In un certo senso, questo post è un’ulteriore risposta al commentatore che ieri, in difesa delle piste ciclabili nelle Marche, chiedeva se insomma fosse proprio necessario usare i fondi europei per il sisma per ricostruire case. Magari si è espresso male, ma quel che è scritto è scritto, e purtroppo quello scritto rispecchia il pensiero di parecchi.
Ma sì, chi se ne frega delle case da ricostruire, chi se ne frega delle pretese di gentaccia e sciacalli (cit. Anna Casini: verso la quale non ho nulla di personale, e mi dispiace che sia usa a bannare chi prova a chiedere da un’esponente delle istituzioni, quale la vicepresidente della Regione Marche è, un atteggiamento consono al ruolo. I terremotati che chiedono conto della destinazione dei fondi per il sisma non sono gentaccia, non sono sciacalli, punto). Chi se ne frega, già: quel che conta è il turismo, ce lo hanno detto e ripetuto, e poco importa se quel turismo si riverserà su una parte, quella costiera, della regione, o se sarà una presenza mordi e fuggi come quella che ha affollato le aree naturali nei concerti di Risorgimarche. Le elezioni ci sono fra un anno, intanto arriviamoci e parliamo del bicentenario dell’Infinito, che è meglio.
Ma non è sempre così, grazie al cielo. Ieri pomeriggio, durante la presentazione di Demopatia, la app realizzata da Zerocalcare, Manolo Luppichini e Ivan Giordano per ActionAid, si è parlato anche di Arquata del Tronto, che è presente nella app medesima in filmato e fumetto. Arquata, i ragazzi di Chiedi alla polvere, la ricostruzione che non c’è, e l’indifferenza verso la popolazione (il “gentaccia” di cui sopra venne rivolto a due esponenti del comitato per Arquata, per chi lo avesse dimenticato. E mai vennero scuse, ma ban e scherno pubblico perché una delle esponenti aveva perso la casa della sorella, quindi che caspita voleva?). Arquata in briciole, come i paesi del cratere. Arquata che va raccontata, diceva ieri la versione in carne e ossa di Arianna, che è la guida di Zerocalcare nella app, e che la dea conservi lei e coloro che resistono.
Scaricatela, guardatela, pensateci su. La app parla di democrazia. Senza ascolto, condivisione, ricostruzione, la democrazia non c’è. Punto, ancora una volta.