DA LEGGERE ANCORA

A corredo, integrazione e approfondimento della discussione sull’appello e sulla questione Fiera del Libro:
– L’intervento di Carla Benedetti
– La precisazione di Beppe Sebaste 

30 pensieri su “DA LEGGERE ANCORA

  1. A me Sebaste sembra che faccia una gran confusione. Lo capisco, si siamo passati in tanti. Si da il caso che io sia una di quelle persone che trovano insopportabile l’idea dello sterminio operato dai nazisti (e il nazifascismo in toto). Ogni volta che ho modo di leggere testimonianze dai lager piango come una fontana. Giustamente.
    Per lungo periodo ho pensato che i palestinesi avessero un ruolo analogo e cocciuto come quello degli ebrei che si erano stanziati in palestina e avevano creato il loro stato. Difendevo i palestinesi, ma pensavo che dovevano ‘capire’ quegli ebrei da sempre perseguitati.La mia ignoranza non mi permetteva di cogliere sfumature, non conoscevo ebrei che mettessero in discussione quello che facevano i loro ‘correligionari’, sia credenti che laici, in Palestina. Avevo un certo strato di prosciutto negli occhi, devo ammetterlo. Devo ringraziare altri scrittori ebrei non sionisti (l’ideologia che regge israele e che non è condivisa da moltissimi ebrei sia laici che religiosi ortodossi). Distinguendo sono arrivata a capire (che ci volete fare, sono de coccio) che così come gli italiani non si sentono tutelati e rappresentati da un’ unica corrente politica questo avviene anche per gli ebrei siano essi residenti in Israele o no. Ho amato e amo le ‘coscienze critiche’ ovunque si trovino e tra gli ebrei ne ho trovate molte rivolte contro la politica coloniale e di sterminio (finalmente lo riconosco anche se confesso che mi dispiace molto) portata avanti dallo Stato Israeliano. Credo sia illuminante l’intervista rilasciata da Shabtai al Manifesto per chiarire come, purtroppo, si regge un simile stato militare etnico e discriminatorio (se avete dubbi sull’esistenza di un apartheid all’interno di Israele – per tacere del trattamento riservato ai territori palestinesi – fatevi un idea e…. le cose stanno peggiorando http://www.monde-diplomatique.it/LeMonde-archivio/Ottobre-2005/pagina.php?cosa=0510lm08.01.html&titolo=Israele,%20i%20cittadini%20di%20seconda%20classe#3)
    Il boicottaggio contro israele nasce molto tempo fa, in questo modo: http://www.ism-italia.it/images/boicottaggio.htm
    http://www.palsolidarity.org/main/index.php?s=boycott
    http://www.forumpalestina.org/news/2008/Gennaio08/DibattitoFieraLibro/DibattitoFieraLibro_OmarBarghouti.htm
    e non risparmia le istituzioni culturali, ma tiene fuori le singole persone a differenza della campagna di boicottaggio che a suo tempo fu portato avanti contro l’apartheid in Sudafrica.
    Non ci sono antisemiti tra i promotori. Se ci si prende la briga di leggere gli interventi in ISM palsolidarity (vedi sopra) ci si rende conto di persona.
    Quali problemi si pongono allora davanti al boicottaggio della Fiera in concomitanza con i festeggiamenti per la fondazione di Israele e, all’opposto, Nakba (distruzione) per i palestinesi?
    Non è un invito rivolto alla cultura ‘ebraica’, ma a uno Stato sotto embargo per pessimi motivi. Non importa chi metterà in vetrina (non certo Shabtai) dal momento che già oggi la propaganda dichiara che quello è un ennesimo festeggiamento di complenno. Altro argomento usato è quello della ‘violenza’ dei boicottatori. Quì il problema è più vasto perchè, come dappertutto, non mancano i cretini o, addittura, le carogne. Anche quì bisogna distinguere tra gente che supporta il boicottaggio per un senso di giustizia (molti, tra l’altro, boicottano anche la Birmania o altre realtà opressive), chi riversa in questi conflitti tensioni e problemi personali, chi appartiene all’area rosso/bruna (che fa un gran casino tra temi di sinistra e di destra) e chi infine è semplimente antisemita e si oppone agli ebrei tout court anche a un Shabtai, per intenderci. Distinguere è importante non solo per chi partecipa al boicottaggio, ma anche per i palestinesi che lo sollecitano. Non essendo ariani neanche loro è presumibile che non sappiano che farsene di un naziskin che li ‘supporta’….. solo per metterli nel forno non appena cucinati i cugini ebrei.
    Per poter distinguere e informare correttamente anche quelli che a sinistra sconfinano nel bruno è importante avere almeno un po’ le idee chiare. Bisogna parlare con loro e riportare la questione entro limiti storici e umani, ehm, sperando che capiscano. Ovvio che il fatto che esistano anche i cretini e la fauna di cui sopra non autorizza nessuno a considerare la scelta del boicottaggio un atto criminale. E’ una scelta adottata da molti movimenti pacifisti e noi speriamo che se diffusa e capillare nei confronti di Israele possa portare a risultati che le armi e i militari non sono in grado di darci.
    Dateci una mano e se anche volete andare alla Fiera delle Vanità almeno informatevi e informate sulle giuste ragioni di chi si batte per la fine dell’apartheid …….anche culturale (leggetevi qualcosa sulla situazione delle università palestinesi e sulle bombe o checkpoint che le illuminano di inusufruibile Cultura)
    grazie

  2. Beppe Sebaste non ha precisato niente. Ha ribadito che antisionismo ed antisemitismo sono la stessa cosa. Queste affermazioni si commentano da sole.

  3. Ma è davvero così complicato capire che antisionismo e antisemitismo sono semanticamente e storicamente DIFFERENTI? Prendersela con lo Stato d’Israele non è prendersela con gli ebrei!
    ng

  4. Letto Sebaste.
    Intanto: a me queste continue discussioni da ogni parte sulla legittimità o meno d’Israele fanno venire l’orticaria.
    Ma chi se ne frega… Possibile che la tragedia di due popoli si debba giudicare alla luce del diritto internazionale? A livello strettamente personale non ho dubbi che la fondazione d’Israele sia stato un atto illegittimo basato sulla forza e sulla connivenza delle grandi potenze e m’importa nulla della legittimazione ONU (che infatti è diventata la CARTA STRACCIA che è quando si è trattato di legittimare uno stato palestinese).
    Ma illegittimi o no gli ebrei si sono stabiliti su quella terra, e non ne hanno un’altra di riserva dove andare, quindi lì DEVONO RIMANERE.
    Dove NATURALMENTE sono circondati dall’odio feroce di centinaia di milioni di arabi, miliardi di mussulmani e assediati dai palestinesi cui quella terra è stata tolta. E questo è quanto, può la legittimità internazionale cambiare questo quadro?
    Il muro è legittimo? Ma chi se ne frega, se serve a evitare gli attentati suicidi hanno fatto benissimo a tirarlo su, dovevano continuare a farsi scannare per rispettare la legalità?
    Forse che il nascituro Kossovo sarà legittimo? O non era la culla della Serbia? Bene, grazie anche a noi ora è albanese, ci stanno loro e tanto basta.
    Non meno irritazione me la provocano i continui richiami allarmati all’antisemitismo strisciante da cui sarebbe affetta la sinistra: chi è di sinistra tradizionalmente, sentimentalmente direi visceralmente sta dalla parte degli oppressi e contro gli oppressori.
    Fra israeliani e palestinesi è fin troppo facile individuare chi sono gli uni e gli altri, c’è bisogno d’esser antisemiti, antisionisti o antiqualcos’altro? Fossero svedesi o svizzeri sarebbe UGUALE!
    L’episodio del padre che perdona l’assassino del figlio che credeva di uccidere un israeliano è esemplare: per il padre (penso di sx) l’attentatore (l’oppresso) aveva eliminato un presunto oppressore, quindi lo poteva assolvere.
    Il fatto che siano ebrei ovviamente alimenta l’antisemitismo di chi lo è già, ma qui c’è poco da fare.
    Sul fatto che Israele faccia da provvidenziale cuscinetto fra noi e gli arabi: forse, ma FORSE non ci fosse stato il cancro del conflitto arabo-israeliano le relazioni con quel mondo sarebbero più pacifiche e il terrorismo molto meno virulento.
    Ad ogni modo, se bisogna invitare Israele a Torino perché sono dei “nostri”, allora non capisco cosa c’entri la cultura.

