CONTRIBUTI

Qui, per esempio.

69 pensieri su “CONTRIBUTI

  1. Un altro contributo d’autore:
    “Si comincerà dal seguente apoftegma: non c’è, all’uomo, valore superiore alla figa. Apodittico, l’apoftegma! mica da dubitare che siamo nella teologia, e ci restiamo… idolo supremo di nostra vita dolente, se ti abbiamo vagheggiato! se abbiamo aspettato pazienti impazienti che ti palesassi! lassi mostruosi di anni, nella solitudine dell’asceta… sommo bene cui tutto il nostro essere tende, se ti abbiamo adorato senza ancora conoscerti! se proprio nella privazione abbiamo misticamente intuito la tua essenza!”
    (Michele Mari, “Rondini su un filo, p. 123)

  2. Non credo sia importante. Le donne sono importanti, non necessariamente emma m, solo perché ha visibilità. Se partecipa alla manifestazione buon per lei.

  3. Certo che le donne sono importanti, ma Emma Marrone dimostra che le giovani che prendono parte a certi programmi tv non sono quelle oche superficiali che qualcuno (non qui) ama dipingere.
    Che venga ribadito questo, è importante, secondo me.

  4. Ritengo la prostituzione più triste che immorale, spero che un mio eventuale figlio non abbia mai bisogno di pagare una prestazione sessuale e spero che una mia eventuale figlia faccia sesso per amore per piacere per curiosità finanche per lussuria, ma non per denaro.
    Detto questo, mi sento di condividere la lettura e il personale augurio che Melissa P. fa in questo video per la manifestazione del 13 febbraio.
    Grande Melissa!
    http://www.youtube.com/watch?v=IbwHlNwfHrk&feature=player_embedded

  5. Paolo, nessuno ha mai sostenuto che le donne che appaiono in televisione siano oche superficiali: quindi, perdonami, ma questa sequela di commenti era decisamente superflua. Soprattutto in relazione al post. Grazie.

  6. Infatti ho specificato “non qui” però ora non mi negherà che su internet e fuori da internet ci sia molta gente che pensa che le ragazze che appaiono in tv specie su certi programmi siano tutte oche superficiali comunque la segnalazione del video di Melissa P. che legge Annie Sprinkle non era superflua per niente, a mio parere: io le vedo come due “ribelli” anche se in maniera diversa dalle donne segnalate nella peraltro ottima galleria fotografica di Giap.

  7. Torno dopo qualche giorno sul blog, e vedo che l’equivoco persiste. Melissa P. ha creduto suo dovere di segnalarci la meravigliosa saggezza liberale della Prinkle come un viatico per la manifestazione di oggi (ma, solo per inciso: lei ci sarà? Mi pare di aver capito di no, troppo impegnata, immagino, a spazzolarsi i capelli e a dare buoni consigli).
    E io continuo a dire che quello, quel del puritanesimo dico, non è per nientissimo il punto, uno dei punti semmai, e in una cornice squisitamente liberale, è come mai le prestazioni sessuali vengano considerate ‘competenza’ per accedere a lavori, anche pubblici, che richiederebbero competenze diverse e come mai le persone che queste competenze ce l’hanno non trovino lavoro (vedasi dati sulla disoccupazione femminile).
    ‘Soddisfatte e sistemate’ è il titolo dell’elenco che Novella 2000 forniva, nel numero del 26 gennaio, per documentare come moltissime della papi girls abbiano fatto rapidissime e fulgide carriere, anche in istituzioni pubbliche, dopo essere passare per le varie Arcore ed essere state poi frettolosamente infarinate di cultura più o meno politica alla scuola per quadri messa su in quattro e quattrotto dal PDL, con professori illustrissimi e liberalissimi come Brunetta (il ministro diventato popolare all’insegna della lotta per la meritocrazia e contro i fannulloni).
    Faceva davvero tenerezza vedere ieri la la 25enne Sara Giudice, pallida e ferma davanti al portone del Teatro Dal Verme, con tra le braccia i fogli con le migliaia di firme raccolte tra i militanti del Pdl contro i metodi di reclutamento della classe dirigente del suo partito. Voleva consegnarle, e farle sottocrivere anche, da Ferrara e Formigoni, issati beatamente e orgogliosamente sotto il gran pavese di mutande, ma, comè come non è, non hanno voluto riceverla.
    .
    Comunque io, come mio contributo, di donne ne aggiungerei tante, note e meno note, ne nomino una sola: bell hooks. E ci aggiungo anche le prostitute di strada, che nella stragrande maggioranza sono schiave e contro cui i signori e le signore presenti ieri al Dal Verme sbraitano in continuazione, appendendosi alle tende del decoro cittadino (signori e signore liberalissimi/e un pensierino per impegnarvi contro la schiavitù imperante di questi tempi, non vi viene mai? Ora che molti teatri sono costretti a chiudere per i tagli del vostro governo, potreste utilizzarli almeno per questo.)

