Jane Addams (1860-1935). Cosa può fare una bambina dell’Illinois che a quattro anni si ammala di tubercolosi alla spina dorsale che le renderà difficile muoversi e vivere senza dolore? Tantissime cose. Tre su tutte: fondare la prima casa di assistenza sociale degli Stati Uniti a Chicago, Hull House, confondare l’ACLU (American Civil Liberties Union), presiedere l’International Congress of Women nel 1915, dove è a capo di una Commissione incaricata a predisporre una piattaforma di proposte per porre fine alla guerra, chiedendo di incontrare dieci leader di nazioni neutrali o in guerra.
Ah, e vincere il Nobel per la pace.
Hull House, dunque. Nasce sul modello di Toynbee Hall, a Londra: in pochissime parole, un luogo dove convivevano, studiavano, lavoravano persone di diversa provenienza sociale, “per imparare le une dalle altre e cercare terreno comune per l’azione collettiva”.
Nel 1889 Jane Addams e Ellen Gates Starr fondarono Hull House, che diventò la residenza di 25 donne e veniva visitata da migliaia di persone. Era un centro di ricerca, di studio ” e anche centro pragmatico per vivere e stabilire buone relazioni con la comunità”. C’erano una scuola serale, una cucina pubblica, una galleria d’arte, una palestra, un bagno pubblico, una legatoria, una scuola di musica, un teatro, una biblioteca, una sala riunioni. Molta arte. Molte attività civiche e e formative e in tutela delle donne lavoratrici.
Ma poi, appunto, scoppia la guerra. Come si legge qui,
“Allo scoppio della prima guerra mondiale Addams inizia l’avventura da intransigente pacifista: dapprima all’interno del movimento americano dei social workers e poi insieme al movimento femminista internazionale. Negli ultimi mesi del 1914, insieme alle europee Rosika Schwimmer ed Emmeline Pethick Lawrence, attraversa gli Stati Uniti facendo numerosi discorsi pubblici per incoraggiare le donne a organizzarsi politicamente per la pace; accetta di divenire chairman dell’appena fondato Women’s Peace Party e si imbarca sul transatlantico Noordam, il 12 aprile 1915: per la prima volta in vita sua lascia gli Stati Uniti d’America. La prima destinazione Europea è la Conferenza per la pace indetta a L’Aia dalla suffragista olandese Aletta Jacob. A fine conferenza Addams fa anche parte di una delle due commissioni che vanno a bussare, per essere ricevute personalmente, a capi di Stato e ministri europei. La loro proposta, stilata da Julia Grace, mira a proporre la costituzione di una commissione di esperti internazionali, avente lo scopo di fare cessare il conflitto non per armistizio ma per mutuo accordo.
Di ritorno dall’esperienza europea, in cui assiste agli orrori della guerra, Addams tiene un coraggioso discorso al Carnegie Hall di New York contro la guerra che ribalterà la sua notorietà.
Negli anni Venti, per via dello spauracchio anticomunista, le sue posizioni pacifiste e riformiste le garantiranno una presenza certa in molte black list dell’epoca e trasformeranno la “donna più amata d’America” nella più odiata”.
Nel 1931 le sarà assegnato il Nobel per la pace. Fu la prima donna americana a ottenerlo.
“La giustizia tra uomini o tra nazioni può essere ottenuta soltanto attraverso la comprensione e la comunione dei sentimenti, e nessun adeguato senso di giustizia, indispensabile per ogni cosa nella moderna civiltà, potrebbe essere garantito nella tempesta e pressione di una guerra. Questo non solo perché la guerra inevitabilmente lascia emergere l’antagonismo più primitivo, ma perché lo spirito del combattimento consuma tutti quegli impulsi umani (quantomeno verso il nemico), che nutrono la volontà rivolta alla giustizia”
“Per Pace non si intende semplicemente assenza di guerra, ma il dispiegamento di tutta una serie di processi costruttivi e vitali che si rivolgono alla realizzazione di uno sviluppo comune. La Pace non è semplicemente qualcosa su cui tenere congressi e su cui discutere come se fosse un dogma astratto. Essa assomiglia piuttosto a una marea portatrice di sentimenti morali che sta emergendo sempre di più e che piano piano inghiottirà tutta la superbia della conquista e renderà la guerra impossibile.”