  5. Ore fa avevo mandato un commento che continua ad avere la dicitura
    Il tuo commento è in attesa di approvazione.
    che vor dì? non è approvato?
    sono considerazioni molto pacate sull’intervento di Sebaste. Nessuna parlaccia e qualche link informativo.

  6. Sebaste, mi spiace, ma non vedo più il commento in attesa su questo thread e non ne ho copia.
    tra le altre cose precisavo che il boicottaggio (in un caso avevo usato anche la parola embargo che poi non sono riuscita a correggere, ah!!, Freud 🙂
    nasce ben prima della fiera di Torino e non ha niente a che fare con l’antisemitismo.
    Allegavo dei link a ISM (International solidarity movement) nella versione italiana e inglese. Con rapida ricerca su internet sono recuperabili entrambi.
    per far capire che la richiesta di boicottaggio arriva da più parti e molto spesso da ebrei sparsi nel mondo non toccati dalla propaganda e dall’apparato militare e repressivo isareliano posto quì tre diverse invocazioni di boicottaggio
    Sudafrica – Ministro ebreo chiede il boicottaggio di Israele
    Ronnie Kasrlis, ministro sudafricano delle acque e foreste, sfilando ieri a Città del Capo in una manifestazione convocata da ebrei e musulmani, ha chiesto che il governo di Pretoria boicotti Israele. Kasrils appartiene all’African National Congress di Nelson Mandela, è un ex guerrigliero che ha passato anni in carcere, è bianco e fa parte di quell’ala bianca ed ebraica dell’Anc che nel Sudafrica dell’apartheid si è sempre battuto contro il regime di segregazione. «Io sono ebreo ma dal momento che Israele suppone di parlare a nome di tutti gli ebrei del mondo, dico: non in mio nome», ha detto Kasrlis che insieme a un uomo d’affari ebreo di Città del Capo, Max Ozinsky, l’anno scorso aveva lanciato una petizione contro le azioni del governo Sharon. Kasrlis ha detto che è venuto il tempo di boicottare i prodotti israeliani, di imporre sanzioni e di isolare Israele. L’Anc e i suoi alleati, il Pc e il Cosatu (i sindacati), hanno chiesto «azioni forti» contro Israele e in appoggio dei palestinesi, ma il presidente Mbeki non è ancora arrivato a chiedere sanzioni.
    il manifesto 24 aprile 2002
    http://ilmanifesto.it

  7. Lettera di ebrei israeliani al Consiglio comunale di una cittadina americana del Michigan
    Questa è la lettera, letta giovedì scorso dal Canale 2 della Tv di Israele e pubblicata venerdì dal Jerusalem Post, che un gruppo di “ebrei israeliani” ha mandato al Consiglio comunale della città di Ann-Arbor, nello stato americano del Michigan: “Abbiamo appreso di un’inziativa dei cittadini di Ann-Arbor perché il Consiglio comunale di Ann-Arbor lanci una campagna di disinvestimento dagli investimenti eventualmente fatti in compagnie o fondi che intrattengano rapporti con Israele. Noi appoggiamo con forza questa iniziativa. Tutti noi firmatari siamo ebrei israeliani. (…)
    Ci sono molti ebrei israeliani come noi, attivisti per i diritti umani,fortemente impegnati in attività politiche dirette a persuadere il nostro governo a cessare immediatamente la sua occupazione militare sulla popolazione palestinese e della terra palestinese. Molti di noi ricordano l’efficacia della campagna di disinvestimento del Sudafrica. Grazie in particolare al movimento per il disinvestimento, la popolazione nera del Sudafrica non deve più fronteggiare i carri armati e la polizia nell’esercizio dei propri diritti politici elementari.
    Vogliamo ringraziare il Consiglio comunale di Ann-Arbor per il coraggio mostrato nel porsi a fianco della popolazione nera del Sudafrica, sofferente e costretta al silenzio. Noi sappiamo che nell’86 voi approvaste una risoluzione per il totale disinvestimento contro l’apartheid. (…) Oggi molti attivisti israeliani per i diritti umani vi sarebbero molto grati se voi poteste rendere un analogo servizio umanitario alla popolazione palestinese. Come atto di semplice solidarietà. Oggi, la maggioranza dei tre milioni di palestinesi vive sotto la più brutale occupazione militare israeliana.
    E’ per questo che noi speriamo che voi approverete la più forte risoluzione possibile perché Ann-Arbor si ritiri da ogni investimento, transazione o fondi di pensione che eventualmente abbia in compagnie o fondi che intrattengano affari con Israele. Noi speriamo che voi vi ricordiate quanto bene abbiate fatto per il Sudafrica, e che oggi facciate lo stesso per i milioni di palestinesi, che devono affrontare un analogo strangolamento razziale ed etnico, sotto il controllo di uno Stato estremamente potente e militarizzato.
    La ‘democrazia israeliana’, di cui sentite molto parlare, non è assolutamente tale quando ha a che fare con questi tre milioni di palestinesi, che da generazioni vivono sotto l’occupazione militare israeliana. Il potere militare israeliano conta su armi nucleari, un’infinità di elicotteri e carri armati, e su miliardi di dollari elargiti ogni anno dal governo degli Stati uniti. Lo smisurato arsenale israeliano oggi è dispiegato contro una popolazione civile palestinese lasciata completamente sola, ogni persona sigillata nel suo villaggio dai tanks e dal filo spinato.
    Lasciate che noi premiamo sul governo di Israele – più forte di tutti i suoi vicini messi insieme – perché liberi immediatamente la popolazione palestinese dalla più razzista dellle occupazioni militari.Noi non vogliamo che la popolazione palestinese rimanga ancora imbottigliata, alla mercé di una occupazione militare soffocante. (…)
    E’ evidente che gli israeliani e palestinesi, che lavorano insieme contro questa occupazione militare violenta e e razzista, saranno incoraggiati nel sapere che voi ci avete dato ascolto nel vostro Consiglio comunale. Per favore, decidete di disinvestire dalle compagnie e fondi che fanno business in Israele”.
    Seguono 21 firme, fra cui Rony Armon, di Tel Aviv; Rachel Giora, professoressa di linguisttica alla’università di Tel Aviv; Jacob Katriel, professore all’Istituto israeliano di Tecnologia; Hanna Knaz, del kibbuz Gan Shmuel; Anat Matar, associato di filosofia all’università di Tel Aviv; Allegra Pacheco, magistrato; Tanya Reinhart, professoressa di linguistica dell’università di Tel Aviv; Aharon Shabtai, poeta; Gideon Spiro, giornalista di Gerusalemme.

