No, non voglio parafrasare Vibrisse, ma fornire qualche utile indicazione sulle pratiche di lettura dell’ingessato: qualora, come nel caso della vostra eccetera, il gesso sia malauguratamente al braccio destro, si posiziona rudemente il medesimo sul volume aperto sulle proprie ginocchia. Avrete così un funzionale segnalibro, che vi permetterà di utlizzare la sinistra per impugnare la matita, qualora foste sottolineatori compulsivi come la vostra. Unico svanraggio, la necessità di sollevare il gomito destro ogni volta che dovete girare pagina, ma ci si abitua.
In siffatto modo, sto affrontando l’ultimo romanzo di Stephen King. Genesi del medesimo secondo l’autore:
"Cell è un modello situazionale, c’è quella cosa sui cellulari, quel "se
accadesse questo, cosa succederebbe?". E c’è anche una cosa
situazionale in La storia di Lisey riguardo ai manoscritti. Ho sempre
avuto questa idea, su cosa poteva succedere se uno scrittore famoso
lasciava dei manoscritti non pubblicati e arrivava qualcuno dopo di
lui. L’idea l’ho presa da storie che sento da tutta la vita. Chissà se
c’è qualcosa di vero, ma dicono che J. D. Salinger sia ancora vivo, e
che non c’è nessun dubbio, è nel New Hampshire, ma dicono anche che
scrive ancora e che ha scritto chissà quanti libri. Il mio curatore
presso la Doubleday, Bill Thompson, mi ha raccontato una storia secondo
la quale Salinger sarebbe andato nella banca dove ha una cassetta di
sicurezza per depositare un pacco incartato più o meno grande così e
una donna gli ha chiesto: "Mi scusi, signor Salinger, è un nuovo
libro?". E lui ha risposto: "Sì". E la donna ha detto: "Lo
pubblicherà?". E Salinger avrebbe detto: "E perché?". Io ho pensato che
fosse una stupidaggine. Quando ho sentito questa storia, ho pensato:
cosa succederebbe se ci fosse uno scrittore così e qualcuno rapinasse
la banca, non per i soldi ma per impossessarsi dei manoscritti non
pubblicati? Quel libro non è mai stato scritto, ma ho pensato: e se uno
scrittore famoso morisse e ci fosse un pazzo che vuole i manoscritti
non pubblicati? In questo libro, quella persona è Dooley. Alla fine,
però, questo elemento è diventato meno importante della storia di
fondo. La storia di fondo è diventata la storia principale di quello
che è successo a Scott da ragazzino e il dialogo interno del loro
matrimonio. Quando ho cominciato La storia di Lisey ho pensato
che sarebbe stata una storia ironica e divertente sul fatto che, come
si dice, dietro a ogni uomo di successo ci sia una donna di successo.
So per esperienza che è vero e falso al tempo stesso. Ma il vero
elemento è questo. Le mogli degli uomini famosi spesso sono totalmente
ignorate, sono tenute completamente in disparte, eppure sono molto,
molto importanti; e ho pensato di mostrare una donna che salva
ripetutamente un uomo, ma nessuno lo sa a parte lei".
Il resto dell’intervista qui, il giudizio più avanti.
Vabbè, King è ora che si pensiona…
è un dei suoi libri più belli e riusciti. altro che cazzate.
Oggi, sempre più spesso, dietro un uomo di successo c’è semplicemente un altro uomo:- )
Stephen King è un grande scrittore. L’etichetta horror che gli è stata “appioppata” gli ha rovinato la reputazione.
Personalmente ho letto tutti i suoi libri e, generalmente, a fatica (mi sa che Loredana lo sa) sopporto la letteratura di consumo. Li ho letti perché è un uomo capace di sognare, di scrivere fiabe meravigliose e di intrattenere consapevolmente il pubblico con i mezzi che gli sono propri. La sua letteratura non è niente di più di quello che vorrebbe essere: non si atteggia ad altro. E’ eccellente letteratura popolare, con tracce di genio sparse qua e là.