  8. La effettivamente ottima galleria di Wu Ming l’ho trovata davvero di conforto in un clima generale purtroppo volto al cercare di emergere a tutti i costi a spese altrui (delle donne in particolare, in questo periodo) e ad attribuire pensieri e intenzioni senza chiedere gentilmente a chi si è espresso una conferma, a pontificare e giudicare anche attraverso il proprio contrapporsi – non qui, chiaramente. Leggendo i commenti sul loro blog ieri ho subito pensato che a me sembrava una scelta suscettibile di essere idealmente continuata, non un canone ma un graditissimo spunto per una galleria potenzialmente infinita, e proprio per questo non mi è venuto in mente di aggiungere altri nomi e volti. Quelli che mi sono venuti in mente sono un frutto piacevole dello stimolo al pensiero che il post mi ha dato. E mi ha dato anche una piacevolissima sensazione di forza.
    Non molto da dire su Melissa P., tra l’altro mi ritrovo addosso molte della qualità delle puttane, anche se non tutte, lo ammetto. A volte però non sono le parole, è solo il tono in cui sono dette a risultare antipatico, è il non verbale, insomma, a rivelare un antagonismo che è solo nella mente di chi lo esprime.

  9. Mi sembra che in questi giorni l’unico problema intorno al quale ci si schiera sia poco più di una quisquilia, rispetto alla gravità delle situazione, ovvero l’accusa, il sospetto di moralismo. Mentre si continua a porre la prostituzione tra le istanze della libertà sessuale, per cui si accomunano, ancora una volta, le prostitute con le/gli omosessuali e altri in un calderone indistinto.
    Le lotte per la liberazione sessuale non avevano come obiettivo quello di adottare la prostituzione come forma di liberazione del desiderio, al contrario, lo scopo era quello di far sì che il desiderio femminile fosse sottratto a quel legame di sesso e dominio, alla base dell’oppressione femminile. Ma di questo si parla oramai pochissimo, presi dalla necessità indotta dall’adorazione del potente che ci fa porre non le ragioni ma i tranelli che ci tende l’avversario come base di discussione politica.

  10. A me piacerebbe che certi giornali facessero una scelta di qualità (specialmente nella versione in rete) e la smettessero di scrivere di gossip, di alimentare la fama delle “starlette”, che si rifiutassero di pubblicare certe pubblicità, e che invece dedicassero più spazio a quella grandissima parte dell’universo femminile che agisce per una società migliore. La situazione delle donne si migliora anche così, presentando esempi e storie di normale parità ed uguaglianza.