  8. Dice Kaufman, deputato inglese storico sostenitore di Israele
    ORSOLA CASAGRANDE – LONDRA
    «Londra. Ariel Sharon è un criminale di guerra che macchia la stella di David». È durissimo, anche se molto amareggiato, uno dei deputati laburisti più anziani, importante esponente della comunità ebraica inglese e storico sostenitore d’Israele. Gerald Kaufman non ha esitazioni nel denunciare il premier israeliano di fronte ad una ammutolita Camera dei Comuni. Il dibattito sulla crisi in Medioriente è stata dominata dalle pesanti e specifiche accuse di Kaufman che ha paragonato la strategia di Sharon alle azioni terroristiche dei sionisti negli anni `40. «Sharon – ha detto l’ex ministro ombra degli esteri – ha ordinato alle sue truppe di usare contro i palestinesi metodi barbari. E’ arrivato il momento di ricordare al premier israeliano che la stella di David appartiene a tutti gli ebrei e non al suo rivoltante governo. Le sue azioni stanno macchiando la nostra stella con il sangue». Kaufman ha quindi aggiunto che «Sharon è un criminale di guerra già coinvolto nell’assassinio di palestinesi a Sabra e Shatila e adesso nuovamente impegnato nel massacro di palestinesi». Pur condannando gli attentati dei kamikaze palestinesi, il deputato ebreo ha aggiunto che «bisogna chiedersi perché i palestinesi ricorrono a questi metodi estremi. Dobbiamo chiederci come reagiremo noi di fronte ad una occupazione che dura da trentacinque anni, di fronte ad un occupante che ci nega i diritti umani elementari e condizioni di vita decenti». E davanti al parlamento silenzioso ha poi paragonato gli attentati suicidi dei palestinesi a quelli perpetrati dalle bande sioniste di Irgun e Stern negli anni `40. «Nel 1946 – ha detto – la banda Irgun controllata da Menacham Begin ha fatto saltare in aria l’hotel King David a Gerusalemme ammazzando novantuno innocenti. E nel 1948 i palestinesi denunciarono il massacro del villaggio di Deir Yassin… la differenza – ha concluso il deputato – tra ciò che è accaduto a Deir Yassin e quanto è accaduto a Jenin è che il primo massacro è stato opera di bande di terroristi denunciati dai gruppi principali ebraici. Gli orrori di Jenin invece sono stati compiuti dall’esercito israeliano». Unica nota stonata nel discorso di Kaufman, grande sostenitore di Tony Blair, è stato il riferimento ad un possibile intervento armato in Iraq definito «impossibile in questo momento proprio a causa del comportamento di Sharon». Un comportamento che «finirà con l’unire ancora di più il mondo musulmano contro gli Stati uniti, mettendo a rischio la coalizione internazionale contro il terrorismo e le economie occidentali». Della situazione di Jenin ha parlato anche la deputata laburista Ann Clwyd di ritorno dalla Palestina dove si era recata con una delegazione dell’Onu. «Limitarsi ad una condanna a parole di Israele – ha detto – non è sufficiente. L’Europa – ha aggiunto – dovrebbe seriamente pensare all’imposizione di sanzioni economiche nei confronti dello stato israeliano. Il primo passo potrebbe essere il ritiro degli ambasciatori europei da Israele e l’embargo sulla vendita di armi».
    il manifesto 20 aprile 2002
    http://www.ilmanifesto.it

  9. In ultimo ecco la lettera che gli ebrei europei per una pace giusta mandarono all’UE. Ricordiamoci infatti che l’Europa in un momento di particolare decisionismo applicò sanzioni a israe…pardon, ai territori palestinesi.
    Il Manifesto, 10/07/06
    “Gli ebrei europei per una pace giusta scrivono a Barroso”
    di Dror Feiler *
    Egregio Presidente Barroso, abbiamo notato le dichiarazioni emesse il 30 gennaio, il 9 maggio e il 19 giugno 2006 a nome del Quartetto (Nazioni Unite, Stati Uniti, Unione Europea e Federazione Russa).
    In queste dichiarazioni, il Quartetto ha approvato una proposta dell’Unione Europea per un meccanismo internazionale temporaneo, limitato in obiettivi e durata, che operi con piena trasparenza e responsabilità ed affronti alcune necessità del popolo palestinese, fra cui il sostegno ai servizi medici, ai rifornimenti di carburante, ai servizi pubblici e alle esigenze di base. Si spera che di trovare altri donatori, Israele compreso, che partecipino a questo meccanismo, che sarà rivisto dopo tre mesi.
    Si richiede all’Autorità Palestinese di prendere un impegno a riguardo dei principi della non violenza, del riconoscimento di Israele e dell’accettazione di accordi precedenti, inclusa la Road Map. Ovviamente, queste richieste all’Autorità Palestinese sono essenziali, se ha da esserci una pace duratura.
    Dobbiamo chiedere all’Unione Europea, tuttavia, perché la UE e gli altri componenti del Quartetto non abbiano posto una sola richiesta al Governo di Israele. Questo è particolarmente inquietante, alla luce delle attuali azioni di Israele nella Striscia di Gaza, a Gerusalemme e in Cisgiordania. È stato il Governo di Israele a rifiutare innumerevoli risoluzioni delle Nazioni Unite ed i propri obblighi, sanciti dalla Convenzione di Ginevra e dalla legge internazionale. Israele continua ad occupare e ad ampliare le colonie a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. È stato il Governo di Israele ad annettere vaste zone della Cisgiordania. Israele ha ignorato la decisione della Corte Internazionale di Giustizia, nel luglio 2004, riguardante la costruzione del Muro di Separazione, e ha istituito un sistema stradale di apartheid, nonché molti posti di blocco nella Cisgiordania Occupata.
    Dovrebbe essere evidente agli Stati Membri dell’Unione Europea che il Governo di Israele non ha fatto alcuna concessione che porti alla pace israelo-palestinese. Ci domandiamo se il Governo di Israele abbia riconosciuto il diritto dei palestinesi ad esistere e ad autodeterminarsi.
    Oltre a ciò, le esecuzioni extragiudiziarie, gli arresti e le uccisioni immotivate, da parte dell’esercito israeliano, di civili palestinesi – donne, bambini e uomini – nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania non possono essere per alcun motivo giustificate. Il Governo di Israele ha dichiarato apertamente che intende continuare con queste azioni, benché siano state criticate in tutto il mondo, anche dal Segretario Generale delle Nazioni Unite. Domandiamo ai funzionari dell’Unione Europea quanti innocenti saranno uccisi nella Striscia di Gaza prima che si frenino le politiche omicide di Israele contro una popolazione imprigionata. Mentre esprimiamo una totale condanna dei lanci di missili Qassam da Gaza contro Sderot, è impossibile paragonarli agli attacchi aerei, alle bombe suono, al cannoneggiamento costante, via terra e via mare, dall’esercito israeliano, che ha le armi e gli aerei militari più moderni.
    Il messaggio comunicato dall’Unione Europea è quindi assai inquietante. Con il permettere al Governo di Israele di dettare le sue richieste e di rifiutare la legge internazionale, e con il boicottare nel contempo il Governo palestinese democraticamente eletto – e quindi, il popolo palestinese -, la UE agisce politicamente in modo gravemente squilibrato. A causa del protrarsi dell’occupazione israeliana, che distrugge la società palestinese, i palestinesi sono diventati sempre più dipendenti dall’aiuto esterno. È per loro umiliante essere costretti ad accettare elemosine quando, se fosse loro concesso avere finalmente il loro stato, libero, economicamente autosufficiente ed indipendente, sarebbero molto probabilmente in grado di provvedere a se stessi.
    Chiediamo che l’Unione Europea
    a) inizi a discutere con il Governo palestinese
    b) riprenda l’aiuto economico ai palestinesi
    c) si dissoci dall’uso israeliano della fame come arma politica
    d) richieda che Israele consegni i soldi che appartengono ai palestinesi, così come quelli che appartengono all’Autorità Palestinese
    e) si dissoci dalle richieste unilaterali poste ai palestinesi e lavori nel contempo per negoziati senza condizioni, allo scopo di trovare una soluzione adeguata agli interessi nazionali ed umanitari delle due parti
    f) ponga termine al blocco della UE al governo palestinese democraticamente eletto.
    Gli Ebrei Europei per una Pace Giusta chiedono che siano prese in considerazione le riserve e le preoccupazioni che esprimono a riguardo delle decisioni recentemente prese dall’Unione Europea. Solo un’assoluta obiettività e giustizia nel trattare con le due parti coinvolte porterà a una pace duratura nella regione – ciò che certamente è ciò a cui aspirano tutti, gli israeliani come i palestinesi, e che è nei migliori interessi di tutti.
    *Dror Feiler è il Presidente del Comitato Esecutivo di EJJP
    (European Jews for a Just peace)

