BIBLIOGRAFIA DISARMATA: VANDANA SHIVA, I SEMI, E PURE I SIBILLINI

Vandana Shiva (1952). Mi piace citarla oggi, nella Giornata della Terra, e nella giornata in cui su altre terre, molto vicine a noi, si esercita quello che mi appare un abuso.
Parentesi: sapete quanto mi stia a cuore il territorio sibillino, ma non è solo faccenda di appartenenza. Credo che il territorio non sia soltanto di chi lo abita, ma sia di tutti coloro che lo amano e lo rispettano. Qui potete leggere cosa si intende fare dei 36 milioni di euro che arriveranno nelle Marche, in parte dal Pnrr sisma: una pista da sci artificiale, glamping (campeggio di lusso), una pista per gommoni a ciambella gonfiabili, una teleferica per il volo d’angelo, un parco avventura con bob su rotaia, un safari adventure.
Bello eh?
Di chi è il territorio? La stessa domanda, per quanto riguarda la stessa regione, si potrebbe fare per le monoculture di noccioleti. E contro le monoculture si è espressa Vandana Shiva. Che è anche colei che supporta la lotta nonviolenta dei contadini che si oppongono al mercato dei semi globale.
Come ricorda il movimento Extinction Rebellion:

“…(i contadini) devono per forza comprare i semi brevettati dalle corporazioni di sementi. I semi “terminator”, per esempio, sono stati geneticamente mofidicati per diventare sterili dopo il primo raccolto. Oltre a essere molto costosi, richiedono grandi quantità di pesticidi e fertilizzanti artificiali, tutti prodotti offerti a caro prezzo dalle stesse corporazioni. Anno dopo anno, i contadini devono continuare a comprare semi e pesticidi. Quelli che non vengono sommersi dai debiti diventano parte della catena produttiva delle corporazioni.

La resistenza contro la privatizzazione dei semi è presente in tutto il mondo. Molti contadini hanno continuato a coltivare varietà di semi locali, rischiando multe e perfino l’arresto. Hanno protestato, scioperato e rifiutato di arrendersi. Qualche volta sono riusciti a vincere. I loro successi, per quanto piccoli possano sembrare, hanno avuto un impatto incredibile per gli individui direttamente coinvolti.”

Piccoli passi, passi strategici. Quelli che dobbiamo imparare, quelli che dobbiamo cominciare a fare. Per la terra, e non solo.

 

3 pensieri su “BIBLIOGRAFIA DISARMATA: VANDANA SHIVA, I SEMI, E PURE I SIBILLINI

  1. Ricordo la luminosa lucidità di Vandana Shiva a una conferenza anni addietro. Cose vere. Come la terra, che non mente. Credo che la pandemia prima e ancora e questa guerra (fra le tante) ora ci abbiano riportati alla verità, a tutte le verità profonde e forse, purtroppo, immutabili. Dopo gli ideali e gli idealismi a cui avrebbe dovuto far seguito finalmente la ragione, quella ragione si è sopita di nuovo in nome di una globalizzazione voluta da una parte (sempre la stessa?) di uomini e rincorsa (forse) dall’altra. E ora. Siamo a terra, e la terra non mente. La mancanza di ragione e osservazione attenta e profonda ha scatenato gli istinti, quelli vecchi, vecchissimi, nutriti da un linguaggio tremendo. Si arma la pace con parole forti e violente, si vuole la pace a parole, forse, e comunque quelle sbagliate. E neanche la marcia della pace (Perugia-Assisi) hanno lasciato in pace, perché non era di parte… E tutto questo fa paura, non vi fa paura? La gente comune, quella che a terra è tornata prima, comune ma non anonima, quella che si chiede, scoppierà la terza guerra? Si arriverà all’atomica? Dovremo toglierci la mascherina oppure meglio di no? Si risveglia in un sistema impazzito, ma con i piedi a terra, e il condizionatore spento, perché la pace si fa così adesso. Da una parte un industriale che vuole acquistare una grande azienda social e dall’altra gente che muore. Cosa è successo in questi anni? E non vi fa paura?

  2. Vandana Shiva trova apprezzamento quasi esclusivamente tra chi ha scarsa conoscenza dell’agricoltura. Provate a chiedere cosa ne pensano in qualunque facoltà di Agraria.

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