APPUNTI: ALTRI AMBIENTALISTI DA SALOTTO

“Per me la lotta per la salvaguardia dei valori storico-naturali del nostro paese è la lotta stessa per l’affermazione della nostra dignità di cittadini, la lotta per il progresso e la coscienza civica contro la provocazione permanente di pochi privilegiati onnipotenti”.
Antonio Cederna
“Dobbiamo accrescere la nostra forza. E come si possa fare, per riuscire a condizionare le scelte delle multinazionali, l’abbiamo già visto: per le strade, nelle foreste, sui mari. Come gli attivisti in kayak che hanno circondato le piattaforme petrolifere della Shell, costringendola a cessare le trivellazioni in Artico e in Alaska, per non vedere la propria immagina rovinata. O nel caso dell’oleodotto Keystone XL, e di tutte le pipe-line legate all’industria estrattiva delle «sabbie bituminose», ogni singolo tratto ha dovuto fare i conti con le forti proteste di ogni singola comunità locale. A partire da queste esperienze, dobbiamo essere capaci di creare coalizioni sempre più ampie, di cambiare il modo con cui l’attivismo si presenta all’esterno, di esprimere la stessa varietà e diversità che si vede nelle nostre città e territori. Lo sapevamo anche prima, ma ora è più chiaro: non abbiamo dei leader che agiranno per l’ambiente, dobbiamo farlo noi in prima persona.
La leadership deve venire dal basso, dalle comunità. Praticando azioni dirette.
Azioni che devono diventare visibili, nei mercati finanziari e nei tribunali: disinvestire nelle aziende che estraggono combustibili fossili, farli apparire investimenti rischiosi, denunciare le bugie e la disonestà di corporation come la Exxon, portarle davanti ai giudici, dimostrando che conoscevano gli effetti del cambiamento climatico e che hanno mentito di proposito. Dobbiamo cambiare la dinamica, indebolendo il potere degli interessi che stiamo combattendo”.
Naomi Klein
“Non sono un’attivista. Naomi Klein lo è. Come scrittrice non mi considero un’attivista, come cittadina invece partecipo ad alcune cause perse. Certo è possibile che facendo il mio mestiere e descrivendo la realtà io produca effetti da attivista. Forse si può dire che sono un’attivista per caso. E del resto, sono le ambientazioni che determinano le coordinate delle narrazioni e definiscono come possono agire le persone. Se cambia l’ambiente – generalmente verso il peggio – cambiano i racconti».
«Chi sta al potere ama deformare la lingua per nascondere le cose. L’autorità definitiva sul nesso tra potere e linguaggio è George Orwell, che ci ha detto molto di come e quanto il linguaggio possa influire sulle nostre libertà, ridefinendo e modificando le parole, rendendo plausibile anche l’implausibile. Bisogna esprimersi con estrema chiarezza, lottare per difendere la libertà di stampa, di parola e di espressione. Bisogna impedire qualsiasi tipo di vaghezza, di offuscamento e occultamento nell’esposizione dei fatti; impedire che vengano nascosti dietro espressioni non chiare”.
Margaret Atwood

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