  10. Chiedo scusa a Loredana per l’uso improprio del suo Blog. E’ l’ultima devo uscire
    Sebaste, visto che nella sua lettera c’è notevole confusione tra antisionismo e antisemitismo le consiglio di leggere questa lettera degli EJJP dove è chiaramente spiegata la differenza. Questo non toglie che ci siano carogne e antisemiti da identificare e condannare, ma aiuta anche chi è critico verso le politiche di Israele (non verso la totalità degli ebrei in quanto tali) a fare la corretta distinzione.
    LETTERA APERTA ALLE ISTITUZIONI EUROPEE
    Noi, “Ebrei Europei per una Pace Giusta”, una rete di 18 organizzazioni ebraiche in dieci Paesi europei, ci opponiamo attivamente all’occupazione dei territori palestinesi oltre la linea verde, alle politiche di punizione collettiva, uccisioni extragiudiziali, tortura, demolizioni di case, confisca di terre e di acqua ed a tutto ciò che fa parte della politica illegale di occupazione e colonizzazione da parte di Israele.
    Per questo vogliamo rivolgerci alle istituzioni europee esprimendo le nostre preoccupazioni rispetto alle loro politiche per il Medio Oriente ed in questo contesto vogliamo fare riferimento anche a questioni interne europee che consideriamo collegate al conflitto.
    1. Politica Estera dell’Unione Europea verso lo Stato di Israele ed il Medio Oriente
    Nel riconoscere le proprie responsabilità storiche sia verso il popolo ebraico che verso quello palestinese, l’Europa deve svolgere un ruolo attivo nell’aprire la strada ad una soluzione giusta del conflitto israelo-palestinese. Una tale soluzione può essere raggiunta solo attraverso negoziati che conducano ad un accordo basato sulla creazione di uno Stato palestinese indipendente ed in grado di vivere e sulla garanzia della sicurezza per Israele e Palestina.
    Una politica estera europea che lascia Israele libero di prescindere dalla legalità internazionale, mette in pericolo non solo una pace giusta in Medio Oriente, ma anche il futuro di Israele come paese democratico, in grado di vivere in pace e nel rispetto reciproco con i suoi vicini. L’occupazione dei territori palestinesi e le sue conseguenze sono una costante violazione della legalità internazionale e della IV Convenzione di Ginevra e quindi anche dell’articolo 2 del Trattato di Associazione tra Unione Europea ed Israele.
    In particolare la “barriera di separazione”, che trasforma i territori palestinesi occupati in una serie di cantoni frammentati e scollegati tra di loro, è un ostacolo permanente alla pace che può solo alimentare la disperazione e che corre il rischio di alimentare l’escalation della violenza. Un’opposizione effettiva dell’Unione Europea alla costruzione di questa barriera avrebbe potuto essere un sostegno per l’Assemblea Generale dell’ONU nel portare la questione davanti alla Corte Internazionale di Giustizia e rimane un’opportunità importante per l’Unione Europea di svolgere un ruolo attivo nel sostegno all’opposizione non-violenta del popolo palestinese che chiede il rispetto della legalità internazionale e dei diritti umani. Un simile sostegno è vitale per una soluzione pacifica del conflitto nell’area.
    Come parte di una strategia internazionale coordinata, l’Unione Europea deve esercitare pressione su Israele perché estenda l’uguaglianza di diritti a tutti i propri cittadini, a prescindere da genere, etnia o religione. Questo deve includere pieni ed eguali diritti di cittadinanza per i suoi cittadini palestinesi ed il riconoscimento al diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare, p.es. al rifiuto di cittadini israeliani di servire nelle forze di occupazione e di oppressione del popolo palestinese.
    Riaffermiamo quindi la nostra richiesta di sospensione del Trattato di Associazione tra Unione Europea ed Israele, in linea con la risoluzione approvata dal parlamento europeo, fino a quando Israele rispetterà gli impegni previsti dall’accordo stesso. Chiediamo inoltre con forza all’Unione Europea di richiedere una missione internazionale di pace e l’interposizione di una forza neutrale tra Israele ed i territori palestinesi occupati.
    2. Razzismo ed Antisemitismo
    Come cittadini europei ed in quanto ebrei, deploriamo la crescita del razzismo e della xenofobia in Europa. La nostra storia ci ha resi vigili rispetto al razzismo e siamo consapevoli del fatto che le azioni antisemite sono aumentate negli ultimi anni. La confusione tra ebrei ed israeliani – alimentata dalle false affermazioni del primo ministro Ariel Sharon che dichiara di agire in nome del popolo ebraico – così come il sostengo acritico alle politiche dello Stato di Israele sono tra le ragioni per questi pericolosi fenomeni e possono persino incoraggiarli. Allo stesso tempo, siamo coscienti del fatto che il razzismo anti-arabo e l’anti-islamismo sono diventati molto consistenti dopo il settembre 2001.
    Ognuna di queste forme di razzismo deve essere combattuta. Noi crediamo che la tolleranza di qualunque forma di razzismo faciliti la crescita di altre sue forme e chiediamo quindi con forza alle istituzioni europee di non disgiungere la lotta contro l’antisemitismo dalla lotta universale per il rispetto e l’uguaglianza di tutti i cittadini e residenti in Europa.
    Infine vogliamo pronunciarci fermamente contro ogni tentativo di far tacere ogni discussione critica delle politiche del governo israeliano in Medio Oriente definendole falsamente come antisemite. Israele deve essere giudicato secondo gli stessi criteri di qualsiasi altro Stato in ogni circostanza.
    3. Democrazia e Cittadinanza
    Democrazia, libertà, uguaglianza, giustizia sociale e pace per tutti devono essere alla base dell’Unione Europea e devono essere pienamente applicati all’interno delle società europee nel loro complesso.
    Vogliamo vedere un’Europa laica in cui popoli di tutte le religioni e di nessuna, possano vivere in libertà e nel rispetto reciproco fondato su comuni diritti di cittadinanza e che garantisca ai rifugiati ed a coloro che chiedono asilo, il diritto al rispetto e ad un trattamento umano.
    Noi crediamo che questi debbano essere i valori costituenti dell’Unione Europea.
    Ebrei Europei per una Pace Giusta
    Parigi, 21-23 maggio 2004
    http://www.altremappe.org/Palestina/LetteraEbreieuropei.htm