  11. D’accordo con Ilaria e Donatella.
    Pare anche a me che noi donne siamo affette da analfabetismo di ritorno e cadiamo nelle trappole sofistiche da chi sta combattendo una sola battaglia: quella del padrone.
    Oltrettutto, questa tanto sbandierata libertà sessuale all’insegna del ‘puttana è bello’, rivela – oltre alla difesa primarissima del padrone – quella ad oltranza del mercato, fuori dal quale non è concepibile libertà per questi signori e signore.
    E, laddove servano tecniche retoriche per legittimare la prostituzione presso i votanti non fanatici mercatisti, si riconduce la prostituzione entro l’orizzonte cattolico del peccato: io pecco, tu pecchi… e LUI perché non dovrebbe peccare?
    Ci si potrebbe scrivere un saggio: ‘La puttana tra religione e mercato. Peccatrice o imprenditrice di se stessa?’.
    Altro che libertà sessuale, delle donne poi! Visto che il saggio che vorrei leggere non è ancora stato scritto, sono riandata agli scritti di bell hooks, dove mi sono rimmersa nel saggio ‘Fighe bollenti in vendita: rappresentazione femminile nera e mercato culturale’.
    Lo consiglio, soprattutto agli antipuritani dell’ultima ora.

  12. Certo, Valeria. Oramai siamo al punto che essere contrari alla prostituzione significa avercela con chi la esercita, un paradosso indotto ad arte e nemmeno tanto sottile dove i principi vengono confusi con chi li elude per passare rapidamente ad accusare chi non perde la lucidità, di esercizio moralistico e di illibertà. Dobbiamo insistere, io credo, nel dire la verità su queste manipolazioni, anche quando ci accuseranno, come già fanno, di presunzione nel credere di detenere la verità. Non dobbiamo stancarci, purtroppo, di ripetere (perché bisogna pur rispondere a quell’insistenza) che esercitare liberamente la propria sessualità non comporta che essa si esprima in forma di servizio e, come tale, sottoposto al controllo del denaro.
    Auspicare che i propri figli, Paolo, non debbano mai fare un’esperienza del genere, è in contraddizione palese con gli argomenti che proponi mediante il video di Melissa P., tanto più in un contesto di discussione nel quale vengono proposte donne che sono simbolo di autentica autorevolezza, e modelli per donne e per uomini.
    Al solito la doppia morale prende il posto della possibilità di essere fuori dalla confusione che in questo periodo la fa da padrona su questi temi. Si tratta di una confusione da estromettere completamente dal dibattito in corso.
    Non c’è niente che ponga l’equivalenza tra la capacità femminile di prendersi cura di coloro che la società emargina e respinge, con il farlo dentro un contesto di servizio sessuale a pagamento. Coglierei, piuttosto, l’occasione per finirla col porre il sesso a pagamento sullo stesso piano di quello altrimenti ispirato.
    Non solo. Divertirsi, provare addirittura piacere e sentimenti nell’ assecondare chi opprime è quanto di più drammatico si possa concepire in un rapporto e non credo che il denaro ripaghi di un’umiliazione, apparentemente volontaria, tanto grande. In altri contesti si chiama sindrome di Stoccolma, altro che moralismo!
    Inoltre, se per uscire da una eventuale condizione servile si adotta il medesimo mezzo di oppressione (prostituzione), non si esce ma si (ri)entra nel problema. Sarebbe questione puramente logica al netto dei suoi contenuti drammatici sui quali al posto di molti, io la smetterei di fare ironie e di costruire equivoci.

  13. Vengo dalla prima delle mie due manifestazioni di oggi, nonostante la pioggia e la freddezza con cui di solo vengono snobbate queste iniziative nella mia città, posso dire che è andata bene, l’intervento era libero e molti hanno deciso di parlare, c’erano anche parecchi uomini, purtroppo i/le giovani (penso alla fascia d’età 15-25) erano davvero pochi, molte coppie con bambini che mi sembra un buon segnale, riporto qui una frase detta in chiusura che potrà sembrare banale ma anche dare nuova speranza: “Ora che ci siamo trovati, ora che ci vediamo in volto e che sappiamo di essere tante e tanti a non sopportare più il degrado e la vergogna inflitti alla nostra società e al nostro paese, mettiamo da parte le differenze politiche, sessuali, ideologiche, religiose o morali che siamo, e lavoriamo insieme per ciascuno e per tutti, per le donne e per gli uomini. questa giornata deve essere solo l’inizio di un cammino, di una risalita, insieme continueremo a lottare, lo dobbiamo a noi stessi alla nostra dignità al nostro paese.”
    buona manifestazione a tutte e a tutti!!

