine, non facevano capire che in realtà in mano ai pensionati giungevano circa settecentocinquanta euro. Piccoli trucchi linguistici, piccoli artifici retorici, comunque sempre utili ed efficaci per le trombe di qualsiasi propaganda.

  22. @ Paolo
    Generazioni passate un par di ciufoli, se permetti. Di quale generazione passata io avrei ereditato i debiti? Mio padre ha cominciato a lavorare a 19 anni, e ha lavorato fino all’ultimo anno possibile; mia madre idem, ma dei 34 anni di lavoro, scalando i mesi in cui non ha potuto lavorare perché era in maternità, e non c’era il congedo, nella pensione ne ha trovati 28: quasi tutti da insegnante precaria, perché non poteva permettersi un ruolo che l’avrebbe mandata fuori città. Ogni mobile o elettrodomestico in casa ha il nome di un lavoro extra di mio padre. Quando avevo 9 anni abbiamo fatto un viaggio per vedere Firenze e Venezia: è stato l’ultimo viaggio che la mia famiglia si è potuta permettere finché i miei non sono andati in pensione, io l’Italia ho cominciato a girarmela da solo a 17 anni in autostop (per ovviare al fatto che non avevo i soldi per il treno e non volevo chiederli ai miei). E ti assicuro che la mia famiglia stava meglio di tante altre. Negli anni Ottanta una parte d’Italia si è arricchita con la borsa e la finanza: non una generazione, solo una parte, figlia a sua volta di benestanti. E con quella ricchezza non ha prodotto posti di lavoro, dunque ricchezza sociale, perché ha trasformato il profitto in rendita finanziaria (non ci vuole Marx per capire cosa vuol dire, basta fermarsi a Ricardo), pagandoci su tasse risibili. È questa la ragione del buco in cui siamo precipitati.

  23. secondo me noi donne dovremmo veramente ribellarci e prendere in mano le redini del paese che se continua ad essere governato da uomini capitalisti non potrà che portarci alla deriva e altro che lacrime e sangue
    il romanzo di Gioconda belli nel paese delle donne mi incita a lanciare una provocazione
    donne italiane e pensionati siamo la maggioranza della popolazione
    la vogliamo smettere di accettare passivamente tutto quello che i legislatori fanno? Non sarebbe ora di dire basta?
    Io credo che in Italia esistano persone lungimiranti energiche e innovative che sappiano risolvere questa crisi senza proporre soluzioni stantie e vecchie come quelle che Monti propina
    E ora di smetterla di raccontare di subire
    bisogna agire ora subito senza aver paura di perdere tanto da perdere non c’è nulla e solo nell’azione si ritrova la dignità perduta
    scrivere su questo blog è già un inizio

  24. Vent’anni ad accapigliarci furibondi pro o contro Berlusconi, poi arrivano il professore brizzolato e la professoressa con la lacrima di scorta e ci aprono il culo col beneplacito di destra e sinistra.
    La democrazia è una finzione, io non andrò mai più a votare e il primo che pronuncia davanti a me la parola mercato si mangia denti e gengive dal cazzotto che gli arriva.

  25. Prima di tutto grazie alla padrona di casa. Però – e certo non è colpa di Loredana – sono anni che i pensionati al minimo (o poco sopra) si trovano in brutte acque. Temo li penalizzerà moltissimo la super ici così come è pensata più che la mancata indicizzazione delle già magre pensioni. Per quanto riguarda le generazioni passate dipende: c’è tanta gente (non operai o lavori usuranti) che se ne andava a casa con 14 anni 1 mese e un giorno di contributi.
    Non credo che basti essere donne per risolvere la situazione: dipende da cosa hai nella testa. La ministra è femmina come me ma non siamo dalla stessa parte.

  26. Anche io Loredana sono molto preoccupata.. e anche per questo scenderò in piazza l’11 dicembre per poter dar voce alle donne che lavorano e hanno paura di questa manovra che non tiene conto dei diritti inalienabili delle famiglie che a fine mese non riescono proprio ad arrivare. Avete visto la presa in giro della questione Ici sulla prima casa da Crozza la scorsa settimana? Certo la satira si deve occupare di alcune cose e ironizzare, ma per farlo c’era bisogno delle donne che ballavano sulla colonna sonora di Moulin Rouge con vestiti molto succinti? Ho il dubbio che sia ancora una volta un modo per attirare il pubblico in modo facile..

  27. Conti in ordine, pensioni & Co: ma perché invece di innalzare l’età pensionabile non si pensa ad assumere in regola i giovani precari, con i contributi e tutto il resto? Accanirsi sul lavoro nero, in modo che qualcosa rientri nelle casse dell’INPS (che non è in passivo). E poi che dire delle aziende che stanno mirando, grazie alla crisi, a licenziare i “vecchi” di mezza età e contestualmente prendono stagisti/cocopro etc etc? Questo governo dove vive? Mantenere il posto di lavoro è un percorso ad ostacoli, altro che lavorare più a lungo! E la ministra queste cose non le sa?
    A me, che si commuova o meno è del tutto indifferente. Le lacrime si asciugano (o al limite evaporano). Le scelte fatte sulle pensioni restano.
    (E so anche che da qui alla *mia* pensione tanti altri provvederanno ad aumentare i limiti di età. Come se la vita fosse tutta là)

  28. le ricette più semplici, a volte, sono le più efficaci:
    reddito di cittadinanza e pensioni adeguate al carovita (agganciandole alla media degli affitti reali, ad esempio). Di una cosa siamo sicuri: son soldi che torneranno in circolo più velocemente di quanto ci vorrà a erogarli, aumenteranno i consumi, creeranno investimento (ci ha mandati i nipoti all’università la nonna che poteva risparmiare quatto palanche…), torneranno tramite imposte dirette e indirette a far cassa molto rapidamente.
    Ho detto una fesseria? Allora dateli alle banche e segnatevi con la croce.
    @ Paolo
    sto paese se l’è magnato la liberalizzazione: arricchendo pochi, pochissimi, a scapito di tutti gli altri: non puoi far pagare lo scotto a intere generazioni integre e ancor oggi non così rassegnate come vorrebbero dipingerle.
    O ci sei o ci fai…

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