  11. a proposito di artisti che prendono posizione per il boicottaggio. Lolip non cacciarmi, vado. Besos
    http://irlanda.ilcannocchiale.it/?yy=2006&mm=8
    Loach: non andrò al festival di Haifa
    Il regista ha deciso di aderire alla Campagna palestinese per il boicottaggio culturale di Israele. Attacchi su «Haaretz»
    Ken Loach non parteciperà al prossimo festival del cinema di Haifa e neppure invierà The Wind That Shakes the Barkley, il film premiato con la Palma d’oro allo scorso festival di Cannes. Il motivo? Il regista inglese ha deciso di aderire all’appello di boicottaggio nei confronti di Israele e delle sue manifestazioni culturali come forma critica verso l’aggressione in Libano e l’occupazione sempre più violenta esercitata nei territori. A lanciare l’appello sono intellettuali e artisti palestinesi che fanno riferimento alla Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele. Iniziativa quest’ultima iniziata un anno fa in seguito a un caso esploso all’univesità di Haifa, che per la sua natura mista, arabo-israliena, è da sempre sotto stretta controllo. A farne le spese è Ilan Pappe, professore della stessa università, violentemente attaccato per avere appoggiato la tesi di un suo studente, Teddy Katz, che discuteva il massacro sionista del 48 di Tantura, molto poco conosciuto, e rispetto al quale l’università di Haifa ha promosso una campagna enorme di insabbiamento.
    Ken Loach ha invitato anche altri registi di unirsi a lui in questa campagna di boicottaggio. «I palestinesi sono stati costretti a arrivare a questo, una richiesta di boicottaggio, da quarant’anni di occupazione della loro terra, dalla distruzione delle loro case, dal rapimento e dall’uccisione dei loro civili. E dal fatto che non c’è alcuna speranza immediata che questa oppressione abbia fine». E ha aggiunto: «Come cittadini britannici dobbiamo riconoscere la nostra responsabilità, dobbiamo condannare il governo inglese e americano perché supportano e armano Israele. Dobbiamo opporci alle attività terroristiche di questi governi nel perseguire le loro occupazioni e guerre illegali. Per questo non accetterò l’invito del Haifa e di qualsiasi altra occasione».
    La notizia, pubblicata sul quotidiano israeliano Haaretz ha scatenato moltissimi commenti polemici sul sito on line. Molti lettori israeliani hanno dichiarato che boicotteranno a loro volta i film del regista di Terra e libertà. E qualcuno ha anche assegnato al regista britannico la palma dell’intolleranza.
    Il boicottaggio nei confronti di quegli accademici che in Israele non si oppongono alla politica governativa, non è comunque notizia di ieri. Ci sono state lunghe e accese discussioni in Francia, con interventi tra gli altri di Tanya Reinhardt, docente di linguistica all’università di Tel Aviv (autrice di Detruire la Palestine – ou comment terminer la guerre du 1948 ), anche lei vittima di una durissima campagna di accuse in Israele per le sue posizioni sull’occupazione e le sue letture storiche della guerra contro i palestinesi, e tra i firmatari della petizione per il boicottaggio inglese. Anche in Gran Bretagna infatti diverse associazioni di docenti universitari hanno voluto aderire al boicottaggio. Che non riguarda solo Haifa ma anche l’università di Bar Ilan collegata al college di Giudea e Samaria nei territori occupati

  12. Non trovo nessuna confusione nella mia affermazione sull’antisionismo come antisemitismo. La condivido ahimè con molti testimoni. Molte cose del resto non sono più come quelle d una volta (nemmeno il fascismo), ma il loro effetto è identico. (E adesso mi sono stufato di spiegare i miei giudizi, che la realtà e le posizioni siano cofnlittuali come devono essere).

  13. Spettatrice, tutte “cose preziose” (per citare Stephen King, e nell’originale è anche meglio: “needful things”), però con queste lenzuolate un po’ si soffoca il dibattito, meglio mettere link esterni con brevi cenni a cosa si troverà cliccando…
    Più in generale, il fatto che, uno dopo l’altro, i firmatari dell’appello stiano scrivendo lettere e post per spiegare come mai lo hanno firmato, beh, questo è più di un segno rivelatore: è una conferma del fatto che l’appello da solo non funzionava, e quindi era un cattivo appello. Un buon appello dovrebbe produrre una discussione *a partire* da quanto afferma, non *a prescindere da* o *a ritroso rispetto* o *a dispetto di* quanto afferma. Se c’è bisogno di tutte questi distinguo e giustificazioni – e tutti stanno dicendo che lo hanno firmato nonostante questo e nonostante quello – vuol dire che era mal concepito. E infatti, al di là della debolezza dell’argomentazione, il testo prendeva a bersaglio polemico una posizione che nessuno stava tenendo (tagliando con l’accetta: “Gli scrittori ebrei non devono parlare!”).
    Io credo che ogni attacco ad antisemiti immaginari (o, se vi piace, ogni attacco maldestro ad antisemiti “potenziali”) sia un favore fatto agli antisemiti veri, che malaugaratemente sono sempre di più, e se proliferano è anche perché il ceppo batterico ha sviluppato resistenza ai soliti antibiotici dello sdegno e del riflesso pavloviano.