“Il Miglio Verde” resta uno dei romanzi lunghi più interessanti e coinvolgenti degli ultimi anni, su questo non si può discutere. “Misery” è un capolavoro assoluto di gestione dei personaggi, di climax e di tensione (a proposito, ne andrò a vedere una rappresentzione teatrale a Roma giovedì 9 novembre. Sono curioso). “It” è una delle più calde fiabe sull’adolescenza che siano mai state narrate.
Ecco, King è uno scrittore che a 50 anni passati può dire di aver composto, nel suo genere, almeno tre o quattro capolavori assoluti. E non so di quanti altri moderni (o postmoderni) si possa dire lo stesso, oggigiorno.
Sono molto fiducioso nei confronti della storia di Lesey (che se Bol.it si decide, dovrebbe arrivarmi entro pochi giorni). Perché quando King scrive di scrittori o storie raccontate miete sempre capolavori e perché lo trovo in forma.
A mio parere, negli ultimi anni ha fallito solo due volte. Con “Dreamcatcher” (anche se le prime 400 pagine sono formidabili) e ha fallito (stavolta di brutto brutto brutto) con “Colorado Kid”: in questo caso King ha voluto sperimentare un genere che non gli è proprio e ha vomitato una specie di cosa, a mio parere che ha sconfinato nell’illegibilità.
Tutto questo per dire che dissento formalmente quando sento che Kind deve andare in pensione. Questo è uno che ha IDEE ancora fertili e una grandissima VOGLIA di scrivere. In “On writing” parlò della scrittura come un lavoro di archeologo: spunta un osso dal sottosuolo e tuo dovere è prendere un pennello per tirare fuori tutto l’enorme scheletro. Ecco cosa riesce a fare lui: parte da una cosa minima e tira fuori una struttura massiccia. E lo sa fare come pochi.
Viva il Re.
[Ste]
Una storia del genere, riguardo i manoscritti, l’ha già raccontata un vero scrittore, Henry James. (Ma del resto tutte le storie sono già state riscritte).
p.s. molto curioso il suo avatar, sembra stia soffiando in un flauto traverso.
Lo diceva Michelangelo:”la scultura è già nel blocco di marmo, basta solo togliere tutto quello in più”..:-)
Anch’io mi sto accingendo a leggere l’ultima fatica letteraria del Re (inizierò la lettura nei prossimi giorni). Magari potremmo confrontare i giudizi (anche con gli altri amici di lipperatura). Se riesco a trovare il tempo mi piacerebbe scrivere qualcosa sugli alti e bassi di King e sui pregiudizi accademici attorno alla sua figura.
Vedremo.
Ciao.
Accarezzavo un libro di King proprio stamattina, significativamente prima della cassa al supermercato. Tra i surgelati e le lamette da barba.
Non lo leggo da almeno dodici anni, e mi è venuta voglia di riprenderlo in mano con quel gusto ambiguo e ambivalente per la paura di quando si è bambini. Le psicologie dei suoi adolescenti (“Stagioni Diverse”) sono per me tra le cose più prodigiose mai descritte.
Non ho mai letto un libro di King, ma questo l’ho comprato, emi incuriosisce molto.
Sono arrivata a King spinta dall’amore per Easton Ellis:dopo aver letto’Lunar Park’, secondo me un capolavoro, e aver appreso che Ellis aveva preso come punto di riferimento King, ho deciso di provare a leggere qualcosa di questo autore celeberrimo, ma che non mi aveva mai incuriosito.Vediamo, mi aspetto molto.
King è un pessimo scrittore. E le storie sono brutte.
Dandyna invece sì, che è una grande scrittrice.
scusatemi, sono dandyna, il commento sopra non l’ho scritto io. mi sembra anche evidente, come fake poteva fare di meglio.
Il commento sopra è un fake, non quello prima. Lasciatelo stabilire a me, se posso fare di meglio. Faccio quello che posso.
Adesso però la piantiamo, giusto?