BIBLIOGRAFIA DISARMATA: BETTY WILLIAMS

Betty Williams (1943-2020). L’avranno notata in pochi, in Italia, la morte di questa gentile e determinata signora, perché era marzo 2020, ed erano i giorni stupefatti in cui, di colpo, ci trovavamo a vivere in un film o in un romanzo di quelli che d’abitudine non si leggono. Quelli che l’hanno notata, e pianta, erano in Basilicata, dove Betty Williams ideò e realizzò la Città della Pace per i Bambini insieme ad altri attivisti. Gli anni Zero volgevano al termine, e il destino di Sant’Arcangelo e Scanzano Jonico sembravano segnati dalla decisione del governo, nel 2003, di destinarli a deposito unico nazionale di scorie nucleari. Williams rispose alla mobilitazione popolare, e trovò la destinazione giusta per il territorio: un luogo che garantisce istruzione, assistenza ed educazione a minori in condizioni di disagio sociale o pericolo derivanti da guerre o disastri ambientali.

Il pacifismo di Betty Williams nasce da una tragedia. E’ il 10 agosto 1976, a Belfast.  Danny Lennon, attivista dell’IRA, viene individuato da un drappello di soldati. Sparano, lo colpiscono, lo uccidono. Nello stesso momento Anne Maguire porta a spasso i figli: nella carrozzina c’è Andrew, sei settimane. Accanto, la figlia Joanne, otto anni, sulla sua bicicletta, e ancor più vicino John, due anni e mezzo. L’automobile di Danny Lennon, che si è accasciato al volante, morto, continua la sua corsa. Investe la famiglia. Joanne e Andrew muoiono sul colpo. John verrà dichiarato morto il giorno dopo, in ospedale. Anne, spezzata nel corpo e nella mente, morirà dopo 41 mesi.
Ci sono altre donne che hanno assistito a quell’orrore. E che vanno porta a porta chiedendo di firmare una petizione contro la violenza e per la pace. Una di loro è Betty Williams, che si rivolge ai giornalisti. La sorella di Anne Maguire, Mairead Corrigan, dopo aver identificato i corpi dei nipotini, chiede di poter fare un appello in televisione. Chiede la fine di ogni violenza. Le due donne si incontrano. Organizzano una marcia della pace cui prendono parte diecimila persone, protestanti e cattoliche. “Cosa farebbe Gandhi a Belfast?”, titolano i giornali. Williams e Corrigan fondano Women for Peace e poi la Community for Peace People. Ricevono il Premio Nobel per la pace.
Queste le parole di Williams:

“Abbiamo un semplice messaggio da dare al mondo da parte di questo movimento per la Pace. Vogliamo vivere e amare e costruire una società giusta e pacifica. Vogliamo che i nostri figli – e noi stessi – possano vivere con gioia e in Pace in casa, sul luogo di lavoro e di gioco. Ci rendiamo conto che per costruire una siffatta società sarà necessaria dedizione, coraggio e molto lavoro. Ci rendiamo conto che ci sono molti problemi nella nostra società che sono fonte di conflitto e violenza. Ci rendiamo conto che ogni proiettile che viene sparato e ogni bomba che esplode rende questo compito ancor più arduo. Rigettiamo l’uso delle bombe, dei proiettili e di tutti gli strumenti di violenza. Ci dedicheremo, assieme ai nostri vicini, giorno dopo giorno, alla costruzione di una società pacifica nella quale le tragedie che abbiamo visto siano solo brutti ricordi e moniti perpetui”

 

2 pensieri su “BIBLIOGRAFIA DISARMATA: BETTY WILLIAMS

  1. Cara Loredana, immagino questa osservazione ti sarà già stata fatta, ma che fare quando la guerra viene da te? Mi ripugna ogni forma di violenza, ma non credo si possa dar torto a chi si difende da un invasore. E non penso che la Resistenza possa essere soltanto disarmata.

    Cito dall’articolo di Mario Ricciardi che ho letto grazie a un tuo lettore – parole che rispecchiano pienamente il mio pensiero: “Ho grande rispetto per i pacifisti e i non violenti, ma anche per la storia, e fatico a trovare un esempio di conflitto armato che sia stato arrestato dai testimoni di pace. Alla fine se un aggressore non si ferma devi fermarlo. Questo la generazione che ha combattuto contro Hitler ci ha insegnato, assicurando all’Europa un lunghissimo periodo di pace.” (https://www.rivistailmulino.it/a/gli-inviti-alla-pace-e-il-bisogno-delle-armi)

    1. Come dico da settimane, non è mio compito fornire soluzioni (e nessuno di coloro che partecipa alla grande discussione mediatica dovrebbe, credo, farlo): ma offrire una contronarrazione.

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