  14. Non è che in tutta questa pseudo-polemica che accetta il frame di Giuliano Ferrara (e di molti altri post-sinistri), cioè quello moraliste/libertarie, suore/puttane, va a finire che ci si dimentica di dire che la prostituzione ha molto più spesso a che fare con lo sfruttamento, la schiavitù e la violenza che con la felicità e la libertà? Personalmente trovo un bel po’ edulcorata la rappresentazione sprinkleiana della prostituzione come grande liberazione e delle sex workers come guaritrici delle nevrosi dell’umanità. Ovviamente non si tratta di negare a essa legittimità, ci mancherebbe altro, ma basta transitare per certi viali di perifieria la sera per rendersi conto di quanto la realtà sia un tantino più dura. Niente in contrario se qualcuno mi dice che prostituirsi è bello e che può essere una grande forma di liberazione, o trasgressione, o altro, ma la domanda che viene spontanea è “per chi?” e “per quante?”.

  15. “Auspicare che i propri figli, Paolo, non debbano mai fare un’esperienza del genere, è in contraddizione palese con gli argomenti che proponi mediante il video di Melissa P” donatella
    Fossi Walt Withman potrei cavarmela con “mi contraddico? Ebbene mi contraddico, ma sono vasto contengo moltitudini”..ritengo che comunque Melissa sia una persona che esprime punti di vista interessanti e meritevoli di essere discussi e, se si ritiene, anche respinti.
    Cosa penso della prostituzione l’ho già scritto più volte: la mia idea di libertà sessuale non prevede denaro, prevede gioia reciproca, personalmente preferisco masturbarmi fino alla fine dei miei giorni piuttosto che pagare una donna che non mi desidera, e credo che i puttanieri, ricchi o poveri, siano dei perdenti.
    E tuttavia davanti ad una donna adulta che decide da sola e senza magnaccia che la costringono, di guadagnarsi da vivere facendo sesso con dei perdenti io non ce la faccio a pronunciare le parole “è sbagliato” per lo stesso motivo per il quale non dirò mai “è sbagliato” davanti ad una donna che decide di abortire..e tra le due situazioni non so quale sia la più dolorosa per una donna.
    auspico che mia figlia non faccia la prostituta esattamente come auspico che non decida di abortire, perchè sono esperienze non “immorali”, ma comunque dolorose e che ti segnano, se mai avrò dei figli farò tutto quanto è in mio potere perchè non si trovino mai in situazioni del genere (insegnerò loro cos’è la vera libertà sessuale, che bisogna farlo con chi ti piace e ti rispetta e non con chi paga e parlerò loro della contraccezione) ma arriva un momento in cui devi lasciarli andare, sperare che facciano tesoro di quanto hai tentato di insegnare loro e mettere pure in conto che le loro decisioni potrebbero farti stare male, e amarli e rispettarli lo stesso.
    Scusate, sono temi complessi spero di essermi spiegato.

  16. Non credo che Sprinkley avesse in mente la prostituzione coatta, comunque sono d’accordo con Wu Ming 4 che la realtà di molte sex workers (in Italia e non solo) è molto più dura.

  17. @ paolo1984
    Proprio perché la Sprinkle non tiene conto di quella realtà “più dura” la sua visione mi sembra mancante di un elemento fondamentale: il legame… con la realtà. Se si pone la questione sul piano puramente morale (cioè anti-moralista) si può essere d’accordo con lei finché si vuole, ma si sta appunto considerando solo metà del problema (a voler essere ottimisti).

