Venerdì, alla discussione su editoria, seduzione, Don Giovanni e quant’altro insieme ad Alberto Castelvecchi, in un piccolo parco zona piazza Bologna, due domande dal pubblico. Domanda uno (al femminile): "perchè, essendo donna, non ha scritto un libro su Carmen anzichè su Don Giovanni?" (pare brutto rispondere "perchè mi andava", vero?). Domanda due (al maschile): "come può un genitore convincere i propri figli a leggere e ad abbandonare videogiochi, cartoni, papè satan aleppe e via dicendo?" (controdomanda della vostra umile: "scusi, ma lei legge?"; controrisposta: "No, che c’entra, stiamo parlando dei miei figli e non di me").
Sabato, invece, al paesello marchigiano, grande festa per l’inaugurazione di un nuovissimo laboratorio di restauro archeologico e paleontologico: in sostanza, tutti quanti, vecchietti e infanti, a guardare costole di mammuth in allegria.
Domenica si osserva il cielo dai prati dell’altipiano annesso al paesello (ogni tanto spetta anche alla vostra eccetera).
Lunedì, con la solita pila cartacea che pencola sempre più pericolosamente davanti a me, apprendo che nel frattempo il blog è morto.
Mai distrarsi, lo diceva sempre mia nonna.
Ps. Per chi se lo fosse perso, anche Busi si è scagliato contro il caro estinto.
[…]Ciò che voglio arrivare a dire è che la Rete, per come è stata intesa recentemente (davvero, posso dire recentemente, lavorando io in Rete, al fianco di Giulio, da dieci anni ormai), ha esaurito il suo compito: attestare l’esistenza di una comunità intellettuale possibile. A mio strettissimo parere, si giunge ora a un’evoluzione, che negli anni passati credo di avere auspicato anche tramite ritologie sciamaniche, che non sta più né in Rete né in carta, ma direttamente nella letteratura. […](Giuseppe Genna)
Ciao Loredana,
da due giorni con impegno certosino leggo in lungo e in largo il tuo blog. Sospettavo, dai tuoi articoli, fossi brava. ma qui sopra sei di più: sei indispensabile.
e_
cazzo, il blog è morto e io non so cosa mettermi il giorno del funerale…
Mettiti un template sobrio, Biondillo. Da me, come hai visto, è morta l’apicoltura. Facciamo un gioco: ogni lunedì annunciamo la morte di qualcosa. E’ bello giocare ai piccoli necrofili.
Vaco truvanno nu bogghforte!
E andivinate pe’ ne fá che?
Non tengo titoli,
non vivo ‘e rendita,
non ci ho un vestito pe’ cuollo a me!…
Ma o bloggh
mi necessita…
Pe’ forza ll’aggi”a tené!
Ce aggi”a mettere tutt”e llettere
che mi ha scritto Rosina mia…
nu ritratto (formato visita)
d”a bonanema ‘e zi’ Sufia…
nu cierro ‘e capille,
nu cuorno ‘e curallo…
ed il becco del pappagallo
che noi perdemmo nel ventitré…
Pe-re-pe-re-pe-re-ppe-ré….
scusassero:
nu blogghforte
l’importante però è essere tempestivi. Io ho sentito parlare di morte del blog nel 2002: quello sì che era un ganzo. Oggi sono buoni tutti. tze.
Il mio blog sta per compiere un anno: il 5 giugno prossimo. E mi si dice che la mortalità più alta sia proprio nel primo anno di vita… Riuscirò a resistere un’altra settimana?
Morti, e già risorti.
😉
Sempre a proposito della morte del blog, ne segnalo uno APPENA NATO:
“20 MAGGIO 2006 Nasce Mountain Blog”
“Mountain Blog – la montagna secondo te” nasce per raccontare protagonisti ed eventi della montagna in modo innovativo:
dall’alpinismo alla cultura, all’ambiente, all’arte… il tutto nella forma del blog, coinvolgendo i lettori con commenti, contributi e idee.
Il Club alpino italiano ha scelto Mountain Blog come strumento innovativo per aprirsi a “nuovi bisogni” e “nuove sensibilità”
ed andare incontro ai grandi cambiamenti culturali che si esprimono anche attraverso i nuovi strumenti di comunicazione.
http://www.mountainblog.it/
P.S. Ti ho citata nel post di oggi sul mio blog.
e le ultime del blog morto, che muore, che morirà?
Lolip, hai preso nota?
giusto per aggiornare il tuo elenco. Un corpo così grande e grosso come quello dei blog che muore senza una frase, un grido, una filippica… e no, eh, non s’ha da accettare.
besos