  14. a Wm1/Lolip e Sebaste
    wm/lolip: sorry per le lezuolate
    Per Sbaste
    Ok, Sebaste in alcune persone particolarmente stronze antisemitismo e antisionismo possono sicuramente coincidere. Probabilmente ignorano che esiste differenza e anche se lo sapessero non turberebbe il loro razzismo di base (di solito odiano non solo gli ebrei, ma anche gli zingari, i gay e altre categorie sociali).
    Torniamo a chi invece ci tiene alla distinzione. Possibile che Akiva Orr, Moshe Machover, Ilan Pappe, Uri Davis, Gilad Atzmon, Ben Dor, Aharon Shabtai, Avraham Burg, i religiosi di Neturei Karta, Eyal Sivan, Roni Brauman, Norman Finkelstein, Lenni Brenner, Meron Benvenisti , Antony , Mordechai Vanunu , Daphna Baram , gli anarchici contro ilmuro e chissà quanti altri siano antisemiti? masochisti? odino se stessi? a me non sembra. A differenza dei sionisti non credo che chi, da ebreo, si oppone al sionismo sia ‘uno che odia il suo essere ebreo’. Siccome mi piace giocare con i paradossi e ribaltare i problemi adesso ti estendo un piccolo dubbio che mi salta in mente: e se una bella componente di antisemitismo fosse presente anche nei sostenitori del sionismo?
    Cerco di spiegare. Se uno categorizza gli Umani per razza, religione, sesso o etnia e decide di odiarne una particolare (gli ebrei in questo caso, ma potrebbero essere gli zingari, i rumeni o gli omossessuali) che cosa si augura in alternativa a un deprecabile (odddio i tappeti!!!) sterminio? che se ne vadano a ‘casa loro’ o da un’altra parte o….sbaglio? Se hanno patria è comodo imbarcarli su qualche aereo, anche con una certa violenza (dopo opportuna sosta in CPT). Se non l’hanno e pretendono di andare, che so, in Svizzera a rovinare il nirvana delle banche Apriti Cielo!!!! se però ricordano all’occidente (uscendo dai ghetti e dai lager) la sua sporca coscienza, hanno una bella ideologia nazionalista/coloniale e si accontentano di una terra abitata da poveri disgraziati già sotto amministrazione coloniale il gioco è fatto. Se li sono levati dai piedi e, proteggendoli in questo processo, hanno anche guadagnato sostegno in un’area strategica. Qualcuno ride pensando al fatto che oggi Israele è talmente forte militarmente da poter fare a meno di UE e USA? forse, ma come ricorda Shabtai non sta in California ma in Medio Oriente, in mezzo a un mare di arabi che continua a maltrattare, in perenne stato di paranoia (sembra che non sia propizio per una vita serena e florida) e con la speranza di poter contare per sempre sui suoi sponsor (recessioni permettendo).
    Mi dirai che sono parole deliranti, mi permetto di risponderti che probabilmente molti, senza confessarselo, ragionano così e non solo per gli ebrei- Sono speculari agli antisemiti anche se meno pericolosi: sino a quando i ‘diversi’ si levano dai piedi, ovvio.
    Come se ne esce?
    Forse riproponendo diritti Uguali per Tutti e medesime libertà per chi abita nello stesso territorio? forse considerandoci/li in primo luogo esseri umani e poi, incidentalmene, bianchi, neri, ebrei o buddisti?
    Gli ebrei antisionisti partono da questi presupposti e non vogliono vivere in un colossale e confortevole ghetto per ebrei di serie A e arabi di serie B affiancato a Bantustan di palestinesi eccedenti che ‘se ne devono andare’. Dove? secondo la logica di cui sopra non in Svizzera o Italia a turbare i portafogli e i sogni dorati dell’Occidente. Se si cercassero un angolo in qualche periferia di sfigati dell’impero farebbero felice israele, le coscienze sporche della vecchia Europa e tutti quelli che amano gli stati etnici, magari, preventivamente, ripuliti.
    Sì, non amo molto gli Stati e le loro logiche e ancor meno amo gli Stati Etnici e le loro logiche.
    ciao

  15. piccola integrazione:
    da
    – ti estendo un piccolo dubbio che mi salta in mente: e se una bella componente di antisemitismo fosse presente anche nei sostenitori del sionismo?
    a
    – ti estendo un piccolo dubbio che mi salta in mente: e se una bella componente di antisemitismo (meglio: RAZZISMO) fosse presente anche nei sostenitori del sionismo?

  16. sì spettarice, sono tutte cose trattate, analizzate, e su cui c’è un’ampoia letteratura. resta che l’antisionismo, o la diffidenza (è un eufemismo) per israele, è unica nel suo genere. e l’antisemitismo ha caratteristiche sue proprie. resta che, dannazione, si sta già perdendo la memoria o si è già perduta, e tutto va in pappa, e non solo in italia. chiudo.

  17. Sebaste,
    non ho molto tempo, ma una domanda voglio fartela ugualmente: ma davvero nelle critiche che vengono rivolte allo Stato d’Israele tu vedi solo antisemitismo?
    ci sono serissimi ebrei che mettono in risalto, da sempre, leggi razziste http://www.cestim.it/rassegna%20stampa/02/06/09/israele_apartheid.htm
    (Uri Davis. per esempio: http://en.wikipedia.org/wiki/Uri_Davis e il MAIAP http://www.maiap.org/) chiamando al boicottaggio e gli EJJP (non antisionisti, oltrettutto) che negli articoli di cui sopra ci ricordano che Israele va criticato come tutti gli altri Stati del mondo (d’altronde non farlo equivarrebbe a una sorta di discriminazione, a mio avviso). Nessuno di loro chiede di diventare razzisti e antisemiti. Mi sfugge, in conclusione, quale sia la tua idea riguardo a questo nostro vicino mediterraneo e alla sua storia sessantennale. Sinora ho capito che osteggi qualsiasi critica (altrui) perchè c’è il rischio che sia antisemitismo mascherato. Non ho dubbi sul fatto che tu ti tenga ben lontano da simili degenerazioni. Indi: dalla tua posizione, sicuramente limpida, non c’è proprio niente che non va in Israele e nelle sue politiche?
    Lasciando fuori tutte le altre storture globali (Birmania, Cina ecc.) che in questo frangente non sono in discussione e su cui pure ci sarebbero molte altre cose da dire, please.
    Grazie di una eventuale risposta
    ciao

  18. inviato piccola risposta che se ne sta sempre nel limbo, in attesa. Succede quando inserisco dei link, si può ovviare?
    thanks

  19. Liste antisemita, l’idiozia è virale
    di Luca Annunziata
    sembra che internet sia un gioco fabbricare mostri. Ma sembra anche che le cose siano meno clamorose di come la stampa le ha vendute. Meno male, le liste di proscrizione sono una pessima cosa soprattutto se razziste. per non fare lenzuolata cito solo una parte, il resto al link
    http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2185911

  20. Sorry , l’articolo citato sopra da conto solo della casualità della lista on line, ma niente leva alla gravità di un blog che l’ha sfruttata per fini razzisti. Riletto meno frettolosamente di prima. (dovevo fare la spesa, spero perdonerete).
    Comunque è utile leggerlo per capire che non c’è dietro nessun a intelligence, ma chiunque è in grado di prendere i nomi da una petizione e farne l’uso che una mente distorta suggerisce.
    ‘notte, mi sclisso