  18. Le puttane non esistono, come non esistono gli artisti, i politici ecc. La prostituzione è un’attività, può essere socialmente utile oppure no, può essere libera, nel senso legale del termine, oppure no ( il libero arbitrio fa parte del mondo ideale e non mi interessa ). Bene che siano nate associazioni, movimenti ecc. di cui chiunque eserciti la prostituzione possa far parte. Dopodiché sappiamo che in Italia ci sono persone costrette a prostituirsi i cui clienti non sono perseguibili di reato e persone che si prostituiscono e che giustamente chiedono diritti.

  19. Per restare in contatto con la realtà, un interessante testo frutto di ricerca sul campo che rompe con la prospettiva della vittimizzazione (non ho idea se sia presente nella biblioteca privata di Ferrara, ma a naso direi di no): Elizabeth Bernstein, “Temporaneamente tua. Intimità, autenticità e commercio del sesso”, Odoya, 2007.
    E una precisazione, che non dovrebbe essere nemmeno necessaria: si parla di sex workers che “scelgono liberamente” di esercitare lavoro sessuale, donne che oggi saranno in piazza, non dimentichiamolo (e alla parola “scelta” dovrebbe essere dato lo stesso credito, visto che ogni scelta non è mai astrattamente e puramente libera; a meno di non voler considerare a priori una sex worker un soggetto non-libero è dunque bisognoso di tutela). La schiavitù e lo sfruttamento sessuale sulle strade di cui sono complici tantissimi uomini italiani è un fenomeno gravissimo ma differente.

  20. @ Simone Regazzoni
    Ma infatti secondo me bisognerebbe smettere di prendere abbagli come fanno Melissa P. e altri, e farla finita con questa reductio ad prostitutam, dato che la questione non è stigmatizzare chi fornisce favori sessuali per denaro, ma chi si vende al tiranno. Vendere il proprio corpo, ma anche la propria mente, parola, etc. Io preferisco un mondo in cui gli sfruttati si ribellano al potere dominante e mi fa cagare un mondo in cui gli sfruttati si prevaricano gli uni con gli altri cercando di ingraziarsi il sultano, magari per ottenere in una serata quello che un operaio guadagna in tre mesi o addirittura sistemarsi con una pensione da parlamentare. Il modello femminile e maschile da combattere è questo. Homo homini lupus, e chi non ce la fa è un fesso (o è troppo brutta per essere concupita). Non è affatto interessante entrare nel merito del perché o percome uno/a fa una certa scelta, ma rendersi conto che una determinata scelta produce un risultato, favorisce o contrasta un sistema di potere. E come funzioni l’attuale sistema di potere (non solo quello personale di Berlusconi) è sotto gli occhi di tutti.

  21. @ Wu Ming 4
    Per usare il tuo lessico: anche a me fa cagare quel mondo. Non sai quanto. Preferisco però focalizzare la mia critica, e senza sconti, sulla costituzione di quel potere piuttosto che sulle dinamiche di scelta dei singoli. Per ragioni di cui abbiamo già discusso. In questo senso non mi pare che l’intervento di Melissa P. non fosse pro Berlusconi: mi sembra si inserisse bene, invece, nel contesto di un appuntamento, quello di oggi, aperto a differenti modi di pensare il femminile.

  22. La verità è che lui ha mentito e ha abusato del suo potere nelle telefonate milanesi. Il resto tipo: “spero che un mio eventuale figlio non abbia mai bisogno di pagare una prestazione sessuale e spero che una mia eventuale figlia faccia sesso per amore per piacere per curiosità finanche per lussuria, ma non per denaro” di paolo mi sembra un suo desiderio,dunque non pertinente.

  23. Vero, vincen. L’altro nodo, politico, è che c’è stato uno scambio operato a partire da una posizione di potere non solo economico, ma politico-istuzionale, tra prestazioni sessuali e cariche istituzionali.

  24. Qualcuno spieghi a Regazzoni che parola “scelta” è subordinata a convinzioni derivate da forzature di natura economica (ma usiamo pure questa brutta parola, capitale). Una donna che sceglie di prostituirsi perché mezz’ora di sesso frutta più di una giornata di lavoro vero forse ha la sinapsi del valore lievemente ingolfata. A questo punto non so neppure se sia il caso di riprenderlo, il discorso del lavoro come essenza dell’uomo.

