BIBLIOGRAFIA DISARMATA: GABRIELE MORENO LOCATELLI

Gabriele Moreno Locatelli (1959-1993). Ieri sera ho riportato su Facebook uno status sconfortato dello scrittore Matteo Nucci. Lo sconforto si concretizza in queste parole: “Mai e poi mai avrei immaginato che un giorno sostenere con anche solo lieve convinzione certe tesi avrebbe dato la possibilità a interlocutori sinceramente persuasi delle proprie idee, di metterti nel gruppo dei nemici. Né che l’informazione italiana (per carità è quella che è, lo sappiamo, ma appunto quella è) avrebbe definito il pacifismo una forma di opportunismo, se non di vigliaccheria.”
Uno dei miei commentatori, che ringrazio, ha fatto il nome di Moreno Locatelli, in reazione a chi definisce codardi i pacifisti. Già, Moreno Locatelli. Era un religioso, era un pacifista. Era a Sarajevo con l’associazione Beati i costruttori di pace, che avevano promosso due marce della pace nel 1992 e nel 1993, cercando la famosa soluzione pacifica oggi negletta.

3 ottobre 1993. Locatelli attraversa il ponte Vrbanja che divide la città, per deporre una corona di fiori dove morì la prima vittima della guerra,  Suada Dilberović. Da una pare e dall’altra, le milizie serbe e bosniache. Al ritorno, un cecchino lo colpisce. Muore dopo due interventi chirurgici, e le sue ultime parole sono «Stanno tutti bene?» riferendosi ai suoi compagni sul ponte.

Venne ricordato con la “Marcia dei 500”, organizzata nel dicembre del 1993, a cui prese parte don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta. Che disse:

“Io vorrei che tutti quanti, tornando nelle nostre comunità, potessimo stimolare le nostre comunità, noi credenti soprattutto, stimolare i nostri Vescovi ad essere più audaci, a puntare di più sulla Parola del Vangelo. Perché, vedete, questa esperienza è stata una specie di ONU rovesciata: non l’ONU dei potenti è arrivata qui a Sarajevo ma l’ONU della base, dei poveri.
Allora io penso che queste forme di utopia, di sogno dobbiamo promuoverle, altrimenti le nostre comunità che cosa sono? Sono soltanto le notaie dello status quo e non le sentinelle profetiche che annunciano cieli nuovi, terra nuova, aria nuova, mondi nuovi, tempi nuovi…  Quanta fatica si fa in Italia, ma abbiamo fatto fatica anche qui, anche con i rappresentanti religiosi… perché è difficile questa idea della difesa nonviolenta… Gli eserciti di domani saranno questi: uomini disarmati!”

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