  21. a WM1 e Sebaste, ma non solo 🙂
    Dopo tutte queste polemiche su chi boicotta la fiera sto pensando sempre più al perchè della mia sensibilità verso le politiche di Israele. Più ci penso e più mi convinco che il motivo è il modello che rappresenta. Vedo di essere pacata e spiegare. Non sono d’accordo con WM1 (risposta a Sebaste sul suo blog) che per spiegare l’avversione de sinistra sostiene che si tratta di delusione per le aspettative di veder nascere una Israele socialista, ma credo che molta sinistra (quella antifascista e antirazzista) oggi veda in Israele, consapevolmente o no, il modello a cui, nei nostri Stati, ci stiamo (meglio: ci Stanno) avviando. Stili di vita/leggi e Israele è uno dei modelli(indipendentemente dal fatto che sia popolato da ebrei o palestinesi, da ghanesi o esquimesi).
    Il fatto che gli stessi ebrei (vedi EJJP, non certo antisionisti) si rendano conto che parte dell’antisemitismo è alimentato dal fatto che è diventato impossibile criticare Israele liberamente, come uno Stato tra gli altri, ci autorizza a pensare che quando lo facciamo, fermandoci alla forma politica che ha assunto, non solo abbiamo ragione di farlo, ma è necessario.
    Non c’entrano lobby ebraiche o complotti o altro (se l’occidente volesse mangiare lo Stato Israeliano potrebbe farlo in un boccone, ha già praticato di peggio), il fatto fondamentale è che per UE (suoi stati singoli) e Usa, Israele è un modello cui aspirare, quello che stanno lentamente e grazie alla sollecitazione delle Destre/sinistre, costruendoci intorno. Israele è ammirato (non in quanto stato ebraico, ma in quanto Modello di uno Stato) da una sinistra sempre più simile alla Destra e dalla Destra istituzionale (la visita e accettazione di Fini e del suo partito ripulito dalla sola versione dell’antisemitismo -quanto?- ma lasciato libero di coltivare il suo razzismo pratico qualcosa significherà). Restano a estrema destra quelle frange di coglioni legate al vecchio capro espiatorio del terzo Reich, a certo fondamentalismo di matrice cattolica o alla semplice stupidità e arroganza. Purtroppo chi, partendo da sinistra, si avvia verso queste posizioni le confonde belluinamente con lotta alle ingiustizie finendo per intrupparsi in dinamiche di autentica destra. Il problema vero, reale, per tutti,credo che si possa porre in questo modo: se l’Occidente permette a Israele di fare quello che fa e lo leggittima è perchè sempre di più tende ad avvicinare le proprie politiche verso quella china. Leggittimando Israele creano precedenti e ce le rendono familiari, accettabili. Questo cosa comporta? comporta l’approvazione dei Bantustan Etnici (per il momento fuori dai propri confini come per il Kossovo) e la contemporanea creazione di ghetti di lusso (ma non solo, anche proletari) per quelli che non vogliono rinunciare al proprio tenore di vita o alla ‘sicurezza’. Niente di più rappresentativo in questo senso della piscina piena dell’acqua che dall’altra parte del muro non esiste neanche per bere.
    Questo lo vediamo esaltato in Israele (ma non solo) oggi e in prospettiva per noi domani. Che pensare dei muri delle nostre città e dei cpt? delle cittadinanze per reddito o per etnia proposte da qualcuno?
    Ponetevi semplicemente questa domanda: a quanti leghisti e razzisti europei o occidentali con vita Bassa/medio/alta in pericolo non piacerebbe poter avere quella piscina e un muro (da loro costruito e controllato) che li separa dal ‘diverso’ e dalla miseria? a quanti fasci dispiacerebbe? a quanta finta sinistra?
    No, non odio gli ebrei o Israele, Odio quel Modello, che è finanziato dall’occidente (dai suoi Poteri) e tra noi avanza a ritmo sempre più veloce.
    Che sia Israele a essere usato come paradigma è puro caso. Se lasciassimo liberi di agire la lega o quei destri antisionisti (che, ricordiamoci, qualsiasi cosa dicano,: non odiano israele per il suo modello, ma perchè è ‘pieno di ebrei’) ne avremmo copia peggiorativa domani, da noi, con tanto di punizioni collettive e qualche repulisti di rom/rumeni/ebrei/poveri ecc..
    Questo è un invito a quei sinistri che guardano sempre più a destra a fermarsi un attimo a pensare, per chiarire a se stessi che non è problema di ebrei, ma di quello che ci stanno proponendo e stiamo vivendo noi, in prima persona. Per questo boicotterò la Fiera, perchè boicotto un modello che si autocelebra e viene celebrato e per evitare che quel modello sia vincente, lì e anche da noi. Quì la cultura non c’entra proprio nulla, dobbiamo solo esserne consapevoli e non delirare su ebrei in quanto tali, complotti o cazzate analoghe.
    PS. Oppure pensate che gli USA abbiano cercato, fino all’ultimo, di NON boicottare il Sudafrica solo perchè pensavano che gli Afrikaner fossero un popolo di diseredati in cerca di una patria? o si trattava di apprezzamento e sostegno per l’ordinamento sociale, che loro avevano dovuto abbandonare, ma non nella nostalgia di ripristinarlo? Almeno per quel che riguarda le elites di Potere e i razzisti tutti.
    Certo, ci fanno affari e strategia (vedi controllo territoriale), ci sono ragioni molto materiali e terra terra, ma da sistemi di quel tipo si sentono rassicurati e rispettati oltre che leggittimati a fare di peggio. Anche appoggiare (finanziare) acriticamente uno Stato che se ne frega di tutte le risoluzioni ONU e di tutti i trattati internazionali per sdoganare questi comportamenti e riproporli nei propri confini potrebbe essere strategia. Ricordate i paesi dell’est entrati in EU? tenuti ai margini entro le loro leggi prive di tutela? ricordate la successiva proposta Bolkenstain? non sembra proprio che volessero travasare dentro i loro ordinamenti le tutele della Svezia, sembra che volessero il contrario. E se entrasse dentro la UE Israele con la sua attuale conformazione? gli proporrebbero di uniformarsi alla Danimarca o ci sarebbe un invasamento opposto?
    Lo so, sembro Mozzi versione domande 🙂
    Ne resta una sola, ultima
    Perchè proprio Israele? non mi sembra abbia troppa importanza e temo che se una situazione di questo tipo non si fosse storicamente generata (anche e soprattutto grazie all’Occidente, prima persecutore e poi sostenitore acritico) ne avrebbero creato o favorito un’altra, sia per spontanea simpatia che per l’utilità che rappresenta.
    baci

  22. a WM1 e Sebaste, ma non solo 🙂
    Dopo tutte queste polemiche su chi boicotta la fiera sto pensando sempre più al perchè della mia sensibilità verso le politiche di Israele. Più ci penso e più mi convinco che il motivo è il modello che rappresenta. Vedo di essere pacata e spiegare. Non sono d’accordo con WM1 (risposta a Sebaste sul suo blog) che per spiegare l’avversione de sinistra sostiene che si tratta di delusione per le aspettative di veder nascere una Israele socialista, ma credo che molta sinistra (quella antifascista e antirazzista) oggi veda in Israele, consapevolmente o no, il modello a cui, nei nostri Stati, ci stiamo (meglio: ci Stanno) avviando. Stili di vita/leggi e Israele è uno dei modelli(indipendentemente dal fatto che sia popolato da ebrei o palestinesi, da ghanesi o esquimesi).
    Il fatto che gli stessi ebrei (vedi EJJP, non certo antisionisti) si rendano conto che parte dell’antisemitismo è alimentato dal fatto che è diventato impossibile criticare Israele liberamente, come uno Stato tra gli altri, ci autorizza a pensare che quando lo facciamo, fermandoci alla forma politica che ha assunto, non solo abbiamo ragione di farlo, ma è necessario.
    Non c’entrano lobby ebraiche o complotti o altro (se l’occidente volesse mangiare lo Stato Israeliano potrebbe farlo in un boccone, ha già praticato di peggio), il fatto fondamentale è che per UE (suoi stati singoli) e Usa, Israele è un modello cui aspirare, quello che stanno lentamente e grazie alla sollecitazione delle Destre/sinistre, costruendoci intorno. Israele è ammirato (non in quanto stato ebraico, ma in quanto Modello di uno Stato) da una sinistra sempre più simile alla Destra e dalla Destra istituzionale (la visita e accettazione di Fini e del suo partito ripulito dalla sola versione dell’antisemitismo -quanto?- ma lasciato libero di coltivare il suo razzismo pratico qualcosa significherà). Restano a estrema destra quelle frange di coglioni legate al vecchio capro espiatorio del terzo Reich, a certo fondamentalismo di matrice cattolica o alla semplice stupidità e arroganza. Purtroppo chi, partendo da sinistra, si avvia verso queste posizioni le confonde belluinamente con lotta alle ingiustizie finendo per intrupparsi in dinamiche di autentica destra. Il problema vero, reale, per tutti,credo che si possa porre in questo modo: se l’Occidente permette a Israele di fare quello che fa e lo leggittima è perchè sempre di più tende ad avvicinare le proprie politiche verso quella china. Leggittimando Israele creano precedenti e ce le rendono familiari, accettabili. Questo cosa comporta? comporta l’approvazione dei Bantustan Etnici (per il momento fuori dai propri confini come per il Kossovo) e la contemporanea creazione di ghetti di lusso (ma non solo, anche proletari) per quelli che non vogliono rinunciare al proprio tenore di vita o alla ‘sicurezza’. Niente di più rappresentativo in questo senso della piscina piena dell’acqua che dall’altra parte del muro non esiste neanche per bere.
    Questo lo vediamo esaltato in Israele (ma non solo) oggi e in prospettiva per noi domani. Che pensare dei muri delle nostre città e dei cpt? delle cittadinanze per reddito o per etnia proposte da qualcuno?
    Ponetevi semplicemente questa domanda: a quanti leghisti e razzisti europei o occidentali con vita Bassa/medio/alta in pericolo non piacerebbe poter avere quella piscina e un muro (da loro costruito e controllato) che li separa dal ‘diverso’ e dalla miseria? a quanti fasci dispiacerebbe? a quanta finta sinistra?
    No, non odio gli ebrei o Israele, Odio quel Modello, che è finanziato dall’occidente (dai suoi Poteri) e tra noi avanza a ritmo sempre più veloce.
    Che sia Israele a essere usato come paradigma è puro caso. Se lasciassimo liberi di agire la lega o quei destri antisionisti (che, ricordiamoci, qualsiasi cosa dicano,: non odiano israele per il suo modello, ma perchè è ‘pieno di ebrei’) ne avremmo copia peggiorativa domani, da noi, con tanto di punizioni collettive e qualche repulisti di rom/rumeni/ebrei/poveri ecc..
    Questo è un invito a quei sinistri che guardano sempre più a destra a fermarsi un attimo a pensare, per chiarire a se stessi che non è problema di ebrei, ma di quello che ci stanno proponendo e stiamo vivendo noi, in prima persona. Per questo boicotterò la Fiera, perchè boicotto un modello che si autocelebra e viene celebrato e per evitare che quel modello sia vincente, lì e anche da noi. Quì la cultura non c’entra proprio nulla, dobbiamo solo esserne consapevoli e non delirare su ebrei in quanto tali, complotti o cazzate analoghe.