  25. Claudia, prova a fare un esperimento mentale: prova a pensare che tipo di conseguenze ha sul concetto di scelta, libertà, autodeterminazione, preferenze di valori, ecc., il tuo ragionamento.

  26. Ti ricordo Claudia che le sex workers oggi sono in piazza e credo che nessuno abbia il diritto di contrapporre “lavoro vero” a lavoro sessuale. Qual sarebbe il lavoro vero? Quello salariato?

  27. @Regazzoni
    “credo che nessuno abbia il diritto di contrapporre “lavoro vero” a lavoro sessuale”
    Io me lo arrogo eccome questo diritto. Ma non sto nemmeno ad argomentare: è di una tale evidenza etica che bisogna essere ciechi o accecati dall’ideologia per non vederlo.
    A furia di trovarti qui in giro mi sei pure simpatico, ma sinceramente sono convinto che la tua totale incapacità di riconoscere il carattere politico e quindi vincolante della dimensione pubblica (e il mercato è pubblico, caro mio, a differenza del dono, perchè l’intera società si fa garante del valore della moneta) fa più danni del berlusconismo.

  28. “Non sto nemmeno ad argomentare: è di una tale evidenza etica”. Di fronte alle evidenze etiche non argomentate mi arrendo. E’ evidente che hai ragione.

  29. Regazzoni, di esperimenti mentali quando passo di qui ne faccio molti, il primo di tutti consiste nel non mandarti sistematicamente a cagare. Ora però me lo togli di bocca, visto che ti ho invitato esplicitamente a rivederti la questione nei termini marxiani che tu, mi è parso di capire, apprezzi parecchio, e tuttavia fingi di non capire.

  30. Se evitassi, oltre agli insulti, le banalità concettuali del tipo “una donna che sceglie di prostituirsi perché mezz’ora di sesso frutta più di una giornata di lavoro vero forse ha la sinapsi del valore lievemente ingolfata” forse si potrebbe anche discutere in termini marxiani, se credi.

  31. Il problema che io ho rispetto all’esibizione di Melissa P. è che ci avverto un giudizio rispetto a chi ha idee e compie scelte diverse. Chi ha organizzato e soprattutto chi è stato/a alle manifestazioni oggi non ha insultato né escluso nessuna donna, nessuna scelta, e c’erano infatti anche le sex workers. Mentre chi continua a fare ironia fuori luogo – e in quell’intervento mi permetto di sentire ironia quando non aperto disprezzo per il presunto moralismo di chi si pone la questione in termini diversi, e si domanda, per esempio, come si fa qui se la prostituzione sia davvero un lavoro come un altro – non solo si ritrova dalla stessa parte delle argomentazioni di una personcina davvero democratica come Ferrara (per non dire del potere), ma insulta tutte le persone che non vivono altrettanto felicemente il prostituirsi, “la schiavitù e lo sfruttamento sessuale sulle strade di cui sono complici tantissimi uomini italiani”, per dirla con Regazzoni, che concordo “è un fenomeno gravissimo ma differente”. Io li rispetto entrambi, qualcuno a me sembra invece di no.
    E’ dalla parte di certi critici/critiche (non tutti/e, preciso) che ho percepito intolleranza ed esclusione (non a caso, io penso), non da quella di chi oggi ha manifestato.

  32. Sperando di non essere insultata, vorrei affermare che nemmeno io non capisco perché una donna che accetta di prostituirsi abbia le sinapsi del valore più ingolfate di altri. Non capisco nemmeno perché vendere il proprio corpo per una prestazione sessuale sia meno etico dell’autosegregarsi per fare la badante o aumentare gli utili al marchioncino di turno. Non sarei intervenuta perché mi spaventano le alzate di tono che ogni tanto si verificano, però siamo a centinaia e centinaia di migliaia in piazza in tutta Italia, allora confrontiamoci perché a me pare davvero un nuovo inizio.

  33. Ilaria, messa così, c’è tutto lo spazio per discutere. Io non ho percepito un giudizio nelle parole di Melissa P., però non è detto che la mia lettura sia l’unica possibile e nemmeno quella giusta. Vado a rivedermi il video.

  34. L’avevo scritto sopra, il problema io l’ho percepito nel tono, chiaro che anche la mia lettura è soggettiva, come tutte. Ma mi fa piacere se si trova un terreno su cui dialogare anziché scontrarsi e basta.

  35. @ilaria
    melissa dalla stessa parte dell’ateo devoto Ferrara no, non credo, ma capisco che un certo suo tono un po’ supponente ti abbia irritato (ognuno ha il suo carattere, ma secondo me il suo augurio finale di essere scintillanti e indomite era sincero) comunque che alla manifestazione c’erano pure le sex workers ho provveduto io stesso a farlo presente sul suo blog.

  36. @ Ilaria
    Video rivisto. Mi resta la stessa buona impressione, visti anche gli auguri finali alla manifestazione. Però, ripeto, forse ci sono sfumature o elementi che non vedo o non conosco. Inoltre ho un “pregiudizio positivo” verso Melissa P.: nutro simpatia verso questa donna che, per le sue scelte e per i suoi libri (il primo non era male, gli altri non li ho letti), è stata fatta oggetto di ingiurie sessiste da parte di maschietti nostrani più o meno colti.

  37. Allora, basta parlare in punta di forchetta.
    Niente vittime innocenti, almeno non in questi casi.
    Melissa P e le sex workers, col sesso a pagamento ci marciano, una scrivendo pornografia a buon mercato e le altre commerciando direttamente col fondoschiena. La prima sta alla letteratura come le seconde all’elevatezza dei rapporti umani.
    La loro posizione in termini di dignità femminile mi fa una pippa.
    L’evidenza etica, caro Regazzoni, è come l’evidenza logica del principio di non contraddizione. Dimostrare significa rendere evidente ciò che non lo è, e con le intuizioni primarie non è possibile. Intuizione primaria di tipo etico è che il corpo umano è soggetto, e non oggetto, e su questo si fonda una civiltà che difende la dignità umana come valore primario. Il suo commercio (ribadisco, il commercio è dimensione pubblica ergo politica) istituisce il valore opposto, cioè che il corpo di alcuni può acquisire la dimensione di oggetto, merce. Non è importante che sia io a decidere di farmi sbattere o pisciare addosso per una manciata di euro: la dimensione pubblica del mercimonio istituisce una liceità che coinvolge l’intero corpo sociale.
    E non mi parlare di lavoro: quando lavoro cedo il mio tempo, non la mia persona. Lo so che Marx non ha colto adeguatamente la differenza, e infatti la sua analisi del plus valore si è dimostrata inefficace, perchè non fa adeguata distinzione tra lo sfruttamento semischiavistico e la libera contrattazione professionale. Il risultato è il declino del marxismo, ossia di un analisi puramente economicistica del capitalismo (da integrare con Weber e Braudel, almeno).

  38. Ho percepito anch’io nel video di Melissa P. una certa arietta di sufficienza, ma siccome sono reduce dalla manifestazione BELLISSIMA di piazza del Popolo, posso tranquillamente dire che la cosa mi rimbalza allegramente. 🙂

  39. @ Simone Regazzoni
    Vedo che trovi sempre qualcuno inesausto con cui riprendere l’annosa polemica. Io come sai invece non sono interessato. Tra l’altro la pluralità di presenze oggi in piazza dimostra appunto quanto strumentale fosse la spaccatura che si è cercata di produrre ad arte nei giorni scorsi sui giornali e sui blog. In seconda battuta dimostra anche quanto sia ridondante il discorso di Melissa P., che non era certo pro-Berlusconi, ma semplicemente fuori fuoco. A Bologna lo striscione di apertura del corteo era questa: NE’ PERBENE NE’ PERMALE – UNITE DIVERSE LIBERE. E ti garantisco che in piazza c’era di tutto, dalle sex workers alle lesbiche separatiste, con tutto quello che ci sta in mezzo. E soprattutto c’erano moltissimi uomini [A proposito tu invece? Sei stato tutto il pomeriggio qui a tenere la posizione?].
    Riguardo al criticare “senza sconti” il potere senza confrontarsi con le dinamiche di scelta dei singoli, be’, la vedo proprio dura. Purtroppo il potere si regge proprio sulle scelte dei singoli, più o meno libere, più o meno indotte da una molteplicità di fattori. Il potere si sostiene con il consenso e se io voglio togliergli tale consenso dovrò – volente o nolente – mettere in discussione certe scelte, come – per dirne una molto semplice – votare per Berlusconi e i suoi sodali, portare acqua al suo mulino, farsi comprare da lui in cambio di benefit di qualche tipo. Le scelte che dovrò sostenere invece sono quelle di tutti gli altri, quelli che in questi ultimi mesi hanno iniziato a muoversi in maniera indipendente e dal basso (studenti, operai, donne, etc.) stanchi di aspettare un’opposizione parlamentare che non esiste, e direi anche nonostante essa.

  40. @ Wu Ming 4:
    mi spieghi perché continui inesausto a discutere con me di cose che reputi già dette, vecchie ecc.? Sì, io sono a casa insieme a mia moglie bloccata in letto e a mio figlio che, se resiste, nascerà a luglio. Difficile che io mi perda qualche manifestazione. Ma capita anche a me.

  41. Sul resto – critica senza sconti del potere che non si focalizza sulla critica delle scelte dei singoli – si può discutere, a patto di evitare certi toni. Io credo che la tua tesi non regga: ma, appunto, si può discuterne solo se entrambe le controparti sono disposte a farlo.

  42. Regazzoni: una piazza intera oggi ha dimostrato di aver capito quello che ti ostini a non voler capire. Davvero, non ha senso discutere se si finge di non sentire quel che gli altri dicono. Quando oggi le studentesse e donne di ogni censo ed età hanno parlato non di censura ma di moltiplicazione di modelli, io mi sono commossa. E ti ho pensato, anche. Mi sono detta: possibile che sia, o si voglia proporre a tutti i costi, così sordo?
    Ti prego, insistere su questa via è inutile. Non ostinarti a volermi e volerci considerare il nemico. Non lo siamo.
    Auguri per tua moglie, di tutto cuore, e per il tuo bimbo: vedrai che andrà tutto bene. Ho avuto due figli prematuri che ora sfiorano (almeno uno dei due) il metro e ottantatre 🙂

  43. @ Simone Regazzoni
    Mi hai frainteso. Nonostante l’ironia ti assicuro che la mia non era una domanda maliziosa. Al contrario, mi chiedevo davvero perché non fossi andato in piazza, proprio perché immaginavo invece che saresti stato là.
    Peccato, mi è uscita male.

  44. Simone, tifiamo per i tuoi cari, massima solidarietà e vicinanza, ma già lo sai, che te lo dico a fare?
    Invece posso dirti un’altra cosa, che non reputo superflua.
    Una cosa molto bella che capita (o almeno può capitare) quando si diventa genitori, è che si cambiano i “cavalli di battaglia”. O almeno si cambia sella. Perché cambia la postura che abbiamo nel mondo, e le terga non si adattano più al destriero (anzi, viceversa). A buon intenditor etc. Cose che dicevi prima, all’improvviso, possono sembrarti spettacolari cazzate. Ed è una cosa… bellissima. Entusiasmante. Te lo assicuro.
    Fai compagnia a chi ti vuol bene. Quelle son cose importanti. Altre, invece, leggermente meno (es. la semiotica del fist-fucking, la comparazione tra getti di diverse golden showers etc.). Ciao.

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