  23. Spettatrice, tu parli dell’oggi, io invece andavo indietro nel tempo. Dire che la sinistra ce l’ha più con Israele che con altri perché è antisemita non tiene conto di un fatto: prima del ’67 la sinistra internazionale in quasi tutte le sue sfumature era pro-israeliana e pro-sionista. Il problema palestinese era pochissimo preso in considerazione. Le cose cominciarono a cambiare, e drasticamente, dopo la Guerra dei Sei Giorni. Pochi anni dopo, gran parte della sinistra simpatizzava con l’OLP. E questo secondo me non si può spiegare con un’improvvisa conversione di massa all’antisemitismo, ma con una grande delusione, un collettivo svegliarsi dal sogno. Il processo si è compiuto dopo l’invasione del Libano, Beirut ’82, Sabra e Chatila. Quando scoppiò l’Intifada dell’89, la sinistra internazionale era quasi tutta filo-palestinese. Ora, è chiaro che nel grande mare dell’opposizione alle politiche israeliane nuotano anche banchi di pesci antisemiti, anzi, sono in aumento. Costoro condannano a gran voce i crimini sionisti ma non spendono una parola per altri crimini commessi dove non vedono la mano invisibile del giudaismo internazionale. Tuttavia, – ed è questo che contestavo a Beppe – questo non implica affatto che tutte le volte che si denuncia Israele con enfasi maggiore di quella riservata ad altri questo sia dovuto all’antisemitismo. A sinistra credo prevalgano – ripeto, storicamente – almeno altri 3 motivi:
    1) COMPENSAZIONE. I media dipingono Israele soltanto come vittima. “Cerco un paese / innocente”, scriveva Ungaretti. L’establishment occidentale lo ha trovato: nella narrazione ufficiale, Israele non ha colpe, subisce il terrorismo senza mai praticarlo, fa la guerra solo perché costretto, è “l’unica democrazia del Medio Oriente” e questo dovrebbe chiudere ogni discussione prima ancora che sia aperta. E’ chiaro dunque perché chi denuncia i crimini di stato israeliani lo faccia con foga e veemenza.
    2) FASTIDIO PROVOCATO DALL’ANTIFRASI. Questo è sempre il motivo 1, in realtà, ma visto da un’altra angolazione. Ripetendo che Israele è una grande, grandissima democrazia, gli opinion-makers de noantri fissano aspettative molto alte. Da una democrazia come quella che descrivono loro, sarebbe lecito attendersi tutt’altro che apartheid, vessazioni continue, internamenti di massa, bombardamenti a tappeto etc. Guardacaso la Birmania, che è (correttamente) descritta come una dittatura militare, non suscita aspettative di questo tipo. E’ la vecchia storia del predicare bene e razzolare male. E’ innegabile che Israele predichi benissimo.
    3) DELUSIONE DI LUNGA DATA. E’ quello che ho provato a ribadire sopra. Per molto tempo Israele ha avuto un’immagine socialista e tenuto nel ripostiglio un “ritratto di Dorian Gray” che, non visto da nessuno, si sporcava del sangue versato e del male compiuto. A un certo punto, come se l’Enterprise avesse azionato il teletrasporto, l’immagine socialista è finita nello sgabuzzino e il ritratto deteriorato è apparso in pubblico.

  24. wm1,
    ok quello che dici, però sfido a stabilire quanti si ricordano cosa furono i kibbuz (spero di ricordare come si scrive :-). Attualmente sono quasi tutti lottizzati e privatizzati e se chiedi a destra o sinistra/rosa si chiedereranno perchè non l’hanno fatto prima o perchè non sono Nati lottizzzati. La mancanza di memoria non risparmia neanche quella storica a breve a termine. Purtroppo. Per questo ho finito con il guardare con lo sguardo di oggi perchè mi rendo conto che è lo stesso con cui guarda la realtà il Veneto che si è scordato i suoi nonni miseri e migranti o la siura milanese che vede virus ‘molto più forti di prima’ perchè li hanno portati gli stranieri. Non sono poi così sicura che tutta la sinistra abbia memoria. Non la grassa Balena rosa, mi pare. Capita che non si capisca bene come Israele sia nata (nel migliore dei casi collegano all’olocausto, ma non al sionismo) e poco importa: di ebrei randagi per le strade non se vedono e quindi vuol dire che sono ‘a posto’,’lavoratori’. Di Israele si apprezzano solo le dinamiche tra il forte e il debole e….non siamo in tempi di simpatia verso i perdenti. La stessa distinzione tra antisionismo o antisemitismo non solo non interessa (senza entrare nel merito del corretto o meno), ma tutte le distinzioni o informazioni complesse sembrano creare fastidio.
    In questa dimensione atemporale cosa diventa Israele? se è così aggredito da terrorismo (come lo siamo noi) avrà pur il diritto di difendersi. Se usa le maniere forti va bene: con quella gente non si scherza. Tutto il corollario intorno contribuisce ad affermare che se replichi, contesti o poni dei dubbi sei terrorista, quindi sarà vero, come per le armi di sterminio di Saddam (ancora pochi, in proporzione alla popolazione, sono quelli che conoscono la bufala o ne hanno preso atto, visto che per accettare la realtà bisogna distruggere un po’ delle proprie certezze e fiducie).
    Sempre per leggere il modello Israele al presente resta da capire cosa rappresenta per baldi sostenitori della lega e sponsor come Fini o Veltroni. Cosa li attrae del modello Israele? gli ebrei? dubito

